L’amico Lino Bottaro, fotografo, imprenditore, creatore di StampaLibera, qualche tempo fa mi ha detto che la copertina di Ingannati è troppo artigianale. E siccome è giusto che ognuno faccia il suo mestiere, gli ho chiesto di farmi uno studio. Lui ha incaricato una sua bravissima collaboratrice, Laura Callegaro, e ne sono venute fuori un po’ di proposte (chi è amico su FB le ha già viste).
Vi piacciono?
effettivamente la copertina originale è mediocre
direi che la seconda è la più efficace
comunque tutte e 4 belle
La copertina originale non è male ma queste colpiscono di più, e la seconda è la mia preferita….
No maestro non cambiarla! L’originale è sempre il meglio.
E poi che brutto il nome in fondo…
Queste nuove copertine sono elegantissime, illustrazioni ultra moderne molto elaborate. Mi fanno pensare ai “Romanzi di Urania”. Ora, non vorrei col mio commento offendere l’autore, peraltro valentissimo. Infatti “facile il criticar, difficil l’arte”
Tuttavia se posso esprimere un modesto parere da art director, io preferirei un’immagine più semplice e più rappresentativa del contenuto, per esempio:
Due mani intrecciate, di fronte ad un riflettore, producono sullo schermo un’ombra: l’illusione di un qualcosa che non esiste.
Un altro esempio celeberrimo di immagine-sintesi fu la logomarga de “Il Padrino”:Una mano regge lo strumento a croce del “puparo” cioè colui che da movimento ad una marionetta.
Carina l’idea… ma ormai abbiamo preso un’altra direzione! 😉
A me piace di pù la prima: la seconda e la terza mi sembrano troppo confusionarie!!!
Shalom
Ci sono diversi motivi per fare una bella copertina. I primi due che mi vengono in mente sono:
1) Perchè è BELLO fare le cose BELLE: anche se fine a sè stesse, è giusto fare al meglio delle proprie e altrui capacità qualunque cosa;
2) per ATTIRARE l’attenzione: così il libro viene notato e magari preso in mano, e comprato.
I due punti potrebbero anche essere in contraddizione: magari l’attenzione viene svegliata da qualcosa che non è necessariamente bello. Ma alla lunga non genera il desiderio di andare oltre.
Un altro aspetto interessante è: QUANTE cose voglio dire con una immagine? Se da una parte la tentazione è dire TUTTO, dall’altra una immagine troppo carica rischia di dare l’impressione di URLARE, e di gente che vuole attirare la nostra attenzione a tuti i costi siamo stufi. A volte meglio essere riservati. Ma anche una copertina troppo discreta rischia di non suscitare la giusta attenzione.
Insomma, anche qui è una ricerca di giusto equilibrio.