Domenica scorsa, alla seconda lezione del corso di Hamer tenuto dall’amico Adriano Buranello, mi ha fatto sorridere la domanda di un partecipante che ha chiesto: “Ma allora, in concreto, cosa deve fare uno che scopre la malattia? Dopo che ha saputo queste cose?” Se avesse potuto, avrebbe chiesto quali medicine prendere, quale terapia seguire, insomma: un protocollo. Ma la risposta è un po’ più complicata, o forse molto più semplice, e mi serve prendere la rincorsa lunga, prima di arrivarci.
Nel film “The Shift“(già accennato qui) c’è un interessante dialogo fra il protagonista, Wayne Dyer, che interpreta sè stesso, e il “regista“, che interpreta la parte della persona normale, un po’ scettica, molto concreta e allineata col pensiero dominante. Il succo dello scontro è questo: Wayne dice che non dobbiamo affannarci, preoccuparci, dobbiamo abbandonarci fiduciosi, con la certezza che tutto quello di cui abbiamo bisogno ci verrà dato: come nell’utero materno, nei primi nove mesi della nostra vita, non dovevamo procurarci il cibo, riparo, era tutto già lì per noi. Mentre l’obiezione del regista è più o meno questa: non possiamo vivere la nostra vita aspettando che le cose ci cadano dal cielo, senza fare nulla, dobbiamo lottare per ciò che vogliamo raggiungere.
Forse questa contrapposizione, in cui la verità sta un po’ da entrambe le parti, mi piace perchè rivedo due parti di me: quella giovanile, in cui programmavo la mia vita, convinto di poter avere il controllo su tutto, bastava stringere i denti e impegnarsi di più; e quella attuale, superato il mezzo secolo, in cui riconosco che tutto mi è stato dato gratuitamente, e gratuitamente devo restituire. Da questo punto di vista il cambiamento non è un semplice “shift” (spostamento), ma un vero e proprio capovolgimento di prospettiva.
Crescendo, e capendo sempre di più, il capovolgimento di prospettiva sembra essere una delle esperienze più frequenti, ultimamente. E se per un paio di casi si può parlare di coincidenze, quando le situazioni diventano tante, il caso, evidentemente, non c’entra più.
- L’amico Daniele Berti, intervistato qui, insegna “Yoga della risata” (forse sarebbe meglio chiamarla “ginnastica della risata”, così amici sospettosi di tutto ciò che sa di orientale e new age abbasserebbero la guardia e ascolterebbero con maggior attenzione). La scoperta, l’uovo di Colombo, è che il rapporto di causa-effetto è bidirezionale: non soltanto se sono felice rido, ma anche se rido divento felice (indipendentemente dalla causa che mi ha fatto ridere).
- Lo psicologo americano Paul Ekman, famoso per le sue scoperte sulle microespressioni facciali, e ispiratore della serie televisiva “Lie to me” (prova a mentirmi), afferma che, durante le sue ricerche, scoprì la stessa cosa: non soltanto l’espressione deriva dal nostro stato d’animo, ma anche il contrario, cioè le nostre espressioni influenzano lo stato d’animo ( a conferma del proverbio popolare “Cuor contento il Ciel l’aiuta“); (vedi video in fondo all’articolo)
Abbiamo già visto (qui e qui) i risultati delle ricerche del biologo Bruce Lipton, grazie al quale non soltanto possiamo confermare quanto detto sopra, ma addirittura distruggere (mi sembra il verbo corretto) il dogma (è proprio un dogma!) del controllo genetico: come viviamo, come pensiamo, come ci atteggiamo nei confronti della Vita è più potente dei geni che ci sono stati dati: non siamo vittime dei geni che abbiamo ricevuto in eredità, basta scuse! Quindi la soluzione è semplice: vivere da innamorati, e rendere di conseguenza la vita un paradiso in terra. La nostra mente influenza, e cambia, anche i nostri geni.
- Nel libro “La potenza della lode” si insegna a lodare e ringraziare in ogni momento, per ogni fatto che ci accade, inclusi gli inconvenienti, le malattie, ec.. E se si impara a non giudicare nessuna esperienza, ma a guardarla dall’esterno, cercando di capire cosa ci fa stare male, e traendo lo spunto per crescere, e abbandonare ulteriori legami, riesce facile ringraziare per quelle esperienze che, normalmente, ci contrariano e ci fanno arrabbiare, come dice Greg Braden. Anche qui: capovolgimento della prospettiva.
- Infine, quando Gesù guariva diceva “la tua fede ti ha guarito!“, e forse non abbiamo capito abbastanza profondamente il significato di questa frase. Noi tendiamo a cercare le prove, le evidenze, e riteniamo che il miracolo possa essere una via alla fede: vedo il miracolo -> credo. Invece sembra proprio che le parole di Gesù suggeriscano il contrario: non serve il miracolo per farti credere, ma è il fatto che tu credi che fa avvenire il miracolo. In un’ottica di uomo sottomesso, e incapace, e bisognoso di tutto perchè da solo non può fare niente, questo può sembrare quasi una bestemmia: ma come? L’uomo può fare da solo? Non ha bisogno di Dio? Ma se consideriamo che Dio è Amore, quale amore più grande di un Padre che non soltanto vuole il massimo per i propri figli, ma che li rende addirittura in grado di fare da soli, slegandoli da tutti i legami e da tutte le dipendenze e sottomissioni, compresa quella da Lui stesso?
Insomma, un capovolgimento di prospettive. Mia figlia adolescente, qualche anno fa, ha scritto sul muro della sua stanza: “Cerca di ottenere ciò che ami o sarai costretto ad amare ciò che ottieni”. Alla sua età, anch’io avevo scritto a caratteri cubitali sulla porta della mia stanza: “VOLERE E’ POTERE”. Oggi, arrivato alla mia età, dopo le esperienze fatte, penso invece che si debba amare qui ed ora, ciò che ci circonda, nel bene e nel male, senza nessuna lotta: ma alla sua età, indubbiamente, ero come e più di lei. E mi sembra non solo giusto, ma anche bello che sia così. Se no, a cosa servirebbero 80 anni di vita?
Per questo, ritornando alla domanda di quel partecipante al corso, la risposta non poteva essere data troppo semplicemente. Dire: “Non devi fare niente“, senza aver spiegato tutto questo, potrebbe sembrare troppo semplicistico e sbrigativo. Sarebbe stato da dire: “Ma allora non hai capito che non è la malattia, ciò di cui stiamo parlando, ma dell’immenso amore di Dio, che ha previsto anche dei meccanismi di correzione, e avvertimento, quando ce n’è bisogno? E non è col farmaco che si deve operare, che quello serve solo a sopprimere il sintomo, che è invece il messaggio che la Natura, il nostro corpo sta cercando di darci!” Questo rischia di non essere capito, e magari si può ottenere l’effetto contrario.
Perchè la vera, unica terapia, è l’elevazione spirituale: vedere tutto dall’alto, comprendere il disegno superiore, e abbandonarsi con fede a questo disegno. Allora tutti i conflitti, le ripicche, le ansie, le preoccupazioni, diventano piccoli piccoli piccoli…. e svaniscono. Se non si riesce in questo passaggio, si rischia veramente la pelle. La Vita, ci piaccia o no, fa pulizia.
Come disse un tale dopo un corso di nuova medicina: “O ti elevi, o ti levi“.
Grazie Alberto… hai spiegato proprio bene il concetto…gli orientali lo esprimono dicendo di Essere come l’acqua, scegliamo la via di minor resistenza…
“Non potevo più vivere con me stesso.
E in questo sorse una domanda: chi è questo io che non può vivere con sé? Cos’è il sé?
Mi sentii attirato dentro il vuoto.
Non sapevo allora che ciò che stava accadendo era che la mente, con la sua pesantezza, i suoi problemi, che vive tra un passato insoddisfacente e un futuro pieno di paure, era crollata.
Si era dissolta.
Il giorno dopo mi svegliai e regnava una grande pace.
C’era pace, perché non c’era un io.
Solo un senso di presenza o di essere, solo un osservare e guardare.”
Citazione: Eckhardt Tolle.
Si, è proprio vero. Durante le ricerche sul sistema monetario ho potuto constatare che siamo ad un punto del evoluzione umana che ci costringe a fare delle scelte, ognuno per se, è questa è la piu grande delle sfide.
Anche se esula dal argomento specifico, invio una perizia del Professor Schemmann. È per queste cose che tanta gente non c’e la fa piu e il pianeta va verso la distruzione. Non so in Italia, ma in Germania e Austria sulla base di questa perizia si stannp preparando delle cause collettive contro le banche commerciali. Il presente documento mi è stato fatto pervenire da un avvocato di Francoforte.
Si, se non ci svegliamo presto siamo dei “Buffoni”! E allora giunse in Egitto un faraone che niente sapeva……………
Saluti
Michele
http://www.iicpa.com/articles/Open%20letter%20accounting%20perversion.pdf
Grazie per l’articolo. Desidero però precisare che dopo la simpatica battuta di un romano “Se non t’elevi, ti levi”, che ha fatto molto sorridere, alcuni affermarono anche che “te ne vai quando non servi più alla Natura”. Queste affermazioni hanno suscitato reazioni avverse soprattutto da parte di coloro che avevano conosciuto storie drammatiche, gravi ingiustizie, errori scientifici, morti di bambini -compresi i veggenti di Fatima- di vite di santi – San Francesco fra i tanti- ecc.. che potrebbero far pensare al termine Natura in modo materialistico ove vige la legge del più forte. In questo articolo http://www.stampalibera.com/?p=69859#sthash.6vCkbtxj.dpbs un parere sul corpo fisico che no è “fratello asino”
Concordo sulla necessità di elevazione spirituale. Ma non sull’abbandono del conflitto. Anche sul piano spirituale vi è il nemico. E chi ha sofferto gravi ingiustizie e sofferenze lotta e reclama e invoca la Giustizia di Dio, ed il castigo dei responsabili come fa Paolo nella II lettera ai Tessalonicesi più che aspettare che le cose si aggiustino automaticamente. Cristo chiede di perdonare chi non sa ciò che fa. Non coloro che sanno quel che fanno.
Ma cèrto…pròprio così stàn le còse…Elisèo!
A pàrte la gràn màssa degli ingènui,che ignòra la Stòria,
c’è la pìcciol pàrte degli “Ipòcriti-Imbonitori”,che solo
uno scopo hanno,quando inneggiano alla mìtica…”PAX”…
castràre il sempre pericoloso,minaccioso,palloso…”TORO”…
per ridurlo all’innocuo,mite,inoffensivo…”pìo BOVE”…
così da poter poi dormire tanti bei sonni tranquilli…
ERGO…
nessun perdono,nessuna misericordia,nessuna pietà,
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per Costoro…ché sàn benissimo tutto il Màle che fànno…!!!
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Mettiamoci nei lèrci panni degli impotènti,odièrni fetènti,sedicènti…”potènti”…vàni e vàcui Parolài…
QVAQVARAQVA’…che oggidì vèssan ed opprìmono i Pòpoli:
preferiscon certo,’sti vigliàcchi,per potersi mantener
colà ove sono,a pappàre…magari per altri cent’anni…
aver a che fàre con un castràto “gandhiàno” pìo Bòve…
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ma è troppo facile…troooppo…troppo comodo,davvero…!!!
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Parliamoci chiaro,però…e,perciò…
bando alle comode e facili e consolatorie Illusioni,
che ci inducono a veder come veritiere le nostre Sperànze:
spetta solo al *Sovràno*della*Stòria* crear le condizioni
affinché questo iniquo ed ingiusto,presente “stato di cose”
possa esser superàto,spazzàto vìa ed archiviàto,per sempre:
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…così come già fu una Centùria or sono…nel 1914…!!!
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Sennò…nìsba…le cose resteran così come oggidì sono…
per altri cent’anni ancora…con somma Godùria e Gàudio
di tutti coloro che son contenti del presente Presente…
E’ sempre più evidente che è in atto un movimento Cristo-centrico finalizzato a riunire i figli di Dio, sia quelli “della Nazione” che quelli “dispersi tra le nazioni”.
Un Movimento che, in quanto Movimento di Dio: non può che essere Movimento d’Amore.
Un Movimento Cristo-centrico diretto da Gesù stesso, che vuole riunire a Sé tutti i figli del Padre e che sta quindi chiamando sia i primi che i secondi, seppure in modo differente.
I primi, che conoscono già parzialmente la Persona di Gesù, sono chiamati a scoprire quell’Io di cui Gesù ha spesso parlato e che ha in mille modi mostrato; quell’ “Io” che è ben più grande di ogni “noi” (finanche del “noi” ecclesiale; e a maggior ragione di tutti gli altri “noi”); e infatti Gesù (primo Io – o “Primogenito della Creazione, per usare l’espressione di San Paolo in Colossesi – in quanto Prima Persona Generata dal Padre dell’Io e Persona Generata prima che il tempo e lo spazio e la materia/energia fossero, a differenza di ciascuno di noi, che siamo persone dal momento del concepimento, nonostante esistessimo da sempre come Anime Indivise ed aventi in Sè la Parte Maschile e la Parte Femminile e in ciò vera Immagine e Somiglianza di Dio) ha gli scambi più intensi e profondi, nel Vangelo, con chi si approcciava a Lui come “io” (ed erano quasi sempre donne), mentre ha viceversa gli scambi più tesi e sferzanti con coloro che non erano in grado di pensarsi al di fuori del “noi” di cui si sentivano parte (ed erano quasi sempre uomini).
i secondi, che conoscono già parzialmente l’Io che vive e parla in loro, sono chiamati a scoprire la Persona di Gesù, che ab aeterno dice di Sé: “Io Sono Colui che Sono”: e gli scoppierà il cuore dalla gioia quando scopriranno che il Dio che loro sentono nel loro cuore essere la Sorgente di tutto ciò che esiste (in quanto Elohim è il Padre dell’Io e il Padre di tutto ciò che ancora deve venire all’esistenza) Si è manifestato concretamente e fisicamente nella storia umana, in mille modi possibili.
E, in PIENEZZA, nella Persona di Gesù. E in quella di Maria.
Dobbiamo crescere, tutti.
Non si può non crescere.
E se la crescita fisica ha un limite (poiché viceversa diventa cancro e quindi manifestazione e sintomo dell’avvenuto squilibrio e rottura dell’armonia alla quale ognuno di noi è chiamato), la crescita spirituale è ILLIMITATA per definizione.
Nel Vangelo, per quanto amputato e manipolato nelle traduzioni (e le manipolazioni dal greco al latino sono evidenti a chi le voglia vedere: e mi limito a citare l’inversione radicale tra “amare” e “voler bene” che fa San Girolamo rispetto al testo greco originale nel celeberrimo “botta e risposta” tra Gesù e Simone di Giona nel cap. 21 del Vangelo giovanneo), vi sono -come “mollichine” lasciate cadere da pollicino- tutte le tracce che servono per rendersi pienamente conto di ciò a cui oggi, dopo duemila anni, è arrivata la consapevolezza di alcuni figli di Dio (che magari neanche si dicono cristiani) attraverso la Ragione che Dio gli ha donato ma soprattutto grazie al loro lasciarsi portare docilmente da quello Spirito di cui non si può sapere a priori da dove venga o verso dove vada.
E una di queste “mollichine” è quella famosa frase di Gesù quando dice di Sé stesso che non è venuto per i sani ma per i malati.
Dio ci benedica, la Madonna ci accompagni, San Michele Arcangelo scorti le nostre vie.
+Christus Vincit+
Maranathà
Oh finalmente ti si risente, caro Fabio! Avevo paura che ti fossi offeso per il taglio dei tuoi commenti troppo lunghi….
“Amore”…sì,certo,come no…
Amore,però,che,in primis,è…”Giustìzia e Verità”…
ergo…spietata “Guèrra” ai Mentitori ed agli Inìqui…
pei quali non ci sarà né Perdono né Pietà,
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non meritandosi la mènoma Misericòrdia…
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ché,come ben già osservato dal Nostro Elisèo,
che non si appaga certo di Ingenue Illusioni,
sanno benissimo,STAVOLTA,tutto il Male che fanno…
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ERGO…solo una cosa si meritano…la Muèrte…!!!
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complimenti alberto per questo articolo. leggendolo mi sembrava di rivivere tutto il mio percorso che, giunto alla soglia dei 50 anni, mi ha portato ad un cambio di prospettiva, ad una gioia che sembra non dovermi più abbandonare, alla comprensione di come funziona l’universo, al non giudizio, alla non lamentela, a vivere intensamente il presente, a non supporre più nulla ma a chiedere… in una parola AMORE. è così difficile e così semplice. naturalmente non sono un illuminato ma uno che ha iniziato a capire ed a mettere in pratica. non hai idea quanto è potente il solo iniziare la giornata con un lieve sorriso stampato in faccia (fosse anche non sentito all’inizio è lo stesso), tenerlo lì il più possibile e riprenderlo appena ti accorgi di averlo perso; la vita fa il resto, i problemi svaniscono, le persone si aprono e sono gentili, le giornate non sono mai noiose o pesanti. provare per credere!
Vero che non è poi così brutto come dicono, invecchiare? Mi fa piacere che non sono il solo a pensarlo….
Grazie per la tua bella testimonianza!
…e,a proposito del…”Tàglio”…evocato dall’Ing…
ce ne vorrebbe proprio,vista la dilagante Iniquità,
Vno…”Gordìano”…Giusto,ergo,Necessario…
che troncàsse di netto il presènte…”Presènte”…
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che,altrimenti,durerebbe altri cent’anni ancora…!!!
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Ma il Fàtal+Evènto,il Solo capàce di metter a Justa+Morte
questo inìquo ed ingiùsto,diabòliko e satàniko “Regìme”,
solo l’Altìssimo***Onnipotènte…puòte decretàrlo…
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ergo…confidiàmo Vòglia fàrlo…..!!!!!
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