A seguito della pubblicazione di “Papillon” sul MITICO sito di effedieffe (che, non posso negarlo, mi ha riempito di orgoglio!) molti commenti sono stati sulla polemica (un po’ esagerato chiamarla così, ma non mi viene in mente altro) relativa al sacrificio cristiano. Sembra che la frase incriminata sia stata quella della conclusione: “siamo stati creati per la felicità“. Ad alcuni questo ha dato un po’ fastidio, ritenendo che il dovere del cristiano sia rinunciare alla felicità su questa terra, forse per meritarsi la felicità nella vita eterna o forse per essere meglio preparati (questa vita è una prova). Io sono d’accordo che vita sia una prova, una palestra, un allenamento… ma non completamente.
Per me è difficile disquisire meglio di molti preparati che sono intervenuti; io però ribadisco quello di cui sono intimamente certo, e cioè:
- Dio è padre buono (e madre, come ha ben detto GP I);
- come e più un buon padre per i suoi figli, ci ama di un amore per noi inconcepibile (se lo capissimo moriremmo all’istante);
- quindi desidera per noi solo il meglio.
Se poi noi abbiamo rovinato tutto (o quasi) col nostro peccato, non è detto che dobbiamo rassegnarci e sperare che questa vita passi più in fretta possibile, per passare alla cosiddetta “miglior vita”: come ha detto Gesù, il Regno dei Cieli è vicino, cioè la possibilità di vivere nell’armonia, nella pienezza, nella pace anche in questa vita sono tutt’altro che remote.
Forse si tratta di capirsi sui termini, perchè, come ha detto San Francesco, anche le cosiddette “pene”, nell’ottica cristiana, diventano motivo di gioia (“tanto è il bene che m’aspetto, che ogni pena m’è diletto“). Come conciliare questi apparenti opposti?
Mi viene in soccorso il video che segue, storia di un padre al quale il figlio chiese: Papà, corriamo la maratona? E il padre rispose: sì. Poi chiese il figlio: Papà, facciamo l’Iron Man? (specialità massacrante che comprende nuoto, ciclismo e corsa a piedi). E il padre rispose: sì. E adesso guardatevi il video.
Dopo averlo visto domandatevi:
- sono rattristato o rasserenato?
- mi ispira gioia o tristezza?
- Rido o piango?
- Amo il Padre più o meno di prima?
Forse a volte perdiamo troppo tempo a discutere del sesso degli angeli.
meraviglioso 🙂
vero? eppure dovrebbe essere una “pena”, una “croce”, e via dicendo. Ma l’Amore del Padre (di cui questo papà è sicuramente un ottimo rappresentante) è così grande che trasforma in gioa tutto.