Da quando, grazie al Cielo, mi è caduto dagli occhi il velo che mi impediva di vedere e capire la verità, non riesco quasi più a leggere le notizie riportate dai media senza un minimo di compassione per come i problemi vengono riportati, affrontati, e per come si tenta di risolverli centrando gli sforzi verso bersagli assolutamente inutili. Come l’altra sera, a sentire il ministro dello sviluppo economico, il concittadino Zanonato, che parla di aspetti assolutamente secondari come ricetta per uscire dalla crisi, o come oggi, quando, in viaggio per lavoro, mi sono ritrovato a leggere il “Corriere” (specifico l’occasione per sottolineare che NON l’ho comprato!).
Mi è caduta l’attenzione su un pezzo della Gabanelli che ripondeva all’ex ministro delle finanze Tremonti, e si capiva dal copia e incolla delle affermazioni che la giornalista faceva che lo “scontro” era sulle misure da prendere per limitare la dannosità dei derivati, quei contratti di finanza speculativa che hanno contribuito in massima parte alla crisi finanziaria del 2008 (quella definita dei “mutui subprime“). Anche in questo caso, come ogni volta che sento parlare di economia da chi non affronta il tema della creazione del denaro, mi è sembrato di sentire due persone discutere senza centrare l’aspetto cruciale del problema.
Di cosa si trattava? Sembra che l’aspetto fondamentale, oggetto della discussione, riguardasse la opportunità (sostenuta da Tremonti) o meno di inserire in bilancio le perdite da deprezzamento dei derivati solo alla loro scadenza, piuttosto che nel corso dei vari esercizi. Accessori, altri elementi di scaramuccia secondari, con reciproche accuse di maggiore o minore responsabilità del centrodestra o del centrosinistra nel consentire l’introduzione di tali derivati in Italia, di liberalizzarne il commercio e di consentirne l’acquisto e sottoscrizione anche alla pubbliche amministrazioni, in particolare quelle locali.
Potrò sembrare troppo arrogante: chi sono io per dare lezioni di economia e di contabilità ad un ex ministro e ad una giornalista del calibro della Gabanelli? E’ vero, non sono nessuno, ma se vi dimostro che in poche righe si può spiegare la vera natura di questi derivati e il vero motivo per cui dovrebbe esserne vietata la vendita, vi renderete conto anche voi che, anche in questo caso, l’informazione mainstream, come quella fatta dai grandi quotidiani nazionali, anzichè fare un servizio di informazione (per il quale peraltro percepisce ingenti somme pubbliche, realizzate cioè con il denaro delle mie e vostre tasse), anzichè fare informazione fa una vera e propria opera di disinformazione.
I derivati fanno capo principalmente a due tipi di titoli: i CDO e i CDS.
I CDO, Colateralised Debt Obligations, sono dei “contenitori” in cui viene messo dentro di tutto: dai mutui per la casa (inclusi i mutui cosiddetti subprime, quelli cioè firmati con titolari di nulla a garanzia, quindi sotto il livello minimo, il “prime“, appunto, anche detti NINJA: No Income No Job or Assets – Nessun reddito, nessun lavoro o possedimento), debiti di carte di credito “farlocche” (quelle spedite a casa per posta anche a chi non le aveva chieste), ecc. ecc. Cosa c’è di male in questo? C’è di male che con questi sistemi si taglia del tutto il rapporto, che dovrebbe essere di fiducia, fra chi presta e chi riceve in prestito, per cui esisteva la ricerca di rapporti duraturi, fiduciari, fra la banca locale e chi chiedeva un prestito, ad esempio, per comprare la casa. Mai e poi mai la banca locale si sarebbe sognata di andare a prestare i capitali all’ubriacone del villaggio, perennemente senza lavoro e totalmente inaffidabile, anche perchè l’operato della banca locale veniva monitorato dai cittadini che in quella banca avevano depositato i loro risparmi, e non avrebbero tollerato un comportamento “sconsiderato” a dir poco. Con l’avvento della globalizzazione, con la separazione e l’anonimato del rapporto fra correntisti, banca e richiedenti il prestito, la banca non ha più freni e, siccome guadagna dal debito che riesce a creare, ha tutto l’interesse a far aumentare questo debito, indipendentemente che questo sia sicuro o meno. Non mi sembra un concetto difficile da capire, se lo si può spiegare in poche righe.
L’altro “filone” riguarda i CDS. I CDS (Credit Default Swaps) sono stati spacciati come “assicurazioni sul rischio“: compri un titolo che si rivaluta se un altro titolo si deprezza, in maniera tale che funge da “paracadute“. A parte che il comportamento criminale di Goldman Sachs che vendeva ai propri clienti i CDO (vedi sopra) e si autoassicurava con relativi CDS, classico conflitto di interesse ai danni dei clienti turlupinati, anche in assenza di tali comportamenti truffaldini i CDS andrebbero vietati tout court. I più liberisti potrebbero obiettare: “E perchè? Un contratto fra due persone adulte e consenzienti non dovrebbe essere sempre valido? Se sono d’accordo loro, perchè no?” A parte che questo non è in genere sempre vero (se io firmo un contratto con un’altra persona che prevede qualcosa di impossibile o di illegale questo è automaiticamente nullo), esistono un paio di regole, nel mondo assicurativo, che rendono tali contratti una violazione del lecito, se non del legale. Le regole sono queste: non ci si può assicurare contro il danno di un bene che non si possiede o sul quale non si ha alcun titolo, quantomeno di conduzione se non di possesso, e il motivo è chiaro: potrei assicurare, in assenza di tale regola, la casa di un vicino contro l’incendio, ed avere in tal modo tutto l’interesse che tale casa prenda fuoco: incasso il premio senza averne alcun danno relativo. La seconda regola è che non si può assicurare lo stesso bene più di una volta, e anche qui il motovo appare chiaro: se il bene è assicurato 100 volte, potrebbe essere che il beneficio derivante dal sinistro (incasso 100 volte il premio relativo) sia di gran lunga superiore al sinistro stesso.
Insomma, regole di buon senso che però nel caso del CDS non furono applicate, perchè si potevano acquistare CDS relativi a CDO che non si possedevano, ed in qualunque quantità.
Quindi, senza essere un genio della finanza, basterebbe dire: la produzione e commercializzazione di tali titoli, appunto definiti tossici, è vietata e punita a norma di legge.
Avete capito adesso il perchè della mia delusione, quando vedo che tutto il dibattito, fra due pezzi da 90 come la Gabanelli e Tremonti, si limita alla possibilità o meno di inserire le perdite derivanti da tali titoli solo alla scadenza o meno? Ancora una volta, come il ministro dello sviluppo Zanonato che non parla mai di proprietà della moneta, si sta concentrando l’attenzione sui falsi problemi, su aspetti secondari, dando l’illusione che la risoluzione di questi possa prtare qualche beneficio all’economia.
Ma noi, con pazienza e amore, continuiamo a lavorare perchè avvenga il risveglio. E a fine giornata andremo dal Padrone a dirgli: siamo servitori inutili, tutto è nelle Tue mani.
[…] L’inutile polemica fra Tremonti e la Gabanelli […]
Gentili ed innocenti interlocutori,
l’opera che sta facendo Alberto su queste colonne è veramente grande, credete a me.
E se mi permettete, tenterò di spiegare con poche paroline facili facili che cosa sono i CDO (I collaterali):
La banca delinquente si dirige a un barbone, che dorme sotto i ponti, e gli dice: “Ehi, good boy, perchè non ti compri una casa?” (Che domanda). Tu firma qui un prestito e io, banca Goldman, ti do i soldi per comprarti la casa, con mobili e tutto, poi tu mi pagherai con comode e facili rate mensili. L’uomo tocca il cielo con un dito.
La banca sa benissimo che il barbone non è in condizioni di pagare un bel niente. È un “subprime, un sotto-subprime”: uno che non è in grado di pagare un bel niente.
Alla banca questo non interessa. Tanto i soldi che ti da la banca sono solo annotazioni scritturali elettroniche. A quella non costano un bel nulla.
Alla banca interessa essere titolare di un credito che scrive nel suo attivo patrimoniale: Crediti verso clienti.
Poi la banca riunisce una montagna di questi crediti inesigibili (che non saranno pagati alla scadenza). Ne fa una bella polenta. Li trasforma in obbligazioni “collaterali”, e promettendo un alto interesse, cioè un rendimento periodico alto, li vende a tutti, cittadini privati ed enti pubblici.
Il gerente della banca sa che una vecchietta ha i suoi risparmi di una vita e le dice: “Signora, perchè non compra le obbligazioni americane, che le fruttano alti interessi annuali?
E la vecchietta, che si fida dell’elegante impiegato di banca, della sua bella cravatta, delle sue scarpe e della sua faccia lucida, “investe”, compro i “Collaterali” le obbligazioni come le ha suggerito l’impiegato dalle scarpe lucide.
Solo quando viene la scadenza nessuno paga le obbligazioni. E la vecchietta perde tutti i suoi risparmi. Va dal gerente e lo minaccia con l’ombrellino rosa – Lei mi ha ingannato! – ma l’impiegato dalle scarpe lucide le risponde – Ma signora, scusi, non è sua questa firma nel contratto d’acquisto?
E la signora deve ammettere che, si, la firma è sua , e che nel contratto, con molti fogli stampati in corpo 4, in un linguaggio volutamente incomprensibile, sta scritto che responsabile del buon fine del negozio non è la banca, ma è la vecchietta.
E nell’inganno non cadono solo le vecchiette un pò rimbambite data l’età. Ma vi caddero grandi compagnie di fondi pensione, le quali, attratte dall’alto rendimento annuo, investirono i fondi dei loro clienti e furono al fallimento.
Ma la stampa e la TV, le brillanti giornaliste come la Gabanelli e l’importatissimo ministro che intende di economia, rimbambiscono gli ascoltatori e anzichè spiegare con parole semplici quel che succede, parlano in modo chic, volutamente incomprensibile, fatto ad arte per imbonire un popolo di pecorelle inconsapevoli studiose di Telenovelas e di partite di calcio. Alberto, tu non vuoi che io metta una cravatta di corda a questi delinquenti, lo so. N’est ce?
10 e lode. L’hai spiegato molto meglio di me! 🙂
Però la parte finale non mi trova d’accordo. Il sistema non va combattuto (tantomeno gli ingannati dal sistema): va semplicemente abbandonato.
Uno dei compiti delle banche centrali, oltre ad “emettere” moneta sarebbe di “vigilare” sulla, “legittimità”, sulla buona condotta degli istituti di credito.
Dov’erano allora le banche centrali quando banche come la Goldman Sachs effettuavano queste truffe: Vigilavano o non vigilavano sulla condotta delle banche?
Ma che vigilavano!, le banche centrali, private,sono di proprietà delle stesse banche che dovrebbero “sorvegliare”.
Insomma, sorvegliano sè stesse:
Come dice il Premio Nobel Harold Pinter: “Noi viviano in uno scenario di menzogne. E ci alimentiamo diariamente di menzogne, depistaggi e omissioni, astutamente messe in scena da: Classe politico amministrativa, giornalisti e “economisti” da operetta buffa. e da una magistratura con le sue bellissime toghe pene di importanti strisciette dorate e argentate, la quale recita la sua partre in commedia:
Traditori e saccheggiatori della nazione Italiana!
Altro che pugn….. come si dice in Romagna.
Giacca,Camicia,Cravatta…mah…
Orologio d’Oro…boh…
prevedibilissimo costume di scena!
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Ecco quindi uno che non s’è ancora…”liberato”…!!!
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