Sapevate che Steve Jobs, fondatore e CEO della Apple, un genio assoluto, uno che ha “creato” almeno 3 o 4 delle innovazioni/invenzioni che hanno rivoluzionato i nostri tempi (il Mac, l’iPod, l’iPhone e l’iPad), ha cominciato la sua vita nel peggiore dei modi? Rifiutato sia dalla madre biologica (che grazie a Dio non ha abortito ma l’ha dato in adozione appena nato), sia dai genitori che erano stati scelti prima della nascita, che volevano invece una bambina. Così, in fretta e furia, si trovò un’altra coppia che lo accolse a braccia aperte, e… il resto lo potete ascoltare dalla sua viva voce nel video allegato.
Non voglio rovinarvi la sorpresa e il piacere di ascoltarlo, ma vi invito a riflettere seriamente su quanto viene detto in questo discorso ai neolaureati di Stanford: a giovani ricchi, nel pieno dell’entusiasmo per la vita che gli si apre davanti, Steve Jobs addirittura parla di vita e di morte, e di come la morte dia valore alla vita, e di come si devono affrontare tutte le situazioni, per quanto tragiche possano sembrare, che ci capitano nel corso del nostro passaggio su questa terra, con la fiducia che tutto ha un senso, tutto si spiega, si ricongiunge, se visto col senno di poi (“connect the dots“).
E senza legami che imbrigliano la creatività, invita ad essere sempre “affamati e folli“: sempre in cerca di cose nuove, senza la paura di percorrere strade nuove, aprire nuove vie, provare percorsi diversi.
Un capolavoro come pochi.
[…] Tratto dal terzo episodio della serie (fantastica) di Shrek, questo spezzone contiene un insegnamento da tenere sempre a mente: il primo limite alla realizzazione dei nostri desideri e dei nostri sogni è nella nostra testa! Quello che ci hanno insegnato, che ci hanno inculcato, troppe volte è stato un limite alle realizzazioni che potevamo raggiungere (come ha detto anche bene Steve Jobs in questo video). […]
[…] di queste pagine, sono un appassionato ammiratore di Steve Jobs, in particolare dopo averlo visto nel suo discorso ai neolaureati di Stanford. Oggi che la sua persona fisica non è più fra noi, mi piace ricordare questa frase, già citata […]
[…] so, sono un po’ americanate dalla lacrima facile…. però fa il paio con altri discorsi, come quello di Steve Jobs, quando dice che” (la consapevolezza della) morte dà significato a tutta la vita” : […]
[…] spunti di riflessione, non ultimo il fatto che, come disse Steve Jobs nel famoso discorso tenuto ai Stanford nel 2005: “La morte è la miglior invenzione della vita, dà importanza a tutto quello che […]
Questo articolo, il video, il sul-cesso di Steve Jobs, le vostre opinioni, non sono altro che una delle tante trappole del Lato oscuro. E non bastano le simbologie della Mela morsicata, l’appoggio della candidatura per Al Gore (chi non conosce costui si informi), la campagna pubblicitaria ispirata a Orwel (che è andata in onda il giusto numero di volte: 1; tanto da farci credere “noi siamo i buoni, loro i cattivi”. Come la finta lotta politica. Se fosse però continuata avrebbe fatto riflettere un numero troppo alto di pensatori); la finta “guerra” tra lui e Gates… non basta tutto ciò, per avere sospetti. Per ingannare il lettore basta, poi, citare frasi sagge, fare bei discorsi ai giovani, e tutto si ottiene. Ma la tecnologia, fondata sulla base del Non amore e del Non senso in cui si ritrova la Terra, non può far altro che rimbecillire di più la già super “idiotizzata” mente umana; riflettete.. ad esempio.. per cosa vengono usati, questi “miracoli” tecnologici?… cosa ci fa la gente? A cosa ci servono? Migliorano il mondo? Non vedete ch’è solo uno strumento sponsorizzato dal potere?… dall’altra si ottiene una scienza che può essere usata anche dalle scimmie (unire e poi allargare pollice e indice per allargare l’immagine.. chi non è capace alzi la mano) e che serve proprio a privatizzare anche la creatività umana. L’ho detto solo per farvi prendere solo il parziale lato buono della storia di Jobs e delle sue parole.. Un saluto 🙂
Lungi da me voler mettere sull’altare Steve Jobs. Ma questo discorso è da incorniciare, almeno in alcuni passaggi essenziali.
Non butterei via il bambino con l’acqua sporca.
Il discorso di Jobs è più autentico di tanti discorsi fatti da bigotti religiosi che non affronterebbero mail il discorso MORTE come ha fatto lui. Eppure i Novissimi della Chiesa sempre utili ad ogni generazione di Santi ci consigliavano appunto di affrontare ragionamenti come quelli di Jobs. Ora: Jobs non ha avuto una educazione cattolica forse proprio per le complicazioni che ha avuto e che ci racconta con massima serenità sin dalla nascita. Una vita complicata, tutta in salita!
Quello che oggi sò è che lui è morto e Gates che vuole lo sterminio di un terzo della popolazione mondiale è ancora vivo.
Nella rete si puo’ trovare questo interessante documentario: Adriano Olivetti e Steve Jobs
http://www.youtube.com/watch?v=h4Wze5ZVefY
Che ho deciso di commentare per Ingannati.
Diciamocelo subito: E’ la FIAT per conto della CFR che ha fatto fuori finanziariamente e politicamente Olivetti e forse anche dato un mandato ad ucciderlo per conto terzi. Allora c’era Valletta e sappiamo cosa vuol dire questo nome nei Servizi Segreti italiani.
Dunque, Fiat, Eni, Pirelli, Mediobanca, Matteoli-Cuccia e tutti coloro, a partire da Confindustria che erano legati, chi in un modo o chi all’altro al petrolio e che non voleva che emergesse il modello elettronico-informatico come primizia italiana. Perché si sa, non è un comparto prettamente industriale.
Adriano Olivetti anche se pareva vecchio, è morto a soli 59 anni. Aveva una vita davanti a sé. E l’Italia con lui avrebbe potuto esplorare i confini interminabili del futuro. Ma, ahimè come è bizzarra la storia: l’anno dopo è morto anche il suo braccio destro a soli 37 anni. In questo scenario, due eventi tragici danno una svolta al destino dell’informatica italiana. Il primo è la morte d’infarto, nel febbraio 1960, di Adriano Olivetti. Il secondo, nel novembre 1961, è l’incidente stradale in cui il pioniere dell’informatica italiana, Mario Tchou, muore sul colpo. Tchou è morto a Santhià, vicino Vercelli in situazioni rimaste misteriose. Sarà una coincidenza pure questa? Nato a Roma nel 1924, era figlio di Evelyn Waung e del diplomatico Tchou Yin, che lavorava presso il Consolato della Cina imperiale presso il Vaticano.
Mario Tchou prima di morire si stava recando a Ivrea per discutere del progetto di una nuova architettura hardware a transistor, basata su un nuovo software: il nuovo progetto avrebbe dovuto utilizzare come linguaggio di programmazione preferenziale il Palgo, derivativo dell’ALGOL, e un assembler di nome PSICO. L’improvvisa morte di Tchou, successiva di un anno alla morte prematura di Adriano Olivetti, decretò la fine del progetto Elea (il laboratorio guidato da Tchou fu in seguito venduto alla General Electric). Entrambe le morti chiudono un’importante stagione per l’elettronica italiana, che vedeva allora la leadership industriale e tecnologica della Olivetti. Resto di stucco a pensare che di questo genio non si sappia praticamente nulla!
<>. Mario Tchou (http://www.scienzainrete.it/italia150/mario-tchou)
Ho quasi come l’impressione che sia Gates che Jobs abbiano lavorato proprio sui segreti di Tchou. Infatti, come mai nel filmato De Benedetti (che ha finito con il liquidare l’Olivetti) dice che è andato a trovare Jobs nel suo garage e che se allora gli avesse dato una mano oggi sarebbe l’uomo più ricco del mondo? Siamo sicuri sia questo il punto? Oppure bisognava consegnare le tecnologie a chi di dovere e poi starsene buoni?
http://www.ilfazioso.com/quando-quel-genio-di-de-benedetti-non-finanzi-steve-jobs.html
La storiella era stata già diffusa, ma oggi De Benedetti entra nei particolari confessando involontariamente di che natura è fatta la sua imprenditorialità: “Ero in California – racconta- con Jobs feci la più grande stupidaggine della mia vita. Piol mi disse: ‘Ci sono due ragazzi in un garage che che stanno facendo progetti. Passiamo un attimo’. Vidi ‘sti due ragazzi, erano Wozniak e Jobs (…) che mi chiese se ero disposto a mettere un milioni di dollari di allora 1980, per avere il 20% dell’azienda. Io dissi a Piol: ‘Ma non stiamo a perdere tempo con questi due ragazzi, abbiamo cose più serie da fare'”. Persino Furio Colombo fu Presidente Olivetti. Pensate a quanto poco potesse interessare la FIAT da metterci dentro due uomini suoi, come fa oggi con Mario Monti, che dopo aver lavorato per oltre un decennio nel board of director FIAT ora, a parte Montezemolo che fa finta di finanziarlo per la prima volta parlando del nuovo che “sale in politica” fanno finta di non averne mai saputo nulla di lui.
Il fatto è davvero sconcertante, soprattutto se si aggiunge che avevamo l’omologo di Steve Jobs in Adriano Olivetti, che nell’innovazione fu veramente lungimirante, anticipando coloro che prendiamo come anticipatori, gli USA. Dopo il successo del calcolatore CEP di Pisa negli anni ’50, chiamò un giovane ricercatore italo cinese dell’università americana Mario Tchou (fuga di cervelli verso l’Italia !!?) per realizzare negli anni ’60 insieme ad altri giovanissimi ricercatori italiani l’ Elea 9003, il primo computer commerciale a transistor, ricco di innovazioni come la costruzione logico sistemistica, il multitasking ecc. Tecnologia da primato assoluto resa ancora più invidiabile per il design sofisticato di Ettore Sottsass . Furono anni di successi travolgenti come il primo calcolatore programmabile dal design accattivante di Mario Bellini, Programma 101, ritenuto il primo personal computer, copiato due anni dopo averlo esposto al BEMA di New York dalla Hewlett Packard che dovrà versare alla Olivetti 900 mila dollari di royalties. Ma erano anni difficili, era già avvenuta la scomparsa di Mario Tchou e Adriano Olivetti, disgrazia che ebbe la punta dell’iceberg in De Benedetti, altro mito da sfatare, andato a produrre in Vietnam e finanziatore di giornali contro la delocalizzazione…. http://slashars.wordpress.com/2012/11/02/lo-strano-di-steve-jobs/
Siamo però agli epiloghi. Carlo De Benedetti entra nella Olivetti nel 1978. Praticamente è lui che ha impedito lo sviluppo del polo informatico in Italia lasciandolo in mano agli americani. Strategia militare? Il 78 non è un anno qualunque: muoiono Moro e Giovanni Paolo I. Il CFR, il Bilderber e la Trilateral e per loro Henry Kissinger, intimo amico di Gianni agnelli, stanno premendo sull’Italia. E’ il momento di impedire ogni riscossa. Adriano Olivetti viene additato come socialista-comunista-rivoluzionario. Al pari di Pasolini che è pure gay. E il Vaticano, con lo IOR, ne prende le distanze da entrambe.
Ma Tchou? Che c’entra Tchou che fra l’altro era di casa in Vaticano? Dal punto di vista tecnico ebbe la grande intuizione di utilizzare il silicio nell’hardware; soluzione destinata a diventare la base dell’informatica, anche dei giorni nostri. Dal punto di vista organizzativo Tchou non fu da meno, rompendo i rigidi schemi aziendali e dando vita ad un gruppo di ragazzi ai quali non veniva chiesto di timbrare un cartellino (anzi era concesso freetime in orario aziendale), quanto di realizzare un obiettivo. Ciascuno il suo, come meglio riteneva. Anzichè puntare sulle “teste bianche”, Tchou scommetteva senza paura sui giovani: “perché le cose nuove si fanno solo con i giovani. Solo i giovani ci si buttano dentro con entusiasmo, e collaborano in armonia senza personalismi e senza gli ostacoli derivanti da una mentalità consuetudinaria”, lamentando al tempo stesso la cronica assenza del nostro paese di un partner finanziario come lo Stato.
Alla morte di Olivetti l’azienda passa ad un colosso costituito da Fiat, Pirelli, Imi e Mediobanca; i quali vedono nel settore elettronico “una minaccia”: «In piena Guerra Fredda i calcolatori sono “tecnologia sensibile”», spiega il consigliere della presidenza del Consiglio dei ministri e addetto scientifico dell’ambasciata Italiana a Pechino, Giuseppe Rao. Se i computer sono stati gli 007 della Seconda guerra mondiale, all’inizio degli Anni 60 i tentativi della Cina di acquisire i saperi di una «tecnologia sensibile» sono l’argomento di chi sostiene la tesi dell’attentato a Tchou. Di fatto, nel 1964, l’azienda vende la Divisione elettronica all’americana General Electric.
Due anni prima era morto il presidente dell’Eni Enrico Mattei, che, dando scacco alle maggiori compagnie petrolifere mondiali, aveva rotto il monopolio delle fonti di idrocarburi per fare fronte ai rapidi consumi dell’Italia del boom. E si scopre ben presto che dietro a tutto c’è Eugenio CEFIS il fondatore per conto del CFR fondò in Italia la P2, quella che poi passerà in mano a Licio Gelli. E Pasolini aveva capito questo, scrivendo il libro Petrolio. Il giorno 1 di novembre, la sera, incontra Furio Colombo allora giornalista, e il giorno 2 novembre 1975 lo trovano cadavere all’idroscalo di Ostia. Pelosi di recente si fa intervistare da Walter Veltroni
http://www.youtube.com/watch?v=I7Zc2fMIfrU
Pasolini era stato anche collaboratore e consigliere di Olivetti, come molti artisti italiani del calibro di Eduardo De Filippo, così come molti architetti che realizzeranno le città-azienda, veri capolavori di società.
http://www.storiaolivetti.it/upload/pasolini1.jpg
Pasolini in precedenza aveva già tenuto due conferenze a Ivrea, sempre per iniziativa del Centro Culturale Olivetti, nel 1957 e nel 1966. Il Centro Culturale, nato nel 1951, organizzava per i dipendenti numerose manifestazioni culturali con dibattiti e convegni su temi di attualità, invitando specialisti di fama e personaggi di spicco della cultura contemporanea.
Persino Enrico Fermi (e qui sto parlando di ebrei, perchè anche Olivetti lo era) aveva suggerito investimenti sul campo dell’elettronica.
Ma qui rischiamo di parlare di un’altra storia, come quella in cui Giulio Carlo Argan, con l’approvazione di Pio XII e di Pasquale Rotondi salvarono tutto il patrimonio culturale italiano dalle grinfie di Hitler e soprattutto degli inglesi.
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/la-lista-di-pasquale-rotondi/399/default.aspx
Ma questa è un’altra storia che nessuno ci ha mai raccontato.
Dovremmo dar vita alla operazione salvataggio, creando una vera arca dove far salire i geni, gli artisti, i capitani di impresa, gli uomini e le donne di buona volontà.
mettiamo in un post a sè stante? mi pare che ci sia materiale sufficiente per far pensare ad un intrigo….
Grazie Alberto!
Per me va bene.
Alora ti prego di aggiungere in coda questo:
“Ma qui rischiamo di parlare di un’altra storia, come quella in cui Giulio Carlo Argan, con l’approvazione di Pio XII e la fattività di Pasquale Rotondi salvarono tutto il patrimonio culturale italiano dalle grinfie di Hitler e soprattutto degli inglesi.
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/la-lista-di-pasquale-rotondi/399/default.aspx
Questa è un’altra storia che nessuno ci ha mai raccontato. Dove nel 1991 Pasquale Rotondi muore investito da un motociclista il 2 gennaio, ed il sindaco di Sassocorvaro (Pesaro Urbino) Oriano Giacomi che lo aveva riscoperto -dopo anni di oblio fatto cadere sull’eroe che salvò l’arte italiana- è stato arrestato nel 2010 per detenzione di immigrati.
Ci basta come prova per comprendere che dovremmo dar vita alla operazione salvataggio, creando una vera arca dove far salire i geni, gli artisti, i capitani di impresa, gli uomini e le donne di buona volontà.”
Attualmente possiamo allo stesso livello [dei paesi più avanzati nel campo delle macchine calcolatrici elettroniche] dal punto di vista qualitativo. Gli altri però ricevono aiuti enormi dallo Stato. Gli Stati Uniti stanziano somme ingenti per le ricerche elettroniche, specialmente a scopi militari. Anche la Gran Bretagna spende milioni di sterline. Lo sforzo di Olivetti è relativamente notevole, ma gli altri hanno un futuro più sicuro del nostro, essendo aiutati dello Stato. Mario Tchou (http://www.scienzainrete.it/italia150/mario-tchou)
Questo mondo è così SCRUPOLOSAMENTE orrendo e INNATURALE, che l’unica spiegazione possibile è che sia stato così VOLUTO! E così continua ad essere.