Gli operai della società elettrica non capivano. Avevano spruzzato una dose alta del pesticida/erbicida Roundup della Monsanto 4 volte superiore al normale, ma le piante di canola intorno al palo della corrente elettrica, nella proprietà di Percy Schmeiser, in Canada, non erano morte. Il quale assicurava di non avere mai piantato semi di canola della Monsanto, che sono cosiddetti “roundup-ready”, cioè resistenti al Roundup. Da quel momento, nel 1996, cominciò il suo calvario, la sua battaglia da Davide contro Golia, che lo vide impegnato per il successivo decennio. Sosteneva di essere stato contaminato, a sua insaputa e contro la sua volontà, da sementi OGM della Monsanto.
La versione della Monsanto era ovviamente diversa: sosteneva che il sig.Percy Schmeiser fosse riuscito ad entrare in possesso dei semi geneticamente modificati, che ne avesse conservata una parte dal raccolto e che li avesse ri-utilizzati per i raccolti degli anni successivi, commenttendo così una infrazione al diritto di copyright della Monsanto.
Qui non entriamo nel dettaglio sulla tossicità o meno delle coltivazioni OGM (peraltro ampiamente provata, si veda BT cotton, rGBH, Glyphosate, ecc.), ma sull’aspetto giuridico: come si può (o si deve) tutelare l’opera dell’ingegno quando questa ha una cosiddetta “utilità” ripetitiva? Nel caso dei farmaci, ad esempio, la scoperta del principio attivo viene tutelata per un certo numero di anni (più o meno 10 o 15, a seconda dei casi); dopo, la composizione della molecola deve diventare di dominio pubblico perchè il presupposto è che quella molecola, quel principio attivo, fa bene, serve, e, una volta permesso alla casa farmaceutica di rientrare degli investimenti, è giusto che quella scoperta diventi di pubblico dominio (e si fanno i farmaci generici).
Nel caso degli OGM le cose sono molto più complicate.
- Primo, perchè il gene modificato si propaga autonomamente in tutte le generazioni successive.
- Secondo: perchè la diffusione delle piante OGM può avvenire anche indipendentemente dalla volontà degli agricoltori: vento, camion che perdono, ecc. rendono fisicamente impossibile la separazione fra le specie.
- Terzo, perchè gli OGM si propagano negli animali che se ne ciberanno, o nei cibi di cui verranno a costituire ingredienti (il mais, praticamente dappertutto), con conseguenze anche su chi non vorrebbe avere niente a che fare con questi prodotti (e per questo in un paese come l’Italia il fatto di vietare le coltivazioni OGM non ci garantisce dal cibarci di questi prodotti: ne mangiano gli animali da allevamento, per esempio).
- Quarto, perchè tali “mostri” hanno la capacità di alterare i delicati equilibri naturali in una maniera forse irreversibile (introduzione di conigli e volpi in Australia dice niente?)
Insomma, credo sia evidente che si sta giocando con qualcosa di gran lunga molto più pericoloso di quanto possa sembrare a prima vista. Come dice il sig. Schmeiser (e con lui tanti altri): “Nessuno può arrogarsi il diritto di controllare la vita. Nessuno può arrogarsi il diritto di controllare la Natura“.
Per tornare al nostro caso, dopo vari gradi di giudizio la suprema corte canadese arrivò ad una sentenza ambigua, che di fatto confermava l’accusa di aver violato il copyright ma non gli faceva pagare le spese processuali. Inoltre raccomandava ai legislatori di modificare il Patent Act (la legge sui brevetti) in modo che:
- Forme di vita superiore (ad esempio, piante, semi e animali non umani) che soddisfano i criteri di novità, non ovvietà e utilità siano riconosciuti come brevettabili.
- Gli agricoltori siano autorizzati a salvare e seminare i semi da piante brevettate o di riprodurre gli animali brevettati, a condizione che queste progenie non siano venduti come materiale di moltiplicazione commerciale o in un modo che comprometteo il valore commerciale al suo creatore.
- Protegga spettatori innocenti dalle accuse di violazione di brevetto per quanto riguarda la diffusione accidentale di sementi brevettate, materiale genetico brevettato, o l’inseminazione di un animale da un animale brevettato.
Insomma, una certa ambiguità: posso conservare i semi per ripiantarli l’anno prossimo, ma non posso farlo a fini commerciali: un po’ come quando vi scaricate un software o un film: se lo fate a scopo di lucro, non va bene (chiaramente se lo faccio per rivenderlo non va bene ma se lo scopo è quello di non pagare il biglietto, siamo nel caso fine di lucro oppure no?).
A conclusione della storia, un piccolo aneddoto carino:
il sig. Schmeiser trovò altre piante di derivazione OGM nei suoi raccolti. Allora chiamò la Monsanto e disse: “Venitevele a prendere, come da disposizione del giudice, sono vostre, Io non le voglio, non le ho seminate io.” Al rifiuto della Monsanto di andare ad estirpare quelle piante, assoldò delle persone, le pagò per estirpare quelle piante e mandò il conto (600 dollari) alla Monsanto. E di fronte al rifiuto di questa di pagare, la citò in tribunale (per 600 dollari!!!!). Immediatamente prima dell’udienza, la Monsanto accettò di pagare i 600 dollari.
Un prezioso precedente: se un coltivatore si trova il raccolto contaminato, può chiedere alla Monsanto di andare a togliere le piante OGM che lui non voleva. Se lo facessero tutti, Monsanto fallirebbe domani.
Mi sono chiesta come mai Monsanto esige che i suoi prodotti vengano ricomprati di anno in anno invece che vendere il prodotto con una sorta forfait di tipo decennale o ventennale. A chi ponesse problemi di natura economica per i compratori rispondo che esistono prestiti e mutui.
Se Monsanto fosse sicura del fatto suo potrebbe tranquillamente porre in atto una politica di vendita di questo tipo.
Perché mi sono domandata questo? Si è aperto un cassetto della memoria.
In questo cassetto c’era la lettura di un articolo letto moltissimo tempo fa sulla drosophila, un moscerino della frutta su cui erano stati compiuti esperimenti per indurre mutazioni genetiche con raggi X, legati alla dimostrazione del darwinismo.
Mi pareva di ricordare che i risultati furono assai deludenti, mutazioni quasi inconsistenti e inutili. La cosa “peggiore” era che i moscerini mutati in gran parte morivano o erano sterili. I sopravvissuti in grado di procreare, nel tempo riportavano il moscerino al suo stato primario.
Ossia tornavano gli esseri che erano in principio.
Capite bene che Monsanto non vorrebbe correre il rischio e lasciare che i suoi semi si riproducano da sé, perchè il tempo potrebbe portare i semi stessi a tornare come erano in origine o divenire sterili.
Infatti la scoperta fondamentale nell’esperimento con le drosophile è che il codice genetico, se modificato in qualche modo, ha la capacità di ripararsi.
La “Natura” ha pensato veramente a tutto…. 🙂
Come dice spessissimo Duxcuntactor le bugie di svelano da sole.
http://www.katholikos.eu/index.php?option=com_kunena&func=view&catid=25&id=779&Itemid=213
Sì, lo diceva anche Blondet (“L’uccellosauro e alltre..”): la scoperta dei meccanismi di autoriparazione a livello sub-cellulare è un bello schiaffo alla teoria evoluzonista.
Arriverei anche a chiedere la documentazione di presa di responsabilità dei produttori per i prodotti OGM messi in commercio.
Viene ricordato spessissimo, a proposito di fatti che cagionano danni all’umanità, lo slogan MAI PIU’.
Abbiamo già pagato e continuiamo a pagare un conto esorbitante in vite umane, ad esempio, con la messa in commercio dell’eternit. Moltissimi erano a conoscenza della tossicità, ma in nome del commercio e del profitto nulla fu fatto.
Sulla base di questo tipo di precedenti, i governi che sostengono di prendersi cura dei loro popoli, non dovrebbero avere difficoltà a richiedere ogni tipo di garanzia e dimostrazione della non tossicità di ogni singolo prodotto ai produttori.
A che pro infatti mettermi obbligatoriamente, pena una multa, la cintura di sicurezza per non farmi del male se poi nessuno mi garantisce, in prima persona, la TOTALE salubrità degli OGM?
Brilla in questa storia l’ambiguità, o meglio il doppiogiochismo della magistratura locale.
Apparentemente e con complicati giri di parole sembrerebbe tentare di proteggere la popolazione. In pratica invece fingono. la magistratura, lautamente foraggiata, protegge la Monsanto (il Monte santo dei savi di Sion).
“Guardatevi dai dottori della legge. Essi amano andare in giro con lunghi filatteri (nastri distintivi dell’importanza del loro ruolo), amano esser riveriti nelle pubbliche piazze e sedere nei posti di riguardo nei banchetti. Essi divorano le case delle vedove (dei più indifesi). Saranno giudicati con maggior rigore”.
(Riportato a memoria).
Cialtroni, truffatori e traditori dei popoli di fronte ai quali quali fingono di amministrare la giustizia. Complici, conniventi, in questo caso dei criminali avvelenatori di popolaziuoni innocenti.
Vieni presto Iddio PantoKrator!
[…] del diritto di copyright riferendosi ad una causa fra Monsanto e un agricoltore (analoga a quella di Percy Schneiser citata qui). E non tanto in quanto azionista della Monsanto, quanto per il principio ideale, la nobile causa, […]
[…] del diritto di copyright riferendosi ad una causa fra Monsanto e un agricoltore (analoga a quella di Percy Schneiser citata qui). E non tanto in quanto azionista della Monsanto, quanto per il principio ideale, la nobile causa, […]
[…] intorno. Per questo, intervenire e modificare, senza aver capito il tutto, oltre a denotare una smisurata presunzione (“sappiamo fare meglio della Natura“), produce quasi sempre danni ed effetti collaterali […]