Caro Vittorio, mi pento di non averti scritto prima, quando solo contro tutti facevi una cosa bellissima e unica: ti eri messo dalla parte degli ultimi, dei più soli, dei più poveri, senza chiedere nulla in cambio. Mi pento non perchè adesso tu non puoi leggere queste parole, adesso puoi vedere tutto, essere dappertutto, amare ancora di più tutti; ma perchè una goccia di conforto nel deserto in cui ti trovavi forse avrebbe potuto esserti utile; sono stato uno dei tanti della maggioranza silenziosa che, col suo non agire, fa forse più male della minoranza che opera attivamente il male.
Mi consola il fatto di pensare a te nella Luce, nell’Amore; mi consola il fatto di pensare che hai passato questa prima notte delle tua nuova vita fra le braccia della Mamma; come un bimbo che non dorme per gli incubi trova la pace e il riposo nel lettone dei genitori, tu stanotte ti sei addormentato cullato dal più grande amore che sia mai esistito sulla terra; l’amore di quella mamma che tanto bene conosce quei posti dove eri tu; che tanto bene conosce come si possa scatenare la rabbia e l’odio verso l’innocenza di chi non sa fare altro che bene; che tanto bene conosce la cattiveria degli uomini verso i buoni; verso chi ha l’unico torto di non tacere di fronte ai soprusi, alle prevaricazioni, ai delitti dei potenti.
Mi consola sapere che dopo tanti esempi di cattiveria umana, di atti di vigliaccheria, di omicidi (immagino a quanti strazi tu possa aver assistito), ecco mi consola sapere che sei nella Luce, vicino a quel Gesù che, come te, fu preso, massacrato e ucciso solo per non essere stato zitto di fronte alla menzogna; anche tu come lui, incapaci di fare del male, animati solo dall’amore per gli ultimi.
Perdonaci se non ti siamo stati abbastanza vicini prima; se abbiamo guardato da lontano con sufficienza al martirio di quei popoli o se -peggio- ci siamo girati dall’altra parte per non vedere quello che ci dava fastidio, nelle nostre serate comode sul divano di casa. Perdonaci se tanti come te oggi sono considerati eroi, quando la nostra “civiltà” dovrebbe rendere normale l’impegnarsi per gli altri, dovrebbe rendere normale la denuncia di chi commette soprusi, dovrebbe rendere normale la difesa dei più deboli. Anzi: dovrebbe bandire l’ingiustizia dal mondo, se tanto civilizzati ci vantiamo di essere. Invece no: siamo così “civili” che chi come te apre la bocca per dire cose scontatissime diventa improvvisamente eroe, unico, da ricordare.
Ti prego: da dove sei, continua la tua preziosa opera, perchè venga un giorno sulla terra in cui ci si domandi: ma che bisogno c’era di persone come Vittorio Arrigoni?
[…] è possibile che la sua colpa sia solo quella di essere “amica” su facebook di Vittorio Arrigoni: prova inconfutabile, per questi poliziotti, di essere terroristi. No, non è […]
Alberto, io non ci credo ma gli occhiali si sono appannati…grazie anche per quel bravo ragazzo.
Grazie Sofia. La sensibilità e la capacità di com-passione (sentire insieme agli altri) sono segnali di maturità e sviluppo spirituale… (io piango sempre! 🙂 )
PS peccato per la presentazione a Castelfranco…