volto

Parlavo con un amico, qualche giorno fa, dei vari esperimenti di comunità, di forme di vita diverse, più condivise, meno “chiusi nelle proprie case“, e mi diceva, questo amico, che la ACF (Associazione Comuntà di Famiglie) è una di quelle di maggior “successo“. Successo nel senso che le loro comunità sono quelle che durano di più, sono in crescita, e anche altri gruppi si stanno ispirando a loro per capire se esiste un “segreto“. Ma non c’è nessun segreto: semplicemente, una delle prime regole è quella del non avere aspettative dagli altri (le delusioni sono sempre figlie delle aspettative), e di avere la massima tolleranza per i gusti, le abitudini, i comportamenti degli altri. In effetti a volte capita di pensare che queste non siano vere e proprie comunità: sì, si mettono in comune i soldi e le esigenze; ma se poi una famiglia decide di andare a sciare un giorno, nessuno può sindacare su questo loro desiderio. Libertà innanzitutto.

Ieri a Messa, alla fine della predica per gli adulti, il nostro don Romeo ha chiesto ai bambini: è più facile copiare o fare di testa propria? E, presi due bambini per ciascuna delle parti, li ha messi a due tabelloni a disegnare; tutti e due dovevano disegnare un volto, solo che uno doveva improvvisare, l’altro doveva copiare un disegno. Il primo completa in 2 minuti, l’altro è ancora all’inizio. Gli aveva fornito un volto fatto da Raffaello, e questo era proprio in difficoltà Morale: non cercate di copiare, di assomigliare a qualcun altro, di fare la vostra vita uguale a quella degli altri. Farete un sacco di fatica, e anche se riuscirete ad avvicinarvi, e magari chi guarda da fuori dirà che siete stati bravi, per voi, che avete in mente quel modello impossibile, sarà sempre evidente la distanza con l’obiettivo che vi eravate posti. Invece siate voi stessi, inventate nuove strade, mettetevi in gioco, e non ascoltate quelli che vi vogliono tutti vestiti uguali, con le stesse scarpe, gli stessi zainetti, gli stessi giacconi. In fin dei conti anche qui si tratta di tolleranza anche se verso sè stessi: non esiste un unico modo, un’unica via: lo Spirito soffia come vuole, e chi siamo noi per decidere che solo una è la strada?

In un commento di qualche giorno fa qualcuno sosteneva che una strada fosse quella giusta, e un’altra quella sbagliata. Ma chi l’ha detto che tutti dobbiamo fare le stesse cose? Che tutti dobbiamo percorrere le stesse strade? Che tutti dobbiamo fare le stesse battaglie, e passare le stesse prove? La bellezza di Dio è che il Suo abbraccio è grande, e la sua tolleranza infinita. E chi siamo noi per mettere limiti al Suo Amore?