Nel capitolo sull’informazione ufficiale ho evidenziato come la percezione delle masse possa essere direzionata verso credenze sbagliate anche senza dire esplicitamente delle bugie, senza pubblicare falsità. Basta dosare opportunamente gli spazi, fare una scelta accurata delle immagini da pubblicare, scegliere accuratamente le parole e il modo in cui esporre, e .. voilà! Il gioco è fatto!
Quello che ci viene detto, anzi, il modo in cui ci viene detto, crea delle storie completamente diverse nella nostra testa a seconda delle parole e delle immagini utilizzate proprio perchè parole e immagini, attivando diversamente i neuroni, generano delle immagini e attivano dei ricordi completamente diversi. Pensate all’enorme differenza che fa sentirsi dire da un dottore: “Lei ha un tumore, ma se si opera ha il 90% delle possibilità di salvarsi!” rispetto a “Lei ha un tumore, e se si opera lei ha il 10% delle possibilità di morire.“. Eppure il concetto è lo stesso: ma lastoria che viene creata nella nostra testa è completamente opposta.
Nel film Fair Game viene riportata la storia vera di una agente CIA (Naomi Watts, bellissima) e di suo marito (Sean Penn, bravissimo), coinvolti nella ricerca di prove sui programmi per la costruzioni di armi di distruzione di massa da parte di Saddam Hussein. Entrambi non riescono a trovare niente, anzi trovano proprio il contrario, ma la decisione di far partire la guerra è già stata presa. Sullo sfondo di una toccante vicenda familiare si può osservare come la macchina da guerra, una volta messa in moto, non risparmia nessuno, inclusi i suoi fedeli servitori che però hanno il torto di dire la verità.
E l’informazione ufficiale è complice in tutto questo, spostando l’attenzione dalla domanda fondamentale: “Perchè andiamo in guerra?” a “Chi è la moglie di Joe Wilson?”.
Riporto il discorso finale di Sean Penn (=Joe Wilson), a mio parere un capolavoro che dovremmo sempre tenere tutti a mente.
Chi di voi conosce le sedici parole del discorso del presidente Bush che ci hanno portato in guerra? Chi di voi sa come si chiama mia moglie? Allora come fate a sapere questo e non quello? Quand’è che la domanda è cambiata, da “Perché stiamo entrando in guerra?” a “Chi è la moglie di quest’uomo?”
Io ho posto la prima domanda, ma qualcun altro ha posto la seconda e ha funzionato. Perché nessuno di noi conosce la verità.
L’attacco che è stato sferrato non è stato sferrato contro di me. Non è stato sferrato contro mia moglie. È stato sferrato contro di voi. Tutti voi. Se questo vi fa arrabbiare, o non vi fa sentire rappresentati come vorreste, fate qualcosa, ragazzi.
Quando Benjamin Franklin uscì da Independence Hall subito dopo la seconda stesura della Costituzione, in strada fu avvicinato da una donna che gli chiese: “Signor Franklin, che sorta di governo ci avete lasciato in eredità?” E Franklin disse: “Una repubblica, signora, se saprete mantenerla”.
La responsabilità di un paese non è nelle mani di pochi privilegiati. Noi siamo forti, e siamo liberi dalla tirannia e lo saremo finché ognuno di noi avrà sempre in mente qual è il suo dovere di cittadino. Che sia per chiedere conto di una buca in fondo alla strada o delle bugie in un discorso sullostato dell’Unione, fatevi sentire!
Fatele quelle domande. Pretendete la verità. Nessuno vi regalerà mai la democrazia, statene certi. Ma questa è la nostra democrazia. E se facciamo il nostro dovere, sarà la democrazia in cui i nostri figli vivranno.
Dio benedica l’America.
E’ UN FILM CAPOLAVORO CHE SONO CONTENTO DI AVER VISTO; MI PIACEREBE CHE ANCHE NEL NS PAESEA VESSIMO UOMINI E DONNE COME I CONIUGI WILSON. PURTROPPO A NOI CI TOCCANO I CONIUGI MASTELLA, O COME ORA I… BOSSI.
PECCATO
[…] Articolo di Alberto Medici * Link […]
[…] una coppia di agenti dell’Interpol, lui Clive Owen (Inside man, Elizabeth) lei Naomi Watts (Fair Game, The impossible, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni, ecc.) impegnati in una indagine contro […]
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