L’amico Fabio Massimo, già Cogitur Escogitur su Facebook, in risposta al precedente articolo sullo standard aureo e i suoi pro e contro se ne è uscito con una serie di considerazioni interessantissime che sento il bisogno di riportare in un articolo a sè stante. Mi ricorda un esperimento, non ricordo se della scuola austriaca o di chi altro, di moneta (o buoni) emessi a scadenza: ad esempio 10 anni. Chiaro che l’accumulo di tali buoni, che perdono il 10% del loro valore ogni anno, non avrebbe alcun senso.
Grazie Fabio!!!! (PS: grassetti miei).
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Chi ha letto qualcosa di Silvio Gesell ha già aperto gli occhi su quella che è una verità fondamentale sulla moneta: il fatto che essa debba essere DEPERIBILE.
Perché DEPERIBILE è ogni ricchezza fisica prodotta grazie al sacro lavoro dell’Uomo.
E, siccome la moneta serve come:
- come “unità di misura” di tale ricchezza
- come “mezzo di scambio” per far circolare tale ricchezza (ESATTAMENTE come il sangue non è “ricchezza” in sé ma serve a far pervenire a tutti i distretti corporei la “ricchezza” organica costituta dall’ossigeno: che senza il sangue non potrebbe raggiungere tutte le cellule del corpo)
ne deriva, LOGICAMENTE, che anch’essa deve essere DEPERIBILE.
Viceversa (e seguendo la chimera che i figli degli uomini hanno seguito dalla notte dei tempi, a valle del Peccato Originale), ecco che si viene a creare una moneta indeperibile e, al limite, “immortale“. Una sorta di vero e proprio cancro economico, in cui viene sempre più valorizzata quella famosa “terza funzione monetaria” di cui si parla nei libri di economia: la moneta come RISERVA DI VALORE.
Ed ecco che, se essa diventa “riserva di valore“, e riserva inattaccabile dal normale deperimento organico e naturale che caratterizza tutti gli altri organismi (mentre il grano accumulato in un granaio può essere attaccato dalle tarme, la moneta metallica accumulata in un deposito è sostanzialmente inattaccabile), ecco che essa diventa il serbatoio, il combustibile ed il comburente permanente di tutti i possibili “attaccamenti” umani. La cui cifra caratteristica è appunto quella di voler “conservare” ciò che Dio vuole che passi.
Ed ecco che è proprio con l’acquisizione della terza funzione monetaria che essa acquisisce la sua natura di “sterco del demonio“. Guarda caso: fintantoché avevano funzione monetaria le canne di bambù o le conchiglie, la deperibilità era assicurata. Fu con l’introduzione della moneta metallica che si posero le basi materiali e strumentali perché l’ “attaccamento” umano (che, in quanto antitesi deformata e deformante dell’amore, è manifestamente uno dei massimi Inganni della Scimmia di Dio, come sottolineato in un articolo sulle “patacche del falsario“) potesse raggiungere parossismi inimmaginabili.
Fu con l’introduzione della moneta metallica che Mammona ebbe a disposizione uno strumento portentoso per esplicitare la sua operatività del tutto antitetica a quella del Padre Creatore ed Onnipotente (e infatti Gesù ci rammenta: non si possono servire due padroni).
Ma, nonostante l’avvenuta “metallizzazione”, vi era un antidoto alla “mammonicità” della moneta.
Un antidoto che Gesù ha certificato come tale, con parole altrettanto inequivocabili di quelle con cui ci invita a preservare le nostre anime, e se possibile anche i nostri corpi, dagli attaccamenti propostici massicciamente da Mammona. Quest’antidoto era (ed è) dato da Cesare. Sovrano legittimo ed unico che legittimamente possa “imporre” le tasse. Tasse che chi si fermi a riflettere sul fatto che la “seconda funzione monetaria” è in realtà quella essenziale (la moneta è tale perché circola. E, circolando, permette la vita del corpo economico) e che quindi è conseguentemente essenziale la presenza di un “circuito chiuso” entro il quale essa possa circolare (senza circuito chiuso non è -fisicamente- possibile alcuna circolazione): costui arriva facilmente alla conclusione che le tasse, prima che un’ “imposizione“, sono il frutto di una libera e consapevole accettazione.
Perché indispensabili al funzionamento “idraulico” del sistema economico.
Tutto questo l’avevo già scritto in post precedenti, ed è quello che fa notare lo stesso Paolo Barnard nel suo IPGC.
Le tasse non servono a pagare i servizi pubblici.
Le tasse non servono a “servire” il debito.
Le tasse servono a far riaffluire la moneta verso il suo punto iniziale, chiudendo così il circuito economico.
E stamattina, 25 marzo (giorno in cui si celebra oltre che l’Annunciazione anche e soprattutto l’Evento che fu il frutto del SI’ dato da quella Ragazza di Nazareth a quell’Annuncio: l’Incarnazione di Dio in Carne e Sangue), arrivo a capire, per Grazia di Dio e grazie alle considerazioni precedenti di Max e di Alberto, che le tasse svolgono una funzione ancora più importante: assicurare, oltre che la “circolarità” della moneta, proprio la sua “deperibilità“.
Gesù ci dice che è legittimo pagare le tasse a Cesare, poiché proprietario della moneta (che reca la sua effige).
E’ così che la moneta metallica (che nasce in opposizione a Dio, in quanto tentativo di “eternizzare” qualcosa che è intrinsecamente deperibile e transeunte: la ricchezza fisica e materiale) perde la sua natura offensiva nei confronti di Dio e diventa a Lui accettabile.
Solo appartendo a Cesare, che la emette, in quanto “proprietario” e che la richiede indietro. Così da evitare i dannosi (per l’anima dell’accumulatore e per i corpi di coloro che di quella moneta, che è in quantità finita, ne sono necessariamente privati) ed innaturali accumuli di quella stessa moneta.
Un sistema di moneta metallica (aurea, ma meglio ancora argentea: visto che di argento ce n’è molto di più dell’oro. E che siamo quasi 7 miliardi di esseri umani su questa terra, a far parte del corpo economico che ha bisogno della moneta-sangue) è legittimo SE E SOLO SE la moneta appartiene ed è emessa da Cesare: ed a lui ritorna con l’imposizione delle tasse.
E da lui viene rimessa in circolo, con la spesa pubblica.
Un sistema di moneta non-metallica (cartacea od elettronica) “redime” la moneta dal suo peccato originale di “pretesa eternità” (la banconota viene distrutta o il bit viene annullato quando non esiste più il bene fisico che aveva giustificato la sua emissione/creazione).
Ma si presta ad un “peccato originale” di natura ancora più grave: l’asservimento a Mammona, se tale moneta non deperibile è creata da Mammona e non da Cesare (che però continua ad imporre, a questo punto illeggittimamente, le tasse)
La divisione tra “Goldsmiths” e “Greenbackers” è, come quasi tutte le divisioni, funzionale ai disegni disgregatori dell’Avversario (dico “quasi” perché c’è una sola divisione che è giusto riconoscere come tale, e che è invece interesse dell’Avversario celare, ammantandola di un falso e pseudo-pietoso buonismo: ed è quella tra figli di Dio e figli degli uomini).
Ed in questa divisione-tranello tanti figli di Dio ci sono cascati, in buona fede.
Laddove, d’altro canto, tanti figli degli uomini -ben consapevoli di servire gli interessi del padre che si sono scelti- seminano consapevolmente zizzania nell’uno e nell’altro schieramento, per confondere le idee ai più deboli ed ai più piccoli.
Tale divisione letteralmente si dissolve nel momento in cui si focalizza le verità essenziali sulla moneta:
- che essa è tanto più sana, e fruttifera e benefica quanto più CIRCOLA e non RISTAGNA (gli accumuli di moneta, così come gli accumuli di sangue, così come gli accumuli di merda: fanno male a tutti)
- che la CIRCOLAZIONE implica necessariamente un CIRCUITO CHIUSO
- che un circuito è CHIUSO se il punto iniziale (o punto d’ingresso/generatore/emettitore) della moneta concide col punto finale (o punto d’uscita/distruttore/assorbitore) della stessa
- che la moneta deve essere il più possibile conforme alla ricchezza fisica scambiata. E che se questa ricchezza è massimamente deperibile, anch’essa deve essere massimamente deperibile.
- che l’assenza di deperibilità (laddove si utilizzi una moneta metallica) comporta necessariamente un’azione più “invasiva” di Cesare, per ristabilire equilibri improntati a giustizia ed equità, laddove il libero operare degli uomini ha provocato accumulo di moneta metallica da parte dei più furbi e spregiudicati. E che in un regime di moneta metallica, l’imposizione delle tasse è assolutamente vitale: sia per “chiudere il circuito” che per spostare gli equilibri economici verso la direzione della giustizia e dell’equità
- che le TASSE si pagano a Cesare, laddove Cesare stesso sia il proprietario della moneta: qualsiasi differente configurazione, ci mette a rischio di asservimento a Mammona.
Auguro un buona e santa Domenica 25 marzo a tutti.
Fabio Massimo Patricelli
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