Nel film “In Time” Justin Timberlake è il protagonista di una avventura ambientata in un futuro in cui, grazie ai progressi della scienza, l’invecchiamento di ogni essere umano si ferma ai 25 anni; poi rimane un anno da vivere a meno che, lavorando, non si acquisisca ulteriore “credito” o tempo, allontanando il momento della fine. Quindi tutti gli adulti, indipendentemente dalla loro reale età, sono come dei ragazzi venticinquenni; mamme, figlie, nonni.
Ognuno ha un contatore sul braccio sinistro (chip rfid, marchio della bestia, dice niente?) che segna, con un conto alla rovescia, il tempo che gli rimane da vivere. E questo tempo è una sorta di moneta di scambio: si comprano i beni e servizi di cui si ha bisogno, si viene pagati del proprio lavoro, esiste una sorta di inflazione (“ma come? 5 minuti per un caffè? Ma se ieri costava 4 minuti?”) per cui tutti devono lavorare sempre di più per poter vivere ancora un po’, nonostante questo, paradossalmente, impedisca di avere più “tempo” per sè. Inoltre il tempo, questa moneta universale, può venire scambiato, donato, (anche rubato), semplicemente stringendosi la mano sinistra.
Ma questa è la situazione del popolo, della massa. Esiste una ristretta cerchia di super-ricchi; vivono appartati, in una sorta di quartiere isolato e super protetto, hanno centinaia, migliaia di anni a disposizione; e lavorano affinchè questo privilegio sia consentito solo a pochi, preoccupandosi di tenere nell’indigenza (=mancanza di tempo e obbligo di lavorare continuamente per “guadagnare un po’ di tempo”) tutti gli altri.
All’inizio della storia uno di questi super ricchi, stufo di vivere (centinaia e centinaia di anni), decide di suicidarsi ma prima di farlo regala il suo tempo al nostro protagonista, che comincerà così un’avventura alla scoperta dei meccanismi di cui era stato tenuto all’oscuro. La prima rivelazione gliela fa proprio questo super-ricco quando gli dice: “Ma non capisci che siamo noi che creiamo l’inflazione? Siamo noi che vi rendiamo la vita sempre più impossibile, e vi costringiamo a pagare sempre di più in modo tale che non ce la facciate, che dobbiate morire? Non capisci che se non facessimo così la terra prima o poi sarebbe sempre più popolata e non ci sarebbe più spazio per tutti? Tutto questo è fatto apposta!“.
Non voglio spingere troppo l’analogia con il signoraggio perchè mentre il tempo è reale, la moneta non lo è, e non vorrei ritornare sulla polemica che ho avuto di recente con alcuni amici che sostengono il reddito di cittadinanza come diritto universale: da quando hanno scoperto che la moneta si crea dal nulla si son detti: bene, allora creiamone un po’ per tutti!, dimenticando che la moneta è solo misura della ricchezza e non ricchezza in sè.
Certo è però che il film offre interessantissimi spunti di riflessione, non ultimo il fatto che, come disse Steve Jobs nel famoso discorso tenuto ai Stanford nel 2005: “La morte è la miglior invenzione della vita, dà importanza a tutto quello che facciamo“.
Da guardare in famiglia. E forse anche da riguardare.
bella recensione
oggi guarderò qualcos’altro da consigliarti
Questo film mi sembra una potente conferma di quanto intuii meno di tre anni fa, quando iniziai a guardare le Matrici di Inganno (a partire da quella monetaria) alla luce dell’escatologia cristiana.
Ossia, che dette Matrici (di Inganno, di Menzogna, di Peccato) potrebbero essere state messe su allo scopo principale di accreditare l’Anticristo come uomo di verità: perché sarà lui stesso a svelarle, una per una, “coram populo”.
Tante verità affermate allo scopo di far passare più facilmente la Grande Bugia:
che è lui il vero Messia e che Gesù di Nazareth sia stato solo un impostore (o, comunque, colpevolmente sopravvalutato dai Suoi seguaci).
Ho visto il film, la metafora è già ora molto vicino alla realtà:
http://www.alterinfo.net/Washington-rend-obligatoire-l-implantation-d-une-puce-RFID-pour-tous-les-americains_a60324.html
Qui si svela una parte della “bontà” del Progetto di Legge sulla Salute, voluto da Obama, o da chi per lui.. legge che renderà obbligatorio l’impianto di un microchip RFID per tutti i cittadini americani (loro si che sono avanti 😉
Caro Alberto.. o siamo tutti accecati da una comune paranoia complottista..
oppure siamo già arrivati troppo tardi..
possiamo segliere tra le due ipotesi, anche se, la mia natura ottimista, vorrebbe sempre una terza soluzione.
Non hanno più nessuna arma, li abbiamo scoperti. Possono solo rovesciare il banco (o minacciare di rovesciare il banco) ma ormai siamo liberi, e a certi ricatti non cediamo più.
[…] https://www.ingannati.it/2012/02/09/in-time-parodia-del-signoraggio/ […]