“Ho sempre avuto tre capisaldi nella mia vita: credevo in Dio, nella libertà in America, e nel metodo scientifico e nella onestà della scienza in genere. Ora credo solo in Dio.”
Dr. Judi Mikovits, Ph.D.
In riferimento al post di ieri, quello in cui sostenevo che se non ci fosse il web e l’informazione veramente libera che vi circola molte notizie non circolerebbero, devo rafforzare il concetto. Eh già, perchè se anche amici informati ed attenti, che non guardano la TV, parlando di vaccini mi dicono “… di quel medico che aveva pubblicato dati falsi e poi ha confessato tutto ed è stato radiato dall’ordine (Wakefield, ne ho parlato qui, qui, qui e qui)” allora significa che il nostro lavoro (gratuito) di diffusione delle notizie “scomode” è non solo indispensabile, ma deve essere spinto ancora, e molto di più.
Così, se Wakefield è il capofila dei medici che per le loro posizioni “a rischio” per l’establishment medico-farmaceutico (ricordo che lui non era contro i vaccini, ma semplicemente aveva detto che servivano ulteriori studi per dimostrare la sicurezza del vaccino trivalente, e questo gli costò il lavoro, la carriera, la fama, ecc.), se ne trovano molti altri che hanno pagato con la perdita del posto di lavoro, la povertà, la radiazione, ecc. come la dr.ssa Judy Mikovits.
Cosa aveva scoperto questa ricercatrice? Un virus di provenienza dai topi, denominato XMRV, sembrava essere collegato al tumore alla prostata e alla sindrome da fatica cronica, o CFS. Ma il problema vero era: come è possibile che questi virus fossero passati dai topi agli esseri umani? E in un peer review article pubblicato nel 2011 indicava proprio nei laboratori che producono i vaccini la causa della diffusione di questi virus, vaccini che, secondo il suo studio, almeno nel 30% dei casi contengono questi retrovirus di tipo gamma che entrano nella popolazione, in particolare nel vaccino trivalente MPR, e come una bomba ad orologeria possono causare diversi tipi di malattie, magari anche a scoppio ritardato, come alzheimer, SLA, ecc..
Era troppo: una notizia del genere poteva minare alle fondamenta un sistema molto redditizio e bloccare la diffusione di vaccini o, quantomeno, renderne la produzione molto più costosa, imponendo l’obbligo di controllare e purificare le produzioni.
E così, senza troppi complimenti, le viene chiesto di ritirare il suo studio, di modificare i dati, di firmare una abiura, cosa che lei non fa (e cita anche il dr.Thompson, quello del CDC che, a distanza di 10 anni, si è poi pentito ed ha dichiarato che in effetti sì, lui i dati li aveva modificati per nascondere la correlazione tra vaccini ed autismo, storia poi raccontata nei particolari del docufilm Vaxxed). Licenziata in tronco, le viene impedito di entrare nel laboratorio che dirigeva e, come se non bastasse, viene arrestata con l’accusa di aver rubato dei bloc notes dal laboratorio (accusa ridicola); viene rilasciata su cauzione, il marito paga 400.000 $ (vende la sua casa e impegna il suo TFR), ora vive disoccupata in afftto con la pensione del marito, ex dipendente statale.
Intervistata da Ty Bollinger, autore del documentario The Truth About Vaccines (l’ordine del tribunale di non parlare della sua storia è stato rimosso dopo 4 anni, l’anno scorso), confessa amaramente come la scienza e la medicina siano in mano ad una vera e propria mafia (medical mafia la chiama lei) che difende interessi di pochi, ad ogni costo e senza guardare in faccia a nessuno, incurante dei diritti di chi si trova sul percorso e, tantomeno, delle conseguenze catastrofiche sulla popolazione che certe scelte possono avere.
Il nostro dr.Gava, fresco di scomunica (radiato dall’ordine dei medici), può stare sereno: primo, è in buona compagnia; ma soprattutto (almeno finora) non è stato ancora incarcerato. Peggio ancora è andata al dottor Jeff Bradstreet, noto sostenitore della correlazione fra vaccini e autismo, stranamente “suicidatosi” con due colpi di fucile e poi -si dice – gettatosi in un un fiume.
E la causa di tutto è sempre il denaro, e ciò che gli uomini sono indotti a fare, per averne sempre di più. Come ha dichiarato uno dei tanti fuoriusciti dall’industria farmaceutica, Peter Rost, ricercatori, università, istituti di ricerca sono tutti col cappello in mano, a chiedere denaro, e le grandi multinazionali del farmaco sono le uniche che possono darglielo…. ovviamente scegliendo a chi e come darlo.
Alla faccia della ricerca scientifica e della ricerca del bene comune.
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