Uno scienziato trova la prova scientifica dell’esistenza della vita oltre la vita: e questo scatena una serie incontrollabile di suicidi, tanto che il governo lancia delle vere e proprie campagne per “invitare la gente a non suicidarsi“, per “restare su questa terra“, e così via. Questo scienziato vive su un’isola con un gruppo di discepoli che, come in una strana setta (vestiti con delle strane tute da metalmeccanico) lo seguono nel suo fantasticare, vero padre e padrone con potere assoluto sui suoi accoliti.
Per fortuna il figlio di questo scienziato riesce a scoprire che le immagini che questo scienziato aveva scoperto non erano relative ad un’altra vita, ma una semplice concretizzazione di “desideri” che il cervello aveva immagazzinato nella vita. Quindi, la gente si suicidava per nulla, e che vi credevate? Che c’era veramente una vita ultraterrena? Niente di nuovo, tutto come prima. Anzi no, conclusione con ciliegina sulla torta: si ritorna a vivere quante volte si vuole, ed ogni volta ci si crea uno scenario diverso, a proprio piacimento.
Fosse uscito in un altro periodo della mia vita, questo film non avrebbe suscitato nessuna curiosità nè alcun commento (nè tantomeno un post su queste pagine, questo mio diario virtuale che, come messaggio in una bottiglia nell’oceano di internet, lascio pensando che prima o poi qualcuno troverà).
Perchè in questo periodo sono particolarmente sensibile, e le mie “antenne” da complottista mi fanno pensar male (facendo peccato, come diceva Andreotti, ma azzeccandoci)? Perchè in questo periodo, come sa chi ha letto i post delle ultime settimane, mi sono appassionato delle esperienze di pre-morte (NDE), e ho scoperto, fra l’altro, che da qualche anno a questa parte stanno aumentando in maniera esponenziale, e stanno uscendo da un alveo di esperienze private, contribuendo a diffonderne la conoscenza e l’esperienza presso il grande pubblico. Normale quindi che Hollywood entri in campo, a gamba tesa (Robert Redford interpreta il protagonista), ma, a mio avviso, lasciando trasparire una notevole malafede.
In sintesi, gli elementi che stonano di più:
- La conoscenza dell’esistenza dell’aldilà non è un invito al suicidio. Se è vero che la morte (e quello che ne consegue) dà valore maggiore alla vita (come diceva anche Steve Jobs in questo suo famoso commencement speech a Stanford), proprio per questo motivo la vita assume un significato più profondo, e non certo va buttata via per accellerare un passaggio. Vero che tutti o quasi quelli che provengono da esperienze NDE soffrono di una grandissima nostalgia, ma questa non li conduce al suicidio, ma ad una vità diversa, più piena, più dedicata agli altri.
- La rappresentazione di questo scienziato come il capo, padre-padrone di una setta, rende inevitabile l’assimilazione con certe sette che portarono al suicidio collettivo della comunità nel suo complesso. Quindi una associazione assolutamente negativa che, per trasposizione, si può estendere al concetto: “chi pensa che esista vita oltre la vita si mette in un vicolo cieco di disperazione“.
- L’elemento essenziale della trama gira intorno alla scoperta del figlio del protagonista: come un abile detective, riesce a capire che le immagini ricavate dalla mente dei morti non riguardano una vita oltre la vita ma semplicemente la concretizzazione dei desideri, dei pensieri che il soggetto aveva durante la sua vita terrena. Quindi, scusate ci siamo sbagliati, nessuna prova di una vita oltre (non suicidatevi! Restiamo qua!).
- Il film è ritoccato digitalmente e, per tutta la parte ambientata nell’isola, prevalgono i toni grigi e le mezze luci. Solo alla fine tornano i colori, quando il figlio del protaginista ha capito l’imbroglio.
Quindi: un brutto film, che non centra la realtà, dimostra di non aver capito il messaggio degli NDEers, e falsifica le importanti scoperte, anche scientifiche, che queste esperienze portano (ad esempio l’assoluta certezza di una persistenza della coscienza, o anima, al di fuori del corpo, come dimosrato da parecchie di queste esperienze).
Volendo poi vedere, da bravo complottista, anche un po’ di malafede, un’ultima nota. Il potere non sopporta uomini liberi: non sono controllabili. E chi più libero (e quindi meno controllabile) di chi sa dell’esistenza di un aldilà, di una realtà ben più importante, di una vita oltre? E quindi chi più pericoloso di un credente?
Religio instrumentum regni, certo: ma la fede, quella no, non può essere tollerata. E allora vai con un film per allontanare i sempliciotti da certe tentazioni di eternità. State qui, che al vostro pasto caldo ci pensiamo noi. Panem et circenses, e più non dimandar.
Mi accorgo con sgomento che qualsiasi cosa riusciamo a dire con le nostre parole, di fronte a Verità inconfutabili e a prove ripetute, sempre sorge qualcuno che verrà a insinuare il sospetto che si tratti di sogni o di qualcos’altro.
Ho assistito proprio ieri su You tube al racconto riferito da uno scienziato russo, dissidente in patria, anni addietro. Egli fu invitato negli USA. Ma il KGB voleva impedirgli di andare. L’uomo venne travolto da un’auto mentre andava all’aeroporto diretto negli USA.
Ed egli racconta la propria esperienza di morte apparente e del suo “ritorno”. Sempre con elementi comuni agli altri che conosciamo; ma questa volta con qualcosa in più. Durante il suo “viaggio nell’aldilà” egli poteva parlare con bambini neonati, che normalmente non parlano. Una bambina neonata che piangeva sempre in ospedale gli disse che aveva un osso fratturato ed i medici non capivano di che cosa si trattasse. Ritornato alla vita terrena, l’uomo disse ai medici che quella bambina piangeva perchè aveva lo sterno o il bacino fratturato. Ed i medici, difatti riconobbero che era tutto vero. Dunque i bambini vengono dal luogo dove vanno i defunti e possono parlare con loro.
Questo mi ricordò una frase che si trova nel Vangelo apocrifo di Tommaso, tra i detti di Gesù: Non ricordo con precisione: “Chiedete ad un neonato dove si trova il luogo della Vita e quello ve lo dirà” Riporto la frase come la ricordo. Ma posso trovarla e citarla esattamente come la riporta Tommaso appunto nel suo Vangelo apocrifo..
Riporto adesso qui le parole esatte di Tommaso scritte nel suo Vangelo apocrifo (cioè nascosto):
Queste sono le parole che Gesù il Vivente ha detto e Didimo Giuda Tommaso ha trascritto:
…..
n. 4 – Gesù disse: L’uomo di età avanzata non esiterà a chiedere a un bambino di sette giorni dov’è il luogo della Vita, e quell’uomo vivrà.
Perchè molti dei primi saranno ultimi e diventeranno tutt’uno.