Sono stato l’altra sera a vedere ed ascoltare l’ottima Costanza Miriano (autrice di “Sposati e sii sottomessa”), a Chioggia, nell’ambito di una serie di incontri organizzati localmente nello splendido auditorium San Nicolò. Avendola già vista ed ascoltata diverse volte (vedi anche qui e qui), avevamo pensato di cogliere l’occasione, visto che c’è sempre da divertirsi imparando, o imparare divertendosi, con lei nei paraggi.
Le cose sono cominciate male: a partire dalla mia visita dal dentista, terminata ampiamente oltre il previsto, tanto che, arrivato a casa, pensavo che Chiara preferisse rimanere: e invece no: pronti, via! Panino mangiato in macchina, guidando sotto la pioggia, arriviamo quasi con mezz’ora di ritardo, fradici per tutta l’acqua presa nel tratto a piedi. Arrivati lì, scopriamo che anche la Miriano e la Marzano, cioè 2 su 3 dei relatori attesi, devono ancora arrivare, anche loro imbottigliati in qualche coda da pioggia/traffico/incidenti.
In un modo o nell’altro comunque arrivano, e la serata comincia. Una vera delusione, come prima impressione. Pochissimo spazio lasciato alla nostra eroina sia per la presenza insieme ad altri due, sia per l’esuberanza (e arroganza, direi) dell’altra autrice, Michela Marzano, docente di fiflosofia alla Sorbona e deputata PD. Lì per lì, devo dirlo, è stata una delusione: lo spazio concesso a Costanza si sarà limitato a 2-3 interventi per la durata (forse, al massimo) di una decina, forse poco più di minuti. Insomma: un po’ una delusione.
Ripensandoci a freddo, però, ho ripensato alla scenetta vista.
Alla nostra sinistra un uomo, Stefano Zecchi, pacato, tranquillo, intelligente ma senza alcuna vis polemica, colto e preparato certo ma molto più sulla falsariga del “vivi e lascia vivere“; alla nostra destra una donna combattente, esagtata, intellettuale logorroica che cercava di accattivarsi la simpatia del pubblico e di prendere il controllo della serata con ragionamenti cervellotici e sconfinanti nel sofismo puro (ad esempio una citazione: “amare significa dare quello che non si ha a chi non lo vuole”… embè??’).
E nel mezzo? La nostra Miriana, apparentemente schiacciata e relegata in secondo piano, ma tutto sommato icona al posto giusto, lei, che nei suoi libri ha spiegato così bene le differenze fra uomo e donna, ridendoci sopra, ma senza mandarle a dire a nessuna: la donna, disposta a dare tutta sè stessa, ma guai a toglerle il controllo della situazione (e di qui San Paolo che dice: “siate sottomesse ai vostri mariti”, chiedendo loro di fare la cosa più difficle); l’uomo, pacifico, sereno, un po’ pantofolaio, che chiede solo di essere lasciato in pace e di non avere grattacapi (e di qui San Paolo che che dice agli uomini: “Date la vita per le vostre mogli”, ancora una volta facendo la richiesta più paradossale e difficile).
Tutto sommato, a chi ha partecipato, Dio ha saputo parlare con una coreografia perfetta, senza bisogno, una volta tanto, che noi ci mettessimo del nostro. Anzi, forse dovremmo imparare sempre a lasciar fare a Lui a ad affdarci e a fidarci: Lui sa sempre come scrivere dritto, anche sulle nostre righe storte.
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