Alcune notizie degli ultimi giorni sono particolarmente allarmanti, e dovrebbero dare il peso della deriva in cui si sta portando questa società occidentale che finge di essere democratica.
Ad un medico britannico-palestinese, che ha appena prestato servizio a Gaza come volontario, e ad un ex ministro delle finanze greco, ad entrambi
è stato impedito l’accesso in Germania
dove erano stati invitati ad una conferenza sulla situazione palestinese. Non solo, gli è stato anche intimato il divieto di partecipare, anche da remoto, via zoom o strumenti simili, dal loro paese natale, da casa loro
(come se la magistratura tedesca avesse giurisdizione anche al di fuori dei confini della Germania, un po’ come Lula che impone a Musk di censurare le voci dissidenti su X anche al di fuori del Brasile).
A Roma (ma era successo anche da altre parti) la polizia carica e mena i manifestanti pro Palestina, la Meloni difende la polizia.
Quando si giunge a censurare le opinioni,
si impedisce di esprimere il pensiero, non si è più in democrazia, e questo dovrebbe essere chiaro a tutti: si può, ed eventualmente si deve, perseguire il reato, cioè l’azione concreta, la violenza, il furto, ecc., ma mai un’opinione.
Non veniteci a raccontare bugie:
dite la verità, che siete schiavi di quelli che non sopportano che i loro crimini e massacri di bambini vengano raccontati e denunciati.
Salve,
chiedo scusa, ma potrei sapere peché sono bannata dal canale telegram https://t.me/IngannatiAlbertoMedici ?
Non posso più accedere ai commenti… eppure non i pare di essere stata mai maleducata
Infatti, non so perchè, adesso vado a vedere!
Non trovo neanche i tuoi vecchi messaggi…. ma non sono stato io! Prova a rientrare.. se non riesci scrivimi in privato o su Telegram o su mail: medicialberto@yahoo.it
Grazie, oggi provo 🙂
Per meglio unire i puntini, vedasi quanto segue!
1. “Israele Uber Alles? O ci sarà alla fine una resa dei conti per i suoi crimini? ”
a cura di Philip Giraldi per The Unz Review, tradotto da Ossin.org, 17 marzo 2024
La guerra in Medio Oriente, 17 marzo 2024 – La lobby ebraica negli Stati Uniti riesce anche ad ottenere il blocco di TikTok, che mostrava troppe immagini del genocidio in corso a Gaza, mentre si rincorrono manovre per salvare la reputazione di israele (nella foto, il senatore Charles Schumer)
Ci sono state, nei giorni scorsi, alcune nuove interessanti dimostrazioni della sottomissione ad Israele del governo degli Stati Uniti a tutti i livelli, e del controllo da parte di Israele dei mezzi di intrattenimento e di informazione. Quasi tutti oramai riconoscono che tale situazione non è dovuta al fatto che gli statunitensi comuni apprezzino effettivamente ciò che Israele rappresenta, ma è piuttosto una conseguenza dei tanti soldi di cui può disporre la lobby israeliana degli Stati Uniti e dell’ampiezza della corruzione possibile, quando si è disposti a spendere miliardi di dollari per sostenere una certa causa molto mirata. E c’è anche lo strumento utilizzato frequentemente per mantenere in riga politici che potrebbero creare problemi, ovvero le campagne miranti a screditare ed emarginare qualsiasi critico dello Stato ebraico, comprese le accuse liberal, spesso fasulle, di presunti crimini di antisemitismo e negazione dell’Olocausto, per demonizzare coloro che vengono presi di mira.
Sia l’attuale che i precedenti primi ministri israeliani si sono vantati di controllare gli Stati Uniti e ci sono prove che in effetti possano farlo. La cosa più scoraggiante nello sturm und drang imposto dai sionisti, che è una sorta di guerra segreta diretta contro la Costituzione degli Stati Uniti, è stato l’impatto che ha avuto sui diritti reali di tutti gli statunitensi, ivi compresa la libertà di parola. La scorsa settimana Kristi Noem, governatrice del Sud Dakota e aspirante candidata alla vicepresidenza repubblicana, si è vantata della nuova legge del suo Stato che criminalizzerà l’antisemitismo. Poiché criticare Israele è considerato ipso facto antisemitismo ed è considerato un cosiddetto “crimine d’odio”, ciò significa, come alcuni hanno osservato, che gli Statunitensi del Sud Dakota e anche della Florida (grazie a Ron DeSantis) potranno criticare il proprio paese, ma non l’autoproclamato Stato ebraico. Paul Craig Roberts la mette in un altro modo, osservando: “Trovo straordinario che gli ebrei siano gli unici tra tutte le etnie a poter stabilire ciò che si può dire di loro. La vera minaccia non è l’antisemitismo. La vera minaccia è la distruzione della libertà di parola e il susseguirsi di leggi basate sullo status, che proteggono alcune etnie favorite e ne perseguitano altre. Ciò che è veramente necessario è un’alleanza contro coloro che stanno distruggendo le basi della verità, della libertà e di un governo responsabile”.
La settimana scorsa c’è stato anche un voto interessante al Congresso, che ha bloccato o imposto la vendita del social media cinese e del sito di networking TikTok, che è diventato molto popolare tra i giovani di tutto il mondo. Quello che i media hanno taciuto prima del voto, che ha bollato il sito come una “minaccia alla sicurezza nazionale”, è stato chi ha esercitato pressioni perché il disegno di legge venisse approvato. E la storia nella storia riguarda ancora una volta Israele. “Abbiamo un grosso problema con TikTok” si è lamentato il grottesco amministratore delegato dell’Anti-Defamation League, Jonathan Greenblatt, che sembrava impazzito perché i giovani di tutto il mondo non si bevono più la propaganda israeliana dal momento che il sito ha qualcosa come una “memoria” che li indirizza verso nuove informazioni o video per i quali avevano precedentemente espresso interesse. Molti utenti sono, secondo Greenblatt, interessati a ciò che sta accadendo a Gaza e ricevono informazioni ostili a Israele. L’approvazione a stragrande maggioranza del disegno di legge, che è stato portato al Congresso in tutta fretta, dimostra ancora una volta il potere della lobby israeliana. Secondo quanto riferito, l’American Israel Public Affairs Committee (AIPAC) è stato fortemente impegnato nell’attività di lobbying fino al voto finale. Tutto ciò dimostra purtroppo che Israele è in grado di decidere come gli statunitensi debbano comunicare e socializzare tra loro e con il mondo. A riassumere il punto di vista della lobby israeliana sulla questione è stata la sempre deliziosa ex candidata presidenziale Nikki Haley, che ha commentato così il disegno di legge: “Abbiamo davvero bisogno di vietare TikTok una volta per tutte e lasciate che vi dica perché. Ogni 30 minuti che qualcuno guarda TikTok in un giorno, diventa il 17% più antisemita e più pro-Hamas”. E c’è anche qualcosa di peggio, perché la legge non vieta solo TikTok. Conferisce anche al presidente il nuovo potere di vietare unilateralmente qualsiasi app o sito Web che ritenga costituisca una “minaccia alla sicurezza nazionale” se posseduto o controllato da un “avversario straniero”, come la Cina, ma anche Russia, Nord Corea e Iran. Addio libertà di parola e di associazione!
Proseguimento:
https://www.ossin.org/rubriche/210-guerra-medio-oriente/2960-israele-uber-alles
1A. Chi è Phil Giraldi:
Philip Giraldi is a recognized authority on international security and counterterrorism issues. He is a former CIA counter-terrorism specialist and military intelligence officer who served eighteen years overseas in Turkey, Italy, Germany, and Spain. He was Chief of Base in Barcelona from 1989 to 1992 designated as the Agency’s senior officer for Olympic Games support. Since 1992 he consulted for a number of Fortune 500 corporate clients.
Mr. Giraldi was awarded an MA and PhD from the University of London in European History and holds a Bachelor of Arts with Honors from the University of Chicago. He speaks Spanish, Italian, German, and Turkish.
Proseguimento:
https://councilforthenationalinterest.org/?page_id=29
2. The Elephant In The Room!
“The True Cost of Israel” by Phil Giraldi for “The American Conservative”
April 2017
https://www.theamericanconservative.com/articles/the-true-cost-of-israel/
Da notare il seguente passaggio significativo dell’articolo:
Since the foundation of the state of Israel in 1948, it has been “the largest cumulative recipient of U.S. foreign assistance since World War II,” according to the Congressional Research Service. The United States has provided Israel with $233.7 billion in adjusted for inflation aid between 1948 through the end of 2012, reports Haaretz. Current discussions center on the Obama administration’s memo of understanding with Israel that promised it $38 billion in military assistance over the next 10 years, a considerable sum but nevertheless a total that is far less than what is actually received annually from the United States Treasury and from other American sources.
Per meglio unire i puntini, vedasi quanto segue. Seconda parte.
“Alcuni professori della Sapienza di Roma hanno rivelato una lettera a loro inviata dalla fondazione Rothschild. Seppur con tono diplomatico, questa lettera è una chiara intimidazione.
Qualora il senato accademico avesse votato per interrompere la collaborazione con le università israeliane, ci sarebbero state ripercussioni come per esempio un declassamento del rating internazionale dell’università e quindi un danno significativo.
Per onor di cronaca, il senato accademico il 17 aprile ha votato esattamente come auspicato dalla fondazione Rothschild. È risaputo che i Rothschild siano dei sionisti della prima ora tanto da aver finanziato questo movimento criminale.
Con una semplice lettera ci sbattono in faccia intanto che nemmeno le università italiane sono libere, poi che di sovranità ne abbiamo meno di zero. Ed è gravissimo perché soprattutto nei luoghi del sapere non ci dovrebbe essere alcuna imposizione o interferenza estera.
Mattarella e Meloni hanno qualcosa da dire in merito?”
Riferimenti, post di Giuseppe Salamone del 19 aprile 2024 su:
https://www.facebook.com/byebyeunclesam
https://t.me/GiuseppeSalamone
Per meglio unire i puntini, vedasi quanto segue. Terza parte.
1. “Il contributo italiano nella nascita della Marina Israeliana” di Lino Mancini per “AltoMareBlu”, ottobre 2017.
Leggendo l’articolo di Franco Harrauer, “I Commandos del Silenzio”, recentemente pubblicato su Alto Mare Blu, mi sono chiesto: perché a distanza di settant’anni ancora aleggia una cortina di silenzio su quelli che sono stati i contributi italiani quando nel 1948 in Israele nasce la “Forza Navale di Difesa”, praticamente la Marina Israeliana? Anche in Italia sono anni difficili dove si cerca di riorganizzare la nostra Marina disattendo, per quanto possibile e in tutta segretezza, l’articolo 59 del trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio del 1947.
Questo articolo del trattato di pace, oltre che limitare il tonnellaggio del naviglio e il personale, vietava anche l’utilizzazione, la sperimentazione e la costruzione di mezzi d’assalto sia di superficie che subacquei, cioè quanto di meglio tecnicamente e operativamente era esistito nella Regia Marina Italiana. Cosa successe esattamente in proposito lo vedremo più avanti.
Premessa
Per capire se ci sono stati contributi italiani nella nascita della Marina Israeliana o di un settore specifico di questa, è necessario risalire ai primi decenni del secolo scorso quando, principalmente in Europa, i movimenti sionisti internazionali, che avevano come unico scopo l’istituzione di uno stato ebraico, iniziarono a formare la gioventù ebraica per le esigenze del futuro stato d’Israele.
Uno di questi movimementi giovanili, il “Betar”, fondato a Riga (Lettonia) nel 1923 e facente parte del “Movimento Revisionista Sionista”, composto da giovani studenti e operai, aveva come scopo principale quello di attivare una emigrazione di giovani ebrei europei verso la Palestina per contribuire alla nascita di un nuovo stato: Israele. Questi giovani ebrei, una volta in Palestina, attivavano fattorie agricole e contemporaneamente si arruolavano, per almeno due anni, in speciali brigate sia per difendere i loro nuovi insediamenti da attacchi portati dagli arabi che per partecipare, in appoggio ad altri movimenti sionisti, alla creazione di un nuovo stato ebraico.
Il Betar, non solo in Israele, ma anche nei paesi dove questi era attivo, creò delle scuole per formare istruttori e personale addestrato necessario per le proprie brigate, già attive in Palestina; nel 1930 fu perfino creata, a Tel Aviv, la prima scuola navale per la formazione di personale per azioni navali. Nel periodo tra il 1935 e il 1939 vengono create altre due scuole navali, una in Lettonia, dove furono formati circa 50 allievi, e una in Italia, a Civitavecchia, operativa fino al 1938, con la formazione di 153 allievi, buona parte dei quali faranno parte dei quadri della futura Marina Israeliana.
La nascita di questa scuola può essere attribuita direttamente alla volontà di Benito Mussolini che strinse un’intesa con Vladimir Ze’ev Jabotinsky, leader del “Movimento Revisionistra Sionista”; Jabotinsky, giornalista e soldato, aveva fondato ad Odessa nel 1919, una volta congedato dall’esercito britannico, la “Jewish Self defence Organisation” per l’ addestramento degli ebrei all’uso delle armi.
Proseguimento:
https://www.altomareblu.com/contributo-italiano-nascita-marina-israeliana/
Breve commento
Cioè praticamente, per costruire la marina israeliana si servirono della preparazione tecnica degli incursori della X Mas, unità speciale della marina militare durante il regime fascista, ma come mai i fascisti non erano il male assoluto per loro ebrei? Ah saperlo…..!!
Comunque, poi si presero subito il dito con pure tutto il braccio, vedasi il prossimo punto.
2. “Mossad base Italia
Le azioni, gli intrighi, le verità nascoste”, Eric Salerno, Il Saggiatore, 2010.
Roma, Via Veneto, la spia è tornata a casa. È tornata là dove tutto è cominciato. Tra volute di fumo e poltrone in velluto una voce autentica evoca perla prima volta nomi, date e luoghi. Ma con calma,con metodo, perché emerga limpido il mosaico dellanascita e dello sviluppo di una grande organizzazione,il Mossad.
Dall’incontro con lo 007 Mike Harari, Eric Salerno comincia a tessere una delle storie più incredibilie meno raccontate dello spionaggio internazionale:l’attività italiana dei servizi segreti israeliani.
Per oltre sessant’anni gli agenti di Tel Aviv hanno costruito, ideato e condotto le loro azioni facendo base tra Roma e Milano, complici i governi e i «servizi» del nostro paese. Dall’immigrazione clandestina degli ebrei sopravvissuti all’Olocausto al traffico internazionale di armi, dal sabotaggio della motonave Lino alle azioni armate contro le industrie italiane che rifornivano gli arabi. E poi, il rapimento Vanunu, passando per il misterioso disastro aereo di Argo 16, l’assassinio dell’intellettuale palestinese Wael Zwaiter, ordinato da Golda Meir per vendicare la strage di Monaco, e il caso Moro. Mossad base Italia ci regala un affresco inquietante e affascinante basato su documenti, testimonianze e un minuzioso lavoro giornalistico.
https://www.ilsaggiatore.com/libro/mossad-base-italia/
https://www.ibs.it/mossad-base-italia-azioni-intrighi-libro-eric-salerno/e/9788842816140
Per meglio unire i puntini, vedasi quanto segue. Quarta parte.
Due segni simbolici inequivocabili del loro ( dei sionisti ebrei americani e israeliani ) dominio su USA e Italia!
1. La Menorah posta di fronte alla Casa Bianca a Washington risale al 1979.
The tradition of the National Menorah dates back to 1979, and to an Orthodox Jewish leader in Washington named Abraham Shemtov, who thought the nation’s capital needed a menorah as well as a Christmas tree.
Then, the secretary of the interior initially denied him a permit to put a menorah on government property, on the grounds that it would violate the First Amendment, writes Rebecca Cohen for The Washington Post. What happened next was a classic piece of Washington insider work. Shemtov, she writes, “called his friend Stu Eizenstat, an adviser to President Jimmy Carter. Eizenstat gave the secretary a choice: Either approve the permit or deny the National Christmas Tree’s permit too. If he disobeyed, Eizenstat would take the matter straight to Carter, who would side with Eizenstat—a major embarrassment for the secretary.”
Proseguimento:
https://www.smithsonianmag.com/smart-news/why-theres-30-foot-menorah-national-mall-180961553/
Breve commento
E visto e considerato che l’Italia è una colonia europea degli USA dalla fine della seconda guerra mondiale e allora stesso identico marchio di dominio massonico ebraico anche in Italia, vedasi prossimo punto.
2. https://avanti.it/la-menorah-ebraica-di-fronte-a-montecitorio-tributo-al-sionismo/
PS è del 13 maggio 2023
Per meglio unire i puntini, vedasi quanto segue. Quinta parte.
“Roma : insegnante di filosofia e storia del liceo sottoposto a due procedimenti disciplinari per aver parlato agli studenti di genocidio in Palestina”, Blondet & Friends, 20 marzo 2024
https://www.maurizioblondet.it/roma-insegnante-di-filosofia-e-storia-del-liceo-sottoposto-a-due-procedimenti-disciplinari-per-aver-parlato-agli-studenti-di-genocidio-in-palestina/
Commento
Ma gli ebrei in Italia quanti sono in totale? Sono solo 30mila! Ossia lo 0,05% sul totale della popolazione italiana che al 31 dicembre 2022 ammontava a 58.997.201, ma non solo questo, dal dopoguerra a oggi, i tre più grandi leader italiani in politica e nell’industria statale, Enrico Mattei, Aldo Moro e Bettino Craxi, erano tutti e tre filo medio orientali e pro causa Palestina, ergo, come mai in Italia tutta questa grancassa mediatica pro Israele? Non è che per caso gli ebrei sionisti hanno da tempo ormai un potere abnorme in USA e siccome l’Italia è fondamentalmente una colonia europea degli USA e allora i politicanti italiani e pennivendoli italiani si mettono subito ai loro ordini facendo la figura degli zerbini? A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si indovina!
Riferimenti:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/quanti-gli-ebrei-in-italia-c-chi-dice-due-milioni-ecco-perch-lerrore-nasc
https://www.tuttitalia.it/statistiche/popolazione-andamento-demografico/
Grazie! Sempre ricchi e preziosi i tuoi contributi!