Chi mi conosce sa che da quando ho trovato il sito dell’ONS inglese, che mette a disposizione i dati dei morti CLASSIFICATI IN BASE AL LORO STATO VACCINALE, ritengo che non ci sia più alcun dubbio sulla correlazione fra sieri magici ed aumento della mortalità. E l’ho scritto diverse volte, affinando via via il metodo di calcolo del tasso di mortalità.

Nel video che segue (che mi è stato provocato dal vedere Vespa e Fauci che dicono, bellamente, “I dati nudi e crudi provano che i vaccini salvano la vita”) vi faccio vedere come ho fatto i calcoli sul foglio excel.

Aggiunta

Perchè l’ONS divide la categoria dei vaccinati in così tante sottocategorie? A pensar bene sembrerebbe solo uno scrupolo statistico, per avere dati più concreti; a pensar male…. ne viene fuori questo raccontini di fantasia:

Adesso racconto io una storiella, che spero possa essere utile a molti. Premetto che è puro frutto della mia fantasia.

Londra, poco dopo l’inizio delle vaccinazioni, ufficio centrale di statistica.

“Allora, sono pronti quei dati?

Ehm… sì capo… ma…

Ebbene? Che c’è?

Capo abbiamo un problema: le % di morti fra i vaccinati sono più alte che fra i non vaccinati.

e allora? Non ti ho insegnato che coi numeri si può fare quello che si vuole? Inventa qualcosa, dividi i campioni, trova dei cluster in modo che non si possa capire questa differenza…

Ma capo, c’abbiamo provato in tutte le maniere: per sesso, fascia d’età, zona geografica… niente, non si riesce a mascherare: in qualunque modo dividiamo il campione dei vaccinati, ogni cluster presenta percentuali maggiori.

Perchè non hai fatto la divisione temporale, idiota.

Come la divisione temporale?

Ma certo: se dividi lungo la linea del tempo, riesci a nascondere meglio i risultati.

Perdona capo, ma non capisco.

Perchè tu sei un analista e io il capo. Per semplificare, immagina che esista un solo vaccino, e quindi c’è chi se lo fa e chi non se lo fa. Chiaro che fra i due gruppi appare evidente la diversa percentuale di mortalità. Ma adesso ipotizza che noi, per motivi che ci inventeremo, decidiamo di dividere il gruppo dei vaccinati a seconda di quanti giorni sono passati dalla vaccinazione. Ci saranno quelli che si sono vaccinati da un giorno, da 2, da 3, e così via. E pubblichiamo le statistiche per singolo gruppo. Nessuno ci potrà accusare di non essere precisi e dettagliati: una statistica più di dettaglio di così… Quindi è chiaro che se, ad esempio, dopo 365 gg. dal vaccino la mortalità è “X”, in ogni singolo gruppo la mortalità sarà ridotta, mediamente ad un trecentosessantacinquesimo.

Capo ma è geniale! Ma come faremo a giustificare questo approccio?

Era solo un esempio. Non ci serve dividere il tasso di mortalità per così tanto, e poi abbiamo 3 vaccini, e il booster, potremmo dividere ogni categoria in chi l’ha ricevuto da meno di 21 giorni, chi da più di 21 giorni ma meno di 6 mesi, chi da più di sei mesi…

Quindi se uno andrà a vedere il tasso di mortalità di un cluster, ad esempio di ha ricevuto tre dosi, non capirà che quello è il tasso di mortalità di un gruppo che sono i sopravvisuti alle prime due, e nel confronto con i non vaccinati prenderà un abbaglio?

Vedi che alla fine capisci anche tu? Dài, mettiti al lavoro che nessuno deve capire il trucco.