Come ho avuto più volte modo di esprimere, anche su queste pagine, da tempo ammiro Novak Djokovic non soltanto per le sue doti atetiche ed agonistiche, ma per la sua carica umana e la sua profondità di spirito. E tutto questo (si veda la data dell’articolo linkato, inizio 2019) anche prima che lui diventasse, con la sua decisione di non vaccinarsi un  punto di riferimento del mondo del mondo dei contrari a questa imposizione che, lo diremo fino alla sfinimento,

  • non è un vaccino
  • non previene la malattia
  • non previene il contagio.

Per questo sono stato estremamente contento della sua vittoria oggi, dove non ha concesso neanche un set all’avversario e ha conquistato il suo decimo titolo agli australian open.

Alla premiazione si è presentato con un 22 cucito sulla maglia: sicuramente a molti questo avrà fatto pensare che è il suo 22esimo grande slam (uno dei primi 4 tornei al mondo, Australia Francia UK USA), pareggiando Nadal (ma in tutta una serie di altre classifiche, a partire dal numero di settimane come numero 1 al mondo lo distanzia di parecchie lunghezze). Pensate che tutto questo è stato ottenuto nel ventennio dei 3 tennisti più forti al mondo (lui, Nadal e Federer) che hanno vinto, loro tre insieme, più titoli slam di tutti gli altri tennisti del mondo di tutte le epoche messi insieme. Quindi i numeri di Nvak non si può dire siano stati ottenuti in un periodo di “bassa concorrenza”.

A me però piace pensare che quel “22” indicasse un’altra cosa.

Che lui volesse ricordare a tutti che nel 2022 questo torneo gli è stato rubato, quando gli è stato impedito di giocare perchè non vaccinato. Mi piace pensare che, presentandosi in mondovisione col 22 stampato sula maglia, abbia voluto ricordare a tutti l’ingiustizia cui lui (e miliardi di persone in tutto il mondo) sono state sottoposte nel 2022.

 

E se io fossi stato al suo posto, avrei chiesto: “Scusate, dov’è Shane adesso?” Shane è quello sportivo australiano che ha criticato Djokovic per non essersi vaccinato. E che ha detto che l’Australia doveva buttarlo fuori per dare il buon esempio. Peccato che Shane sia morto di… malore improvviso, come purtroppo tanti altri uomini di mezza età in buona salute, proprio nel periodo successivo alla campagna di “vaccinazione”.

Come avrei detto, al seguito della vittoria agli internazionali di Italia: “Scusate, ma io non dovevo essere morto, secondo il vostro capo del governo?”

Ma lui è troppo nobile per abbassarsi così. Non una parola su come è stato trattato l’anno scorso, ma solo un numero cucito sulla maglia: 22.

Ricordatevi il 2022. Questa è la memoria che dobbiamo mantenere.