Ormai lo abbiamo sentito molte volte:
- i dottori che nel 2020 hanno continuato a fare il loro mestiere, comportandosi come gli anni precedenti, e cioè andando a trovare i pazienti e prescrivendogli i farmaci abituali non hanno avuto nessun decesso;
- quelli che sono morti sono stati quelli – poveretti – che non sono stati visitati, sono stati isolati a base di “tachipirina e vigile attesa“, e, una volta ricoverati in ospedale, era troppo tardi.
Una interpretazione “buonista” era che il Covo19 è una normale influenza, aggravata però dalla mancanza di cure ma soprattutto dalla paura generata da media mainstream, con le loro immagini di bare e di morte.
Trovo ieri questo pezzo (sotto) di David Icke che spiega però qualcosa di peggio: i morti, nella fase iniziale, sarebbero stati addirittura indotti, perchè serviva una sorta di “starter“, un motorino di avviamento direi io, per cominciare a creare la paura e sostenere la narrativa pandemica.
Se questo fosse vero (*), i vari Speranza, Draghi, Palù, ecc., andrebbero veramente processati per omicidio volontario, strage, terrorismo, ecc.
(*) in una di quelle coincidenza che la Vita ti dà, proprio ieri una iscritta al mio canale mi chiedeva: “Ma allora, i morti a cosa sarebbero dovuti, se non esiste il virus?” E “per caso” (ma esiste poi il caso?) poche ore dopo mi ritrovo questo video.
Non siamo soli.
Aggiunta del 22 Gennaio 2023
Appena il giorno dopo aver pubblicato questo post (e – dirò la verità – un po’ ci ho pensato: ma ti pare veramente possibile che professionisti seri e preparati, abbiano ammazzato delle persone, magari inconsapevolmente, perchè gli ordini dall’alto chiedevano questi protocolli?”) mi arriva, puntuale, la risposta. E la risposta mi è arrivata immediata, con questo video che condivido sotto.
Bisogna stare lontani da questa classe medica, corrotta ed assassina.
1. “Se questo fosse vero (*), i vari Speranza, Draghi, Palù, ecc., andrebbero veramente processati per omicidio volontario, strage, terrorismo, ecc.”, Ing Alberto Medici
Nella denuncia che avevi presentato:
https://www.ingannati.it/2021/05/04/denuncia-depositata/
si ipotizzava che quei crimini fossero veri e per provarlo si fornivano numerosi indizi,. comunque, pure io l’ho presentata a giugno 2022 (con in aggiiunta appendice integrativa elaborata personalmente di circa 50 pagine ), mi han detto che i magistrati non l’hanno nemmeno toccata, e questa è la cosa meno grave…….
2. “Magistrati devono svegliarsi”, Avv. Renate Holzeisen lancia l’attacco ▷ “Denunce ignorate su vaccino”, RadioRadio, 18 aprile 2022
La magistratura, terzo polo fondamentale della triade del potere di Montesquieu, è apparsa la grande assente sul dibattito Covid e obbligo vaccinale. Da sempre protagonista nell’ambito delle contemporanee vicende storiche italiane, l’azione dei togati nel campo della questione pandemia e vaccino è rimasta di fatto timida, secondaria e con effetti poco incisivi.
Nonostante i molteplici ricorsi e denunce, come sottolinea l’avv. Renate Holzeisen, le procure italiane sono rimaste passive nel prendere in considerazione qualsiasi azione, perfino preliminare, spinta ad accertare possibili responsabilità legali in materia dell’obbligo vaccinale e reazioni avverse.
Per l’avv. Holzeisen questo è stato un fenomeno dai contorni tipicamente italiano, in contraddizione con quanto avvenuto in altri Stati europei, come ad esempio recentemente in Germania, dove la magistratura ha monitorato con maggiore attenzione il tema vaccinazione, intervenendo anche in modo decisivo sulle vicende sanitarie tedesche.
Le parole dell’avv. Renate Holzeisen:
https://www.radioradio.it/2022/04/magistrati-devono-svegliarsi-avv-holzeisen-lancia-lattacco-%E2%96%B7-denunce-ignorate-su-vaccino/
3. “Effetti della riforma Cartabia: stuprano e non fanno un giorno di carcere”, ImolaOggi, 11 gennaio 2023
DI GIUSEPPE PIETROBELLI – Il Fatto Quotidiano) – Non si è fatto un solo giorno di carcere in custodia preventiva, anche se è poi risultato colpevole di violenza sessuale ai danni di una ragazzina di undici anni e ora, dopo aver ottenuto una riduzione di oltre due anni, potrà scontare la pena a casa. Un veneziano deve ringraziare l’applicazione della riforma Cartabia se, nonostante la gravità del reato, potrà godere di questa scorciatoia giudiziaria che gli evita di varcare le porte di Santa Maria Maggiore.
E un cittadino ghanese, ormai abitante in Italia, si avvia verso l’archiviazione, sempre sulla base della stessa riforma penale, per l’accusa di violenza sessuale su una dodicenne con cui ha avuto rapporti dopo averla convinta ad andare con lui nella cantina di un palazzo. L’uomo, infatti, non è reperibile e quindi se entro il 19 giugno non verrà rintracciato per la notifica dell’atto di citazione, la causa sarà archiviata, in modo provvisorio, per tornare fuori dagli armadi (e dalle statistiche) solo in caso di identificazione della residenza dell’uomo. Darsi uccel di bosco conviene, anche perché la prescrizione non viene interrotta.
Due vicende molto simili trovano nelle pieghe della legge una giustificazione perché non si finisca in carcere o non si arrivi neanche alla condanna.
Il processo che si è celebrato in Corte d’appello a Venezia vedeva imputato un uomo già condannato dal Tribunale lagunare a 6 anni di reclusione per violenza sessuale, ai danni della figlia undicenne della compagna. Quando i fatti vennero scoperti e denunciati (la bellezza di 12 anni fa) il magistrato inquirente non ritenne vi fossero le condizioni per chiedere la misura cautelare. Così l’imputato è rimasto sempre a piede libero. Il primo grado fu subito appellato. Adesso è arrivato il secondo giudizio, appena tre giorni dopo l’entrata in vigore della riforma Cartabia. E l’imputato ne ha subito approfittato due volte.
L’avvocato Enzo Di Stasi ha anticipato il dibattimento raggiungendo l’accordo con il sostituto procuratore generale su quello che viene definito il “concordato con rinuncia ai motivi di appello”. Nei fatti è un patteggiamento in corso di procedura, con rinuncia alla Cassazione, che in questo caso ha portato a una pena di 3 anni e 8 mesi. Fino a dicembre il legislatore aveva vietato questo beneficio per alcuni dei reati più abietti: prostituzione minorile, pedopornografia, turismo sessuale minorile, spettacoli pornografici con minorenni, violenza sessuale, violenza sessuale ottenuta con somministrazione di narcotici, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale di gruppo. L’esclusione è sparita anche nei confronti di coloro che siano stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza. L’imputato veneziano ha poi ottenuto un secondo beneficio. Visto che la pena è rimasta sotto il limite dei quattro anni, ha potuto chiedere al giudice la trasformazione della detenzione in carcere negli arresti domiciliari. Morale: in una cella non ci finirà più.
Proseguimento:
https://www.imolaoggi.it/2023/01/11/effetti-della-riforma-cartabia-stuprano-e-non-fanno-un-giorno-di-carcere/
4. Obbligo vaccinale, ‘la Corte ha coperto i legislatori’,
pubblicato da ImolaOggi , 2 Dicembre 2022
a cura diAssociazione Arbitrium.
Oggi è il giorno della lucidità dopo il primo momento di scoramento. Fermo il principio che sia un abominio non aver censurato un obbligo vaccinale che ha contato 29 morti, la cui correlazione è stata accertata, restiamo in attesa della sentenza di cui soppeseremo ogni singola parola come abbiamo imparato a fare sempre meglio negli ultimi tre anni di compulsiva produzione normativa distopica.
Ribadiamo che la normativa sull’obbligo vaccinale non era stata abrogata e non lo è neanche ora ma l’obbligo non è più attuale, in quanto tutte le categorie ad esso sottoposte sono state reintegrate al lavoro.
Di fatto, dal comunicato stampa di ieri della Corte Costituzionale, non si evince che l’obbligo sia stato dichiarato legittimo. La cosa più importante è che per i sanitari non vaccinati che svolgono attività che non implica contatti interpersonali, la questione sia stata rigettata solo perché mal posta dai giudici di merito che hanno formulato, con ordinanza di rinvio, il quesito di legittimità costituzionale alla Corte. Quest significa “questione inammissibile per ragioni processuali”, ergo la Corte non si è affatto pronunciata né in un senso né in un altro e i giudici di merito continueranno a decidere le questioni de quibus in base alle proprie convinzioni e al personale sentire giuridico.
Sapevamo che la Corte avrebbe coperto le vergogne dell’agire del legislatore della cd emergenza: sancire l’illegittimità della sospensione dal lavoro senza prevedere la retribuzione a favore dei sospesi avrebbe aperto la strada ad azioni risarcitorie dannose per le casse dello Stato. Inoltre tutta la legislazione emergenziale è stata adottata con atti aventi forza di legge emanati dal Presidente della Repubblica in carica, che non ha mai chiesto, pur nei suoi poteri, un riesame al governo.
Quindi, nel caso di delibera di illegittimità, Mattarella avrebbe potuto essere sottoposto ad impeachment (messa in stato d’accusa).
Del resto verrà fuori quello che non volevamo, ma che sapevamo sarebbe accaduto: in emergenza i diritti del singolo possono cedere il passo di fronte all’interesse della collettività in base a un principio solidaristico che non tiene conto di 29 (29!!!!!!) morti accertate.
Dunque si passa da una Costituzione rigida, quale “era” la nostra, le cui modifiche possono aver luogo solo attraverso una particolare procedura, ad una Costituzione più che flessibile laddove l’elasticità sarà cosituita dall’emergenza di turno che legittimera’ il governo (ormai novello e unico legislatore) alla compressione dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini.
Lo si legge chiaramente in quel riferimento al “periodo pandemico”: “sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario”.
In buona sostanza, vale il discorso di cui sopra: se è noto il principio in base al quale “cane non mangia cane”, è maggiormente vero che nessun sistema si “autosana” dall’interno. La Corte Costitizionale ha dimostrato di non essere più giudice delle leggi ma giudice del Sistema di cui fa parte, a cui è asservita e al quale presta il fianco a sanatorie costituzionali, che farebbero inorridire uno studente del primo anno di giurisprudenza (soprattutto se si pensa che almeno la metà dei giudici della Consulta è composta da insigni professori ordinari di diritto costituzionale).
Proseguimento:
https://www.imolaoggi.it/2022/12/02/obbligo-vaccinale-la-corte-ha-coperto-i-legislatori/
Breve commento finale.
‘In Italia non importa quanti voti hai, se possiedi la magistratura governi’, Francesco Cossiga.
“Che la magistratura in Italia rappresenti una metastasi lo capisce anche un sordomuto, tant’è che da decenni fanno il bello e il cattivo tempo senza mai essere stati legittimati da nessun consesso popolare. Lo fanno e basta, sicuri della più totale impunità di casta”, Paolo Sensini, analista geopolitco, scrittore
Grazie.
Aggiornamento importante.
“Procedimento al Tar Lazio contro AIFA, esito udienza del 31 gennaio 2023”, ImolaOggi, 1 febbraio 2023
COMUNICATO STAMPA – AIFA NON POSSIEDE LE RELAZIONI DI EFFICACIA E SICUREZZA DEI VACCINI ANTICOVID
I 4 vaccini anti-Covid, non essendo stati sottoposti a tutti i necessari studi di sperimentazione, quali genotossicità e cancerogenicità (circostanze ben evidenti in tutti i bugiardini), non hanno mai ricevuto dall’EMA l’autorizzazione permanente, bensì “l’autorizzazione condizionata”, la quale, in virtù dei vigenti Regolamenti Europei, prevede l’obbligo per le case 4 farmaceutiche di depositare periodicamente, presso l’EMA e presso gli Stati membri, dati aggiuntivi e necessari per dimostrare l’esistenza dei requisiti di “efficacia” e “sicurezza”.
L’AIFA, ai fini del mantenimento in commercio dei 4 vaccini, ha emesso 4 Determine, Rep. 154/2020 – 1/2021 – 18/2021 – 31/2021, tutte pubblicate in Gazzetta Ufficiale, le quali obbligano le 4 case farmaceutiche a depositare PSUR (Rapporti periodici di sicurezza) e Relazioni intermedie di sicurezza entro precise tempistiche: nel caso di Pfizer tutta tale documentazione andava depositata entro luglio 2021.
Le lunghe indagini condotte dal novembre 2021 dalle Associazioni IDU (Istanza Diritti Umani) con sede a Novara, e DUS (Diritti Umani e Salute) con sede a Roma, hanno rilevato che le nostre Istituzioni, Ministero della Salute ed AIFA, non sono mai venute in possesso di detta documentazione, e pertanto non hanno mai potuto verificare la sussistenza di efficacia e sicurezza dei vaccini anti-Covid. Le indagini hanno condotto a 2 interrogazioni parlamentari, cui l’ex ministro Speranza non ha mai risposto, al deposito di una querela nei confronti di Ministero-AIFA-ISS-CTS, e ad un procedimento al TAR Lazio contro AIFA per richiedere l’esibizione di detta fondamentale documentazione, o il reperimento ai sensi di legge, di nominare un commissario ad acta che possa reperirli, e in ogni caso il ritiro dal commercio di tutti i lotti.
Nella scorsa udienza del 2 dicembre 2022 AIFA ha ammesso giudizialmente di non possedere quanto richiesto, pertanto l’autorizzazione condizionata dovrebbe essere dichiarata decaduta e/o illegittima, non essendo state soddisfatte le condizioni normativamente previste per il proprio mantenimento.
All’udienza del 31 gennaio 2023 AIFA non si è presentata (neanche con l’avvocatura dello Stato). I Giudici del TAR Lazio, dopo una lunga e accesa discussione, hanno espresso l’intenzione di voler rigettare il Ricorso per un vizio di forma. In questo modo non entreranno nel merito della questione, non affronteranno il problema dal punto di vista sostanziale (illegittimità della campagna vaccinale per violazione delle norme e per omesso possesso di certificazioni attestanti “efficacia” e “sicurezza”), e in definitiva, come molti altri Organi Giudicanti, faranno in modo di “non decidere”, sottraendosi alle proprie responsabilità, e quindi dall’emettere Sentenze scomode. Il Prof. Sinagra ha anche ammonito i Giudici sull’assenza di coraggio e di aver perso un’occasione per restare nella storia.
La sensazione, dopo questa vicenda, è che la nostra vera controparte siano proprio le Istituzioni, le quali continuano a negare giustizia nei confronti di chi ha creduto alla campagna vaccinale. Coloro che sono stati vaccinati attendono quella doverosa giustizia che non può essere negata da un vizio di forma o da una scusa procedurale.
Riferimento:
https://www.imolaoggi.it/2023/02/01/procedimento-al-tar-lazio-contro-aifa-esito-udienza-del-31-gennaio-2023/
Breve commento.
Conferma al 100% del commento nel precedente post!
Aggiornamento integrativo.
“Aifa diserta udienza su certificati di sicurezza dei “vaccini” Covid”, ImolaOggi, 6 febbraio 2023
L’Agenzia Italiana del Farmaco non si presenta in tribunale. Venerdì 3 febbraio 2023 al Tar del Lazio si è svolta una nuova udienza sui certificati di sicurezza dei sieri sperimentali anti-Covid. Tali documenti sono stati richiesti più volte, dall’avvocato Andrea Oddo e dall’associazione Istanza dei diritti umani (Idu), ma non sono mai arrivati.
Secondo i legali, il possesso di questi dati è la condizione senza la quale Aifa non avrebbe potuto commercializzare i farmaci: ci troviamo pertanto di fronte a una violazione normativa, resa ancora più grave dalle evidenze scientifiche ed empiriche sugli effetti avversi che sono emerse, dall’inizio della campagna “vaccinale” a oggi. Ne parla con l’avvocato Andrea Oddo. (video di Visione TV)
Proseguimento con audio video:
https://www.imolaoggi.it/2023/02/06/aifa-diserta-udienza-su-certificati-di-sicurezza-dei-vaccini-covid/
Aggiornamento.
“Ausl Romagna, ex direttore Aifa assunto per incarico da 730mila euro”, ImolaOggi, 3 febbraio 2023
“Non si trovano le risorse per un medico da impiegare sulla Mike 42, l’automedicalizzata che faceva base a Meldola, non si trova un milione di euro per completare l’ampliamento del Pronto Soccorso di Forlì. Il presidente della Regione e candidato segretario del Pd Stefano Bonaccini, mercoledì in visita proprio a Forlì, si straccia le vesti per i tagli alla sanità, sostenendo che mancano ancora i rimborsi degli ultimi tre anni per le spese Covid e il caro energia su cui il Governo Meloni appena insediato ha ben poche responsabilità. Ma poi non si batte ciglio per ingaggiare un nuovo super dirigente nazionale da inserire nel già ricco quadro di vertice dell’Ausl Romagna e per cui si impegnano ben 730mila euro nei prossimi cinque anni e per un settore non propriamente strategico come quello della qualità. Basta scusa, basta bugie. E’ evidente che il problema non è quello delle risorse economiche, ma il disegno è di indebolire la sanità forlivese punto e basta”.
Così Luca Bartolini, coordinatore forlivese di Fratelli d’Italia, commenta l’attribuzione dell’incarico quinquennale di direzione della Struttura complessa dell’Unità operativa “Qualità e Governo Clinico” dell’Ausl Romagna a Nicola Magrini, ex direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, chiamato nel marzo 2020 in piena pandemia dall’allora Ministro Speranza del Governo Conte alla guida dell’Aifa, e poi rimosso il mese scorso dal Governo Meloni dall’incarico con lo spoil system.
“La sostituzione di Magrini rientra, insieme a diversi altri dirigenti pubblici, nell’applicazione dello spoil system portato avanti dal governo Meloni che lo ha lasciato in carica solo fino al 23 gennaio scorso – ricorda Bartolini -. Ma il professionista, tempo una settimana, ha subito trovato ricollocazione nel nostro territorio: infatti, dal 1 febbraio, per effetto di una deliberazione del Direttore Generale dell’Ausl Romagna Tiziano Carradori (delibera numero 34 del 31 gennaio 2023), gli è stato attribuito un contratto di 5 anni quale direttore dell’Unità operativa “Qualità e Governo Clinico” per una spesa annua di 146.031,67 euro. Ma che coincidenza: proprio mentre Bonaccini lamentava presunti tagli nazionali al budget della sanità, l’Ausl della Romagna impegnava 730.000 euro per i prossimi 5 anni per un alto dirigente nazionale calato nel nostro territorio per la gestione della qualità del servizio. La qualità, lo possiamo anticipare noi a Magrini, da quando c’è l’Ausl Romagna sta calando e continuerà a farlo se si continua di questo passo: non si trovano risorse per far salire un medico sulla seconda automedicalizzata forlivese, un servizio di emergenza che deve salvare la vita ad infartuati, incidentati o con altri problemi urgenti di salute, ma nel giro di soli sette giorni si trova il modo di rimettere al lavoro, non nello staff regionale dell’Assessorato Regionale ma direttamente nell’Ausl che taglia questo servizio, un alto dirigente romano fatto fuori dallo spoil system del Governo Meloni. Un super dirigente che, per il suo curriculum, sarebbe stato già strano trovare a Bologna, figuriamoci in una azienda sanitaria del territorio dove le complessità da affrontare, peraltro in un settore non strategico come la qualità, non sono certo del tenore di quelle dell’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa)”.
“A Bonaccini, che a parole ha messo il diritto alla sanità in cima alla sua agenda, diciamo che se veramente la vuole riportare al centro del suo programma politico, allora deve ripartire dai territori, garantendo adeguati servizi ai cittadini mediante strutture a misura d’uomo e non tramite mega carrozzoni come l’Ausl della Romagna oramai gestita come un Ministero, più utile a riposizionare direttori generali romani ad ogni cambio di Governo che a fornire servizi all’altezza delle aspettative dei cittadini. L’Ausl unica è sempre stata presentata come una sperimentazione, ma in Regione non è stata seguita da nessun altra e, alla luce di tutte queste vicende – conclude Bartolini è evidente come la sperimentazione sia fallita. Riteniamo sia il caso di valutare la ricostituzione della vecchia Ausl di Forlì, che sicuramente non avrebbe tagliato un servizio di emergenza per il proprio territorio, un servizio richiesto da tutti i suoi 15 Sindaci, e neppure avrebbe potuto permettersi di essere usata per assumere direttori generali di agenzie nazionali finiti al centro dello spoil system”.
Riferimento:
https://www.imolaoggi.it/2023/02/03/ausl-romagna-ex-direttore-aifa-assunto-per-incarico-da-730mila-euro/
1. Reminder in quanto già inviata in passata email, ma vista l’occasione articolo che non si poteva non riportarlo per eventuali terzi lettori.
“AIFA, una Scia di Scandali, Rassegna scandali di chi dovrebbe proteggerci”, di Piero Rossi per Arezzoweb, 2 Novembre 2022
https://www.arezzoweb.it/2022/aifa-una-scia-di-scandali-541647.html
Breve commento.
Fatto bene, vale la pena una lettura.
2. “Big Pharma controlla medici ed enti sanitari. Ai pazienti va garantita totale trasparenza”, Vittorio Agnoletto ( medico, professore a contratto presso Università di Milano) per Il Fatto Quotidiano, 29 settembre 2019
L’allarme lanciato dall’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco, per il rischio che alcuni farmaci possano contenere sostanza potenzialmente cancerogene, ripropone ancora una volta al centro del dibattito pubblico, il complesso rapporto tra le multinazionali del farmaco e le istituzioni sanitarie.
Nelle stesse ore giungeva la notizia che in Italia in un anno, nel 2018 sul 2017, la spesa per i farmaci oncologici è aumentata di 659 milioni: oggi un ciclo di terapia con i nuovi medicinali antitumorali può arrivare a costare 100.000 euro. Tale prezzo non ha alcun rapporto reale con il costo di produzione e ricerca delle sostanze immesse sul mercato.
Questi fatti, tra loro differenti, evidenziano l’enorme potere e libertà d’azione che ha Big Pharma. Una forza che più di una volta è stata utilizzata per corrompere personaggi politici e dirigenti ministeriali in tutto il mondo, compresi gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Fa un certo effetto scoprire che lo specialista, al quale hai affidato la cura della tua salute, ha ricevuto un compenso economico da una delle più grandi aziende farmaceutiche del mondo e la sorpresa aumenta quando ti accorgi che anche l’ospedale superspecializzato, dove ti sei recato, riceve anch’esso fondi dalla stessa multinazionale. Provi a consolarti pensando che costoro ti prescrivono medicine e esami di controllo validati da enti scientifici al di sopra di ogni sospetto. Ma poi scopri che a ricevere finanziamenti dalla stessa azienda sono anche varie facoltà di medicina e le stesse società scientifiche che hanno il compito di aggiornare le linee guida indicando le migliori terapie per ogni patologia; non manca nemmeno l’Istituto Superiore di Sanità, organismo scientifico del Ministero della Salute, che ha il dovere di controllare le sperimentazioni in atto.
A quel punto di certezze te ne rimangono molto poche.
Proseguimento:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/09/29/big-pharma-controlla-medici-ed-enti-sanitari-ai-pazienti-va-garantita-totale-trasparenza/5485545/
3. Reminder ( articolo già segnalato nell’articolo “Avidità Assassina” ) Evergreen.
“Curare i pazienti non conviene, lo spiega Goldman Sachs
E’ conveniente curare i pazienti? No, secondo Goldman Sachs: se guariscono non si guadagna più. Il nuovo report di una delle più grandi banche d’affari al mondo”
di Andrea Pensotti per Affaritaliani, 19 aprile 2018
https://www.affaritaliani.it/blog/saluteuropa/curare-i-pazienti-non-conviene-lo-spiega-goldman-sachs-536112.html
Da segnalare con il pennarello rosso il seguente passaggio dell’articolo:
Goldman Sachs: il farmaco per l’epatite C funziona, ma i profitti calano
Nel report viene citato tra gli esempi il caso del trattamento per l’epatite C della Gilead Sciences (GILD) che ha raggiunto tassi di guarigione superiori al 90%. In USA le vendite di questo trattamento hanno raggiunto un picco di 12,5 miliardi di dollari nel 2015. Ma poi il profitto ha iniziato a crollare. Goldman Sachs stima che le vendite per il 2018 saranno sotto i 4 miliardi dollari.
“GILD è un caso esemplare, dove il successo per il suo farmaco per l’epatite C ha gradualmente esaurito il pool disponibile di pazienti trattabili” spiega chiaramente Richter “nel caso di malattie infettive come l’epatite C curare i pazienti diminuisce il numero di portatori del virus in grado di trasmettere lo stesso virus a nuovi pazienti, per questa ragione diminuisce il numero di pazienti disponibili. Dove invece il pool di pazienti rimane stabile (come nel cancro) il potenziale della cura comporta meno rischi per il business.”
4. Breve commento finale.
Insomma, per unire i puntini non ci vuole chissà quale mente geniale, tutt’altro, a meno che una persona sia uno struzzo masochisticamente o ignorantemente, that’s it!