Si osservava, qualche tempo fa, nella cerchia di amici storici, che anche chi fa molti corsi, segue percorsi di “risveglio“, fa pratiche esoteriche, ecc., molte volte ricade poi negli stessi errori, negli stessi preconcetti, nelle stesse paure.
Al punto che qualcuno osservava che, in fin dei conti, nessuno cambia: tutti rimaniamo quello che siamo, indipendentemente dai corsi che facciamo o dallo sforzo che ci mettiamo.
Io non credo sia proprio così, almeno non per tutti, e mi piacerebbe capire cosa può essere la molla che ad un certo punto punto fa dire a uno: “Adesso basta!” (come nel titolo del libro del famoso libro di Simone Perotti, che, nel mezzo di una carriera avvitaa in una multinazionale, a circa 40 anni passati da poco ha dato un taglio netto con la sua vita per cominciarne un’altra, completamente diversa).
Un altro esempio è quello di Nandra Schillirò, che quel taglio netto nella sua vita lo ha dato, almeno un paio di violte (si veda la sua intervista qui).
Riporto qui una clip da un’intervista a Massimo Mazzucco che mi è molto piaciuta dove racconta la sua esperienza. Voi cosa ne pensate?
1. Diciamo anche che Simone Perotti faceva la vita dell’arrampicatore sociale, vedasi questo articolo del 2011:
https://www.ilgiornale.it/news/era-manager-corriere-ora-vive-fienile-e-barca.html
poi subito ha capito che non era cosa sua quel tipo di vita molto stereotipata e siccome era nato in ambiente favorevole ( Frascati in provincia di Roma è un bel posto + papà dirigente Michelin ) e soprattutto aveva sviluppato anche diversi interessi autentici al di fuori del contesto lavorativo ( in primis scrivere e barca a vela ) e allora si è fatto coraggio e ha dato le dimissioni, confidando fiduciosamente sul fatto che la sua intelligenza e la sua passione verso questi suoi interessi autentici gli avrebbero dato da vivere dignitosamente, altra cosa fondamentale è che non aveva figli e legami sentimentali che lo ancoravamo a determinate situazioni.
Comunque, la cosa più importante che si sottovaluta molto è che lui fin da adolescente aveva coltivato interessi autentici al di fuori dello studio e stessa identica cosa fece durante la sua breve carriera di arrampicatore sociale, insomma, aveva già coltivato dei semi che poi gli hanno dato i suoi frutti perchè han trovato l’humus giusto ma senza quei semi non è che gli spuntavano dei frutti , ma proprio per niente , sarebbe rimasto probabilmente un arrampicatore sociale, mezzo o tutto frustrato perché stressato e insoddisfatto, that’s it!!
2. “ll punto che qualcuno osservava che, in fin dei conti, nessuno cambia: tutti rimaniamo quello che siamo, indipendentemente dai corsi che facciamo o dallo sforzo che ci mettiamo.”, Ing Alberto Medici
Breve commento
“Quando l’allievo è pronto, il Maestro appare”, detto Zen
evidentemente : o l’allievo non è pronto e quindi il Maestro non appare, oppure l’allievo sarebbe anche pronto ma non va fino in fondo e quindi poi il Maestro non appare.
PS ” Chi vuole salire in alto, deve vegliare parecchio la notte. Chi desidera perle, deve immergersi nel profondo del mare”, da ” La Mille e Una Notte”
3. Case History di successo di cambio di carriera di gente normale:
https://www.careershifters.org/success-stories
è in inglese e ci sono anche in altri parti del sito tanti altri consigli e spunti validi per chi vuole davvero cambiare carriera lavorativa , enjoy it!!
4. Ciao e buona domenica.
TheTruthSeeker
“Quando arriva il cambiamento (individuale)?”
Quando VUOI veramente fare esperienza DIRETTAMENTE.
…ergo, ascoltare le esperienze di “rottura” degli altri ti aliena la possibilità/capacità di produrre il tuo cambiamento.
Così continui a propalare il gatekeeping, seguendo il il “gran maestro’ Mazzucco (il Logorroicocomune)!
… comunque la domanda è mal posta, sarebbe dovuta essere: Cosa È che ti fa cambiare?
…sai, il tempo ed il denaro, essendo concetti astratti, non esistono. 😀
Almeno su una cosa siamo d’accordo, ed è ciò su cui non riusciamo a metterci d’acccordo:
– tu sostieni che l’UNICA forma di crescita è tramite esperienza,
– io sono d’accordo che l’esperienza sia la PRINCIPALE maestra di vita, ma credo che anche l’esempio, la conoscenza, ecc. siano tutte cose a supporto, e non in contrasto, con l’esperienza.
… è inefficace la mediazione, perché ognuno ha un sentire diverso a causa dei “pre-“, figurati quanto lo è l’insegnamento di uno (parte della stragrande maggioranza) che non pratica quello che insegna!!! 😉
…ed è inutile la difesa dei media, “buoni” o “cattivi” che siano: proprio perché mediatori, distorcono il vissuto degli altri, avendo il proprio “inquinato” dai propri “pre-“.
… infatti la tua ricerca della “crescita” è contraria ai processi naturali: presto o tardi arriva il conto… 😀
Anch’io penso, come Alberto, che l’esperienza degli altri possa essere spesso un valido supporto alla propria, come lo fu per me, ad esempio, questa di mio padre: https://accademiadellaliberta.blogspot.com/2021/08/guerre-passate-e-attuali-cause.html
Scrisse il poeta Gibran- “Insieme avanzate, come in processione, verso la vostra essenza divina. Voi siete la via e i viandanti. E quando uno di voi cade, cade per quelli che lo seguono giacché li mette in guardia contro l’ostacolo. Ma cade anche per quelli che lo precedono i quali, benché più celeri e sicuri nel loro passo non rimossero l’ostacolo.
eh, il problema irrisolto è l’avanzare: non sappiamo dove andare e l’ostacolo è lì apposta per farci tornare (strada sbagliata).
“…la Via è grande e unita, ma l’uomo preferisce i sentieri.”
Il “ritorno” è il compito dell’uomo che si è perso nella mente: per questo mi considero aperto nell’osservare e chiuso nel pensare.
Pensare in grande ed agire nel “piccolo”: questo è l’insegnamento.