Con l’annuncio delle prestazioni extra per gli abbonati “premium“, Telegram mette a disposizione degli abbonati due fasce di utenza:

  • quella base, degli utenti cioè che non pagano nulla
  • quella premium, degli utenti che, a fronte di un canone mensile, hanno delle prestazioni in più.

Sono sincero:

delle prestazioni in più non è che me ne faccio molto. Comunque, girando sul web, qualcosa di simile, più o meno gratis, si trova (pensate ai grossi file transfer, ad esempio).

Ma mi abbonerò lo stesso.

Non per le prestazioni aggiuntive. Ma per difendere il diritto alla libertà che grazie a Telegram abbiamo ancora, a dispetto delle censure, evidenti o meno, che i grandi social stanno facendo.

  • Postare su FB un articolo di una rivista scientifica, e vederselo bannare perchè “riporta informazioni scientifiche non corrette” (ma perchè, i fact checkers di facebook sono meglio degli scienziati che hanno “peer-reviewed” quell’articolo, magari mettendoci mesi?) è una grossa frustrazione.
  • Vedersi cancellare da YT un video relativo alla scomparsa prematura di Kennedy Jr., perchè secondo loro “è incitazione alla violenza“, anche.
  • Non poter addirittura neanche pubblicizzare, a pagamento, il corso “Dimagrigione” perchè secondo loro contiene informazioni mediche non autorizzate, è poi il massimo: qualcuno è andato ad ascoltarselo e ha scoperto che non promuovo nessun farmaco?
  • Non poter inoltrare un video di denuncia su WA, neanche dopo avergli cambiato nome (evidentemente controllano anche il contenuto, non solo il nome del file), è una ulteriore conferma di quanto siano raffinati i loro metodi di indagine e di censura.

Per questo ho deciso che pagherò Telegram.

Perchè al momento è l’unico strumento social che permette di condividere, senza alcuna censura, informazioni, dati, articoli scientifici, senza alcun limite, unico baluardo di democrazia nella diffusione delle informazioni che va sostenuto e – per chi può, come me – finanziato. Per evitare che un domani, qualche Google se lo compri, riempia di denaro il suo fondatore, e o faccia morire, un po’ alla volta. Come ha fatto per esempio Microsoft con Skype, tanto per non fare nomi.

Insomma, un piccolo investimento in libertà.