L’amico Enrico Galoppini (il Discrimine) pubblica questo testo che non posso fare a meno di riprendere:

Questa mattina 9 ‘candidati’… 8 giovani in difficoltà con la vita. Ragazzi e ragazze di terza media.. con la mascherina inchiavardata alla faccia (uno, addirittura, alla richiesta del Presidente di Commissione di tirarla giù perché oggettivamente non si capiva un cazzo di quel che diceva… un po’ isterico urla “No. No! Preferisco tenerla!”. E tienila. E noi facciamo finta di capire quel che stai bofonchiando… che dirti?). Mi ha colpito poi che, appunto, 8 su 9 si sono presentati SOLI. Un paio avevano la mamma.
MA DIO MIO .. SEI UN QUATTORDICENNE CHE DOVREBBE INCENDIARE IL MONDO.. DOVE SONO I TUOI AMICI?!??!?!??!?!?!
Le uniche parole che mi vengono in mente per gli esami orali ascoltati questa mattina: mosci, banali, noiosi.
L’eccezione? Mattia. Si presenza con una maglietta nemmeno pulita. Sandali. Negli ultimi anni ha dato filo da torcere a tutti. Note, richiami, sospensioni. Si presenta senza mascherina, senza niente. Io proietto sulla lim la tesina che noi abbiamo preparato per lui… una farsa… e Mattia
“Prof. non la leggo nemmeno, tanto l’avete scritta voi… ”
E noi “Perché tu non hai voluto far nulla fino alla fine… Va bene… Di che vuoi parlarci allora?”
“Non so. Fatemi voi delle domande”…
In fondo all’aula, dove siedono gli ‘ospiti’, sentiamo ridere.
E noi “Silenzio!” – senza crederci.
Mattia si è portato dietro mezza squadra di calcio.
E così si è fatto… dopo l’imbarazzo iniziale e diventato un bel colloquio.. con tante idee, punti di vista, emozioni. Sincero.
SE ne esce con il suo 6, pieno di amici, di vita. Secondo me meglio attrezzato del povero Davide, con il suo 10 e la sua mascherina… solo, isterico e in camicia bianca abbottonata fino al collo con 35 gradi….
Mi dispiace. Ho sempre preferito gli ultimi della classe. I casi disperati. Quelli che ti fanno incazzare dopo un minuto che hai messo piede in classe… Quelli che, negli ultimi due anni, SE mettevano la mascherina era per bestemmiarti adosso per poi dire “Prof? Mi ha visto parlare?”.

 

E non riesco a fare a meno di pensare che l’atroce gesto della mamma che uccide la propria bambina non è che la punta estrema, violenta, disperata, di un iceberg che ha, sotto il livello dell’acqua, una montagna di disprezzo per le nuove generazioni, che le costringe a non ragionare, ad ubbidire senza discutere, che li umilia, li mutila nei loro sentimenti e nelle loro aspirazioni più nobili.

L’aspirazione alla crescita. L’aspirazione alla giustizia. L’aspirazione alla libertà.

Una società che tratta così i suoi figli non ha futuro.

Molto difficile fidarsi degli altri, specialmente dopo che si è stati traditi da quelli di cui ci si fidava di più.