Ricevo e volentieri pubblico, osservando che molto spesso le metafore sono utili, delle vere e proprie scorciatoie, per comunicare concetti profondi.
Gurdjieff utilizzava spesso la metafora della carrozza per descrivere la condizione dell’essere umano.
- La carrozza è il corpo fisico,
- i cavalli le emozioni,
- il cocchiere la mente e
- il passeggero la coscienza.
Secondo Gurdjieff la coscienza è assopita in uno stato di sonno in cui le emozioni (cavalli) e la mente (cocchiere) trainano il corpo fisico (carrozza).
Questo significa che se la coscienza dorme, quanta consapevolezza abbiamo di quello che facciamo, diciamo e decidiamo?
Pensiamo a cosa succede quando le emozioni prendono il sopravvento.
Come dei cavalli impazziti non ci rendiamo più conto di quali sono gli effetti delle nostre azioni.
Pensiamo a quei comportamenti che agiamo in automatico perché diventati un’abitudine.
Quante volte scegliamo le stesse situazioni o gli stessi incontri, anche se non più desiderati o necessari, solo perché li conosciamo bene? (osservazione mia: come ben sottolineato da Marisa Peer)
In questo caso il cocchiere segue sempre la solita strada e decide l’andatura dei cavalli secondo i programmi e le credenze che ha imparato a conoscere negli anni.
Per poter cambiare strada il cocchiere deve ascoltare la voce del passeggero, il nostro Vero Sé, che è l’unico che può indicare la strada.
Infatti (solo) quando il passeggero è sveglio, può finalmente rendersi conto se la strada presa dal cocchiere e l’andatura dei cavalli sono il frutto di una scelta consapevole.
Può scegliere se proseguire o cambiare direzione.
Ecco perché è importante riappropriarsi della propria direzione ed essere noi, ben presenti a noi stessi, a guidare la carrozza in armonia con le proprie emozioni, sensazioni e pensieri.
Salvatore Brizzi
Nella spiegazione di Brizzi manca il 5° elemento, la mèta finale, ossia dove il passeggero sta andando ed è diretto. Potremmo chiamarlo il “Castello-Reggia”, ossia quel luogo “paradisiaco” ultra umano di luce assoluta a frequenze altissime metafisiche (Nirvana-Samadhi, Eden, piano akasico-causale, celesti praterie, ecc. ci sono molte definizioni) ove le anime definitivamente “liberate” dalla carrozza con cavalli e cocchiere, finalmente non hanno più bisogno di reincarnarsi, cioè “viaggiare” con i tre corpi fisico-astrale-mentale per evolvere sul pianeta Terra, e quindi soggiornano a livello angelico. Poi anche da quel piano angelico, l’anima prosegue nella sua evoluzione ulteriore. Con modalità molto differenti a quelle vissute a livello umano terreno. Si completa il riassorbimento nell’Uno per acquisire coscienza galattica (ossia si acquisisce coscienza-consapevolezza allargata, confluendo nell’ “anima mundi” di tutti i sistemi solari planetari e civiltà passati, presenti e futuri della nostra galassia. Ed “infine” (ma ATTENZIONE! l’ avverbio infine è impreciso, non si è più nel DIVENIRE), a completamento dei 7 piani di emanazione cosmica, ci si riunisce nel Logos iniziale dove tutto è partito, a livello di non-tempo eterno presente, nell’ Alfa ed Omega di TUTTE LE GALASSIE, per vibrare nella totalità trascendente dell'”Esistente”, cioè Dio TUTTO-UNO-ASSOLUTO. Amen così sia ed è.
Quanto coccolate la vostra mente, al punto di trasformarla nel vostro sè… o Dio pret-à-porter!!!
Gurdjieff diceva altro col suo “quarto cammino”:
l’uomo abbisogna di shock addizionali per risuonare con la Verità.
…tranquilli: VE NE STANNO ARRIVANDO UNA VALANGA!!!
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…certo che: quando la mente monta in scagno o la spusa o la fa dano!
😀
PS: la “storiella della carrozza” è già stata inventata da Platone 2K anni prima e riproposta come immagine nei tarocccccccchi (un po’ come voi)…