Forse ricorderete quando, svariati anni dopo la guerra del golfo, dove si stimano, fra vittime dirette ed indirette, circa un milione di morti nella popolazione irakena, quando l’ex primo ministro Tony Blair ammise degli “errori” di valutazione (le famose armi di distruzione di massa di Saddam Hussein che erano state la scusa per l’aggressione) e pubblicamente si scusò.
“ma cosa dici Tony, non crucciarti, a chiunque può capitare di ammazzare un milione di persone, che vuoi che sia…”
Ora, non so a voi, ma a me risulta particolarmente difficile credere alla versione dell’errore in buona fede.
Così come mi risulta difficile credere alla buona fede di un Bassetti che dice: “Abbiamo sbagliato, abbiamo considerato anche i morti di infarto come morti di Covid“.
Abbiamo sbagliato?
Ma perchè, un medico può confondere i sitnomi di un infarto da quelli di una patologia influenzale?
Un po’ come quando Zaia disse: “è assurdo, ma è così”
Ma come? Questo lo può dire l’uomo della strada, ma il GOVERNATORE di una regione, il ras di svariati milioni di cittadini chiusi in casa per norme assurde, che allarga le braccia come fosse l’ultimo figlio della serva che non ha voce in capitolo?
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1. A titolo integrativo.
1. “Covid: linee guida del Ministero e violazione della legge Gelli Bianco art.5”, Lectio Magistralis a cura del Prof. Pierfrancesco Belli, Presidente della Commissione Rischi ed Etica Sanitaria di Incer Institute, pubblicato da ImolaOggi, 13 marzo 2021
Le indicazioni ministeriali hanno prodotto la violazione della legge Gelli Bianco Art 5. La violazione del comma 1 ha impedito ai medici di valutare la “specificità del caso concreto” e di eludere “le buone pratiche clinico assistenziali”
A fine febbraio 2020, come ogni anno, eravamo in presenza delle forme influenzali /simil influenzali notoriamente caratterizzate, dal punto di vista sintomatologico, da tosse, febbre, raffreddore..che, come è noto, possono complicarsi per sovrainfezioni batteriche che si trattano con antibiotici.
Il 22 febbraio 2020, a seguito di una circolare ministeriale, è stata consegnata ai medici di medicina generale sul territorio una check list attraverso la quale, improvvisamente, dal giorno alla notte, è stato imposto di attribuire la stessa sintomatologia respiratoria unicamente al “Nuovo Coronavirus”. Infatti le check list sono state utilizzate per formulare il sospetto diagnostico di COVID 19, eludendo, con un colpo di spugna, tutte le possibili complicanze batteriche respiratorie che avrebbero potuto essere adeguatamente trattate con antibiotici.
In sostanza da un lato sono state eliminate le infezioni respiratorie di origine batterica e dall’ altro l’influenza e simil influenza da quel momento dovevano cambiare nome. Ne e’ derivato che dopo l’agonica “ vigile attesa” in isolamento domiciliare, i pazienti che disgraziatamente vedevano aggravarsi le loro condizioni cliniche, una volta ricoverati in ospedale, venivano trattati con antivirali e ventilazione meccanica con esiti infausti previa conferma diagnostica di COVID 19 attraverso tampone.
Non è stata prevista una diagnosi differenziale. La genesi doveva essere esclusivamente virale.
Chi in particolare ha pagato il prezzo di queste disposizioni è stata la popolazione anziana over 65 , notoriamente portatrice di comorbilità che non sono state né considerate, nè trattate e neppure previste da Epicentro, l’Ente dell’Istituto Superiore di Sanità che gestisce l’epidemiologia contrariamente dagli anni precedenti.
Mentre non ci sono evidenze scientifiche a sostegno della teoria virale, considerato anche il fatto che il virus risultava sconosciuto, ed ad oggi non è ancora nota la sorgente animale da cui si sarebbe diffuso all’uomo, sono invece presenti una infinità di pubblicazioni scientifiche che dimostrano come nelle pandemie influenzali del passato vi erano sovrainfezioni batteriche che hanno rappresentato la principale causa di morte.
Addirittura lo stesso dott. Anthony Fauci, già dal 2008, sosteneva che la prevenzione ed il trattamento dell’infezione secondaria batterica avrebbe dovuto essere parte integrante della pianificazione della pandemia contemplando lo stoccaggio di antibiotici nei piani pandemici nazionali. Lo stesso Fauci insiste sull’importanza delle autopsie per determinare le reali cause di morte. In assenza di autopsie non è possibile avere una corretta epidemiologia.
Premesso ciò nasce spontanea la domanda del perché il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità abbiano, per il COVID 19, eliminato nelle Linee Guida le comorbilità e le sovrainfezioni batteriche affidando la diagnosi al tampone, eliminando il ruolo centrale del medico impedendogli di valutare le comorbilità e di curare le sovrainfezioni batteriche.
La risposta è nel progetto di utilizzare il pretesto della pandemia per toglierci diritti e libertà con la necessità di abbinare a questi fattori la distorsione dei delicati meccanismi di Governance Sanitaria.
Ovverosia è stato creato ad hoc un anti-ciclo di cura in cui sono state manipolate le regole del Sistema di Classificazione delle malattie al fine di trattare tutti i pazienti come fossero affetti da polmonite virale seppur la causa di decesso dei pazienti fosse la polmonite batterica. I pazienti morivano nella Scheda di Dimissione Ospedaliera per polmonite, poi nel certificato di morte di ISTAT, gestito da OMS , figuravano morti per COVID 19.
violazione della legge Gelli Bianco
Le indicazioni ministeriali hanno prodotto la violazione della legge Gelli Bianco Art 5. La violazione del comma 1 ha impedito ai medici di valutare la “specificità del caso concreto” e di eludere “le buone pratiche clinico assistenziali”. Il comma 3 dello stesso articolo prevede che l’Istituto Superiore di Sanità abbia il compito di stilare Linee Guida tra l’altro anche “previa verifica della rilevanza delle evidenze scientifiche dichiarate a supporto delle raccomandazioni” che al contrario erano abbondantemente a disposizione a sostegno delle cause di morte da sovrainfezione batterica nelle precedenti pandemie ( spagnola, asiatica…) .
Per contro risulta anche chiaro come fosse necessario disincentivare le autopsie che avrebbero evidenziato batteri a cui necessariamente attribuire le cause di morte.
D’altro canto era necessario nascondere le genesi batterica della causa di morte per attribuirla al virus per poter vendere vaccini e realizzare il “Great Reset” del World Economic Forum.
Dalle pubblicazioni scientifiche degli ultimi 12 anni si evince come le autopsie dei deceduti da “pandemie” siano l’elemento fondamentale per determinare una corretta epidemiologia e per guidare la stesura tecnica dei futuri piani di prevenzione e risposta alle pandemie.
Paradossalmente gli stessi documenti di OMS evidenziano l’inconsistenza della teoria virale in quanto lo stesso OMS afferma che il virus H1N1 sia stato il responsabile della pandemia della spagnola del 1918. Considerato che la letteratura scientifica internazionale in toto prende l’esperienza della spagnola come presupposto per la Preparazione e Risposta alle Pandemie influenzali, risulta molto grave l’affermazione di OMS in quanto nel 1918 era impossibile con le tecnologie di laboratorio dell’epoca identificare la causa virale poiché non era ancora stato inventato il microscopio elettronico e non era a disposizione il test di amplificazione genica realizzato dal dott. Mullis che nacque molti anni dopo. Mentre era altresi’ possibile identificare la causa batterica con il microscopio ottico, come riportato da infinite pubblicazioni scientifiche a partire dallo stesso Anthony Fauci nel 2008. Tant’è che le autopsie eseguite nel 1918 dimostravano i batteri come responsabili dei decessi. Infatti la storia della microbiologia ci insegna che gia’ nel 1684 Antoni Van Leeuwenhoek scoprì l’ esistenza dei batteri e la loro morfologia.
Riferimento:
https://www.imolaoggi.it/2021/03/03/covid-violazione-legge-gelli-bianco/
Brevissimo commento.
E’ più che evidente che trattasi di malafede vera e propria!!!
2. Cordiali saluti e buona giornata.
TheTruthSeeker
Grazie!
1. @Ing.Alberto Medici
Si figuri, piacere mio!!
2. Ecco qui un’altra significativa “Smoking Gun” della loro malafede!!!
” Storia del Centro di Epidemiologia che venne depotenziato da Ricciardi”
Nel 2015, l’Italia aveva un Centro di Epidemiologia che venne depotenziato quando l’attuale consulente del Ministero della Salute era al vertice dell’Istituto Superiore della Sanità. “Si occupava del coordinamento tra le Regioni – spiega un epidemiologo che ci lavorava – proprio quello che è mancato durante la pandemia”.
di M. D’Alessandro per AGI, 11 dicembre 2020.
L’Italia aveva fino al 2015 un Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) “fondamentale per il coordinamento tra le Regioni, aspetto che ora viene segnalato come critico in questa pandemia” ma Walter Ricciardi, ora consulente del Ministro della Salute e all’epoca Presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, “decise di depotenziarlo disperdendone competenze tra le varie strutture dell’Istituto”. A raccontarlo all’AGI è un epidemiologo che lavorava in quel centro e che, pur a distanza di anni, preferisce tenere l’anonimato.
“Il Centro poteva essere quel tavolo comune tra le Regioni che è mancato”
Erano, quelli, tempi complicati per l’Iss che nel 2013 venne commissariato dal Ministro Beatrice Lorenzin sulla base di un parere della Corte dei Conti sul bilancio con l’azzeramento dei vertici dell’Istituto (presidente e CdA). Ricciardi venne nominato Commissario e poi Presidente. In seguito, una sentenza del Consiglio di Stato del 2016, su ricorso di due consiglieri di amministrazione, suggellò l’inesistenza dei presupposti per il commissariamento.
“Nel frattempo l’allora Presidente Walter Ricciardi – prosegue la fonte – diede corso ad una ristrutturazione in cui la massa critica di competenze di epidemiologia del CNESPS fu divisa tra i vari dipartimenti tematici. Gran parte dell’attività del Centro era dedicata al supporto delle attività di sanità pubblica e alla collaborazione tecnico-scientifica con le regioni. Eliminando la competenza primaria dell’epidemiologia la struttura cambiò nome e funzioni, con una dotazione dei personale di meno della metà. Ovviamente il Centro Epidemiologico non avrebbe fermato la pandemia ma avrebbe migliorato la gestione dando un tavolo comune alle Regioni per confrontarsi. Ora ci si lamenta da più parti di una gestione frammentata e di una pessima prova di coordinamento tra le Regioni”. Contattato dall’AGI via messaggio su come sia maturata la decisione del depotenziamento del Centro, Ricciardi non ha risposto.
Comitato vittime: “Centro smembrato su logica del risparmio”
“L’Italia aveva un istituto deputato alla sorveglianza epidemiologica che sarebbe servito ad organizzare un’azione coordinata durante una pandemia – osserva Consuelo Locati, legale del Comitato Noi Denunceremo -. E’ stato smembrato sulla logica del risparmio, quando tutto il mondo sa che la logica della governance sanitaria punta sulla prevenzione proprio perché sui sistemi sanitari impatta finanziariamente molto meno delle cure. Fa pensare che chi ha deciso di smembrare quest’istituto ora sia tra coloro che sono deputati a mettere le pezze sui danni protratti della pandemia”.
All’interno del CNESPS si era costituito il Gruppo Epico, una struttura che, spiega il professor Pierfrancesco Belli, presidente della Commissione Rischi ed Etica Sanitaria di Incer Institute e membro del Comitato di Indirizzo e Controllo dell’agenzia regionale di Sanità Toscana – nel novembre 2006 aveva creato un modello matematico-organizzativo che doveva servire a verificare gli scenari di diffusione e di relativo controllo delle fasi del contagio. Sarebbe servito a vedere quanto si può controllare il contagio nel territorio dando anche indicazioni alla gestione area per area. Utili, per esempio, a capire se mancano posti letto in terapia intensiva o dispositivi di protezione individuale. Ma questo sistema non ha funzionato perché non è stato attivato il Sottocomitato di influenza e pandemia che nel 2009 scomparve. Come mai? Quello che possiamo notare è che nel 2008 c’era un governo che ha iniziato a operare sulla base del principio, concretizzato poi a livello normativo, per cui più che sulla prevenzione del contagio si è deciso di puntare sui vaccini, una linea suggerita anche dall’Oms. Per questo poi sono state eliminate tutte quelle barriere, come il CNEPS, che sarebbero potute servire per la prevenzione”.
Riferimento:
https://www.agi.it/cronaca/news/2020-12-11/centro-epidemiologia-depotenziato-walter-ricciardi-istituto-superiore-sanit-10631421/
Brevissimo commento.
Nessun ulteriore commento è necessario, più chiaro di così si muore!!
Cordiali saluti e buona serata.
TheTruthSeeker
1. A titolo integrativo finale.
“Covid-19 – I Medici di base: “curare a casa per salvare i pazienti”, redazione di Corvelva
22 Gennaio 2021
https://www.corvelva.it/approfondimenti/notizie/covid19/covid-19-i-medici-di-base-curare-a-casa-per-salvare-i-pazienti.html
In particolare, il seguente passaggio finale dell’articolo:
“Vogliamo qui ricordare a tutti che l’Articolo 32 della Costituzione Italiana non lo hanno scritto per permettere a 4 politicanti da strapazzo di porre obblighi sanitari, ma per ribadire che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo” e se ci sono delle cure possibili, nasconderle è criminale!!”
Brevissimo commento finale.
Della serie: questo è un altro “Elephant In The Room” di dimensioni gigantesche!!
2. Cordiali saluti e buona serata.
Fabrice