“Il miglior travestimento per una dittatura è la democrazia – basta controllare i mezzi di informazione” (Anonimo)

Ricordo che da piccolo girava der casa il “Selezione dal Reader’s digest”, una rivista di derivazione americana fatta abbastanza bene ma per certi versi un po’ impregnata di un anti-comunismo viscerale, frutto dell’onda lunga di un maccartismo ancora presente nell’america degli anni 60 e 70.

L’idea di fondo che traspariva era che quei popoli poveretti dell’URSS (Unione Repubbliche Socialiste Sovietiche – c’è ancora qualcuno che ricorda questo acronimo?) erano soggiogati da una dittatura – comunista – che li costringeva ad un regime durissimo di assenza di libertà.

In particolare:

  • nessuna democrazia: le votazioni erano un pro-forma;
  • nessuna libertà di stampa: le voci dissenzienti venivano censurate;
  • nessuna libertà di imprenditoria: tutta l’economia veniva pianificata dallo stato centrale, la proprietà privata considerata un peccato capitale;
  • nessuna possibilità di movimento, di spostamento, se non autorizzata dal partito e dallo stato centrale;
  • ecc. ecc.

Bene, se guardiamo la nostra situazione attuale come siamo messi, rispetto a quell’ “inferno“, come era descritto dal democraticissimo occidente?

  1. Se pensiamo agli ultimi 5 presidenti del consiglio in Italia, cioè dopo il golpe che estromise Berlusconi, chi abbiamo avuto? Tutti personaggi non eletti, Monti – Letta – Renzi – Gentiloni – Conte – Draghi. Addirittura l’ultimo è espressione della finanza internazionale e dell’Euro, nonostante l’unico messaggio chiarissimo che era arrivato con le elezioni del 2018 fosse stato quello di una forte avversione all’Europa, all’Euro e una voglia di patria. Alla faccia della democrazia e della volontà popolare.
  2. Si è visto in maniera lampante per la presunta pandemia (qualora non ce ne fossimo accoti prima): tutta la stampa è orienta a senzo unico, per diffondere terrore, e non far passare le voci dissenzienti. Addirittura si sono scoperti degli incentivi alla stampa in tal senso, e anche i grandi social media di Internet, un tempo ritenuta la patria delle libertà, si sono messi a censurare arbitrariamente tutte le voci dissenzienti su temi caldi come cure mediche, vaccini, ecc.
  3. L’economia è già in buona parte controllata dallo stato: sia per il numero di dipendenti che ricevono la loro busta paga (pubblica amministrazione centrale e locale, scuola, sanità, pubblica sicurezza, utility, concessionarie, ecc.) sia per la quota altissima (65% in media) degli utili che vengono pagati in tasse mediamente. Ora, con il forzato lockdown, ne consegue il fallimento di numerosissime piccole attività imprenditoriali che dovranno chiudere, svendere e fallire. Per farsi comprare da qualche fondo internazionale come Black Rock, o dai cinesi (andate a Venezia, giusto per farvi un’idea) e diventare dipendenti di qualche entità remota. L’italia delle mille piccole e medie imprese, degli artigiani e delle partite IVA messa al muro. Anche il Papa, in linea con le politiche mondialiste in tema di immigrazione, distruzione delle identità nazionali, vaccinazioni, si è accodato anche su questa tema: “La proprietà privata non è un dogma” (ma che vangeli ha letto? Forse mi sono perso qualche affermazione di Gesù?)
  4. Il coprifuoco, l’impossibilità di muoversi fra regione, al di fuori del proprio comune: ci credete veramente che siano provvedimenti presi per la nostra salute?

E così, senza nessuna rivoluzione sanguinaria, senza sparare un colpo, ecco cosa siamo diventati: una dittatura mascherata da democrazia.

Ed eravamo stati avvertiti: sia George Orwell (La fattoria degli animali, 1984) che Aldous Huxley (Brave New World) erano membri della Fabian Society, e quallo che ci hanno voluto dire con i loro libri non erano fantasie personali ma la trascrizione di un piano ben preciso. Che ora sta a noi scardinare.