Ad un anno esatto dall’inizio di questa tragicommedia (sarebbe solo commedia se non ci fossero stati i morti, verosimilmente causati dai protiocolli più che dal virus, se è vero quello che dicono i medici di base che hanno continuato a trattare i loro pazienti con i metodi classici e non ne hanno perso uno – si veda il video in fondo a questo post (*)) l’OMS fa un parziale dietrofront e dice:
“attenzione nel valutare i test fatti col tampone, con la PCR, che bisogna stare attenti ad interpretare i risultati correttamente”.
Di primo acchito verrebbe da dire: “Era ora! Meno male che se ne sono accorti anche loro!“.
Ma sapendo che non fanno nulla per caso, e che pianificano le loro azioni con cura certosina, conviene andare ad analizzare meglio perchè, come dice il proverbio, “fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio!“.
E pongo la vostra attenzione su due aspetti:
- il merito (cioè, cosa dice l’OMS nello specifico)
- e la tempistica.
Entriamo nel merito
Come si vede in questo breve documento (https://www.who.int/news/item/20-01-2021-who-information-notice-for-ivd-users-2020-05) di neanche una paginetta, poche righe con una lingua piena di ambiguità, dove – guai anche solo a pensarlo! – non si rinnega tutta l’efficicacia dei test che sono stati fatti negli scorsi 12 mesi, ci mancherebbe altro! – ma si mette il dubbio, e si suggerisce “attenzione”.
Ma andiamo a leggere in dettaglio questa lingua incomprensibile:
WHO guidance Diagnostic testing for SARS-CoV-2 states that careful interpretation of weak positive results is needed (1). The cycle threshold (Ct) needed to detect virus is inversely proportional to the patient’s viral load. Where test results do not correspond with the clinical presentation, a new specimen should be taken and retested using the same or different NAT technology.
WHO reminds IVD users that disease prevalence alters the predictive value of test results; as disease prevalence decreases, the risk of false positive increases (2). This means that the probability that a person who has a positive result (SARS-CoV-2 detected) is truly infected with SARS-CoV-2 decreases as prevalence decreases, irrespective of the claimed specificity.
Most PCR assays are indicated as an aid for diagnosis, therefore, health care providers must consider any result in combination with timing of sampling, specimen type, assay specifics, clinical observations, patient history, confirmed status of any contacts, and epidemiological information.
Che con Reverso farebbe più o meno:
Le linee guida dell’OMS per la SARS-Cov-2 affermano che è necessaria un’attenta interpretazione dei risultati positivi deboli (1). La soglia di ciclo (Ct) necessaria per rilevare il virus è inversamente proporzionale al carico virale del paziente. Se i risultati delle prove non corrispondono alla presentazione clinica, si preleva un nuovo campione e lo si riesamina con la stessa o diversa tecnologia NAT.
L’OMS ricorda agli utilizzatori di IVD che la prevalenza della malattia altera il valore diagnostico del test; mentre la presenza della malattia diminuisce, aumenta il rischio di falsi positivi (2). Ciò significa che la probabilità che una persona che ha un risultato positivo (SARS-Cov-2 rilevato) sia veramente infetta da SARS-Cov-2 diminuisce con la diminuzione della malattia, indipendentemente dalla specificità dichiarata.
La maggior parte dei test PCR sono indicati come un aiuto per la diagnosi, pertanto, i fornitori di assistenza sanitaria devono prendere in considerazione qualsiasi risultato in combinazione con i tempi di campionamento, tipo di campione, specifiche dei test, osservazioni cliniche, storia del paziente, stato confermato di eventuali contatti, e informazioni epidemiologiche.
Non ci avete capito un granchè vero?
Beh, è normale: quello che dicono può apparire
- banale (è necessaria un’attenta interpretazione dei risultati positivi deboli: ma va? Perchè, se non ce lo diceva l’OMS non lo avremmo immaginato?) o
- contradditorio (La soglia di ciclo (Ct) necessaria per rilevare il virus è inversamente proporzionale al carico virale del paziente: quindi stai ammettendo implicitamente che, se non si fissa EX ANTE il numero di cicli, si può trovare positivo qualunque soggetto, come diceva anche l’inventore della PCR, Kary Mullis?)
Insomma: una inversione di marcia che però, nel tentativo di non essere troppo evidente, risulta talmente astruso da risultare quasi incomprensibile, o almeno non si capisce il motivo di questa pubblicazione:
- o ammetti che fino ad oggi hai sbagliato,
- o va tutto bene come hai fatto fino ad oggi, tertium non datur.
La tempistica
Che bisogno aveva l’OMS di uscirsene con un documento del genere lo si capisce, a mio avviso, se si pensa alla tempistica. Infatti, a distanza di un anno dall’inizio della tragicommedia,
- con i vaccini incredibilmente pronti a tempo record (scusate, per aviaria/suina/aids ecc. niente e qua… eccoli pronti in così poco tempo?)
- con la maggior parte della popolazione stanca del coprifuoco e pronta a mettersi in coda per farsi vaccinare, pur di tornare ad una vita normale (credono loro);
- con l’eliminazione (apparente) del nemico del deep state, e l’insediamento, a forza di brogli, del suo avversario alla Casa Bianca,
i tempi sono probabilmente maturi per cominciare a dare un segnale di inversione di tendenza, anche per – magari – far apparire il calo di numero di “malati” (asintomatici) come merito del vaccino.
Vi stupisce?
Allora non sapete che è già stato fatto altre volte, ad esempio per il vaccino della polio: quando, oltre alla graduale eliminazione del DDT (andamento polio in USA ed uso DDT hanno grafici sovrapponibili, solo sfasati di un anno) ci fu, proprio in combinazione dell’introduzione della vaccinazione, il cambiamento dei criteri diagnostici.
Quindi ecco instillato nella gente il sillogismo:
vaccino -> malattia debellata.
Un film già visto.
Ma non pubblicizzato abbastanza.
-oOo-
(*) video dei medici che hanno curato tradizionalmente e non hanno perso neanche un malato:
Lascia un commento