Leggendo il libro del Dr.Hamer “Testamento per una nuova medicina“, dove sono riportati anche numerosi casi clinici, con relative TAC cerebrali (ricordo: il cervello come mediatore fra la psiche o anima, e il suo percepito, e l’organo dove si riscontra la reazione biologica, fisica), ho riscontrato la grande capacità nel vedere particolari che, ad un occhio non allenato, passerebbero assolutamente inosservati. Ma non soltanto: anche nelle foto con opportuna didascalia, e le indicazioni di quello che si dovrebbe notare, mi risulta molto difficile rilevare quello che l’occhio esperto vede.

E va bene così: non è il mio mestiere, ed è normale, e giusto, che l’occhio esperto del terapeuta sappia vedere quello che altri non vedono, e solo l’esperienza di anni, e centinaia, o migliaia di casi gli hanno insegnato. E questo non riguarda soltanto la capacità di vedere una anomalia, un’ombra su una TAC, ma anche nel saper individuare aspetti apparentemente secondari e trascurabili che hanno in realtà un grande peso in quello che ci capita.

Nello spiegare la DHS si fa spesso riferimento ad eventi forti, di grande impatto, come la perdita di un figlio, un tradimento colto in flagranza, la perdita di un posto di lavoro: ma in realtà nella vita di tutti i giorni queste sono cose estremamente rare, mentre accadono continuamente DHS, anche generate da occasioni insignificanti, che però a livello di sentito “biologico” possono dare delle conseguenze anche gravi, come quella della testimonianza che è riportata nel video sotto: una semplice trattenuta per un braccio che diventa capace (perchè vissuta in fase di conflitto acuto) di generare un “bubbone” che, se non fosse stato per il sngue freddo e le conoscenze del paziente in questione, avrebbe portato a conseguenze certamente più nefaste.

La lezione che ne deriva è che non possiamo sottovalutare il peso delle nostre azioni, parole, atteggiamenti nei confronti degli altri. Anche una parola detta male, uno sguardo ostile, una battuta feroce possono ferire moltissimo e portare a conseguenze inaspettate, anche estreme. E, tutto sommato, mi fa piacere che in molte delle esperienze di pre-morte ascoltate (NDE), come ad esempio quella di Nancy Rynes, fosse riportato proprio questo: nella fase di rivisitazione della propria vita, si percepisce perfettamente tutto il male (e per fortuna anche il bene) fatto, anche nelle piccole, piccolissime cose di ogni giorno.

Un motivo in più per prestare molta più attenzione a quello che diciamo, o come ci comportiamo anche nei piccoli gesti quotidiani: seminare il bene in ogni circostanza è la più grande eredità che possiamo lasciare.