Parlavo con un’amica vegana, di come la gente appena vede che non mangi qualcosa subito ti tempesta di domande, e mi illumina con questa uscita: “Io non discuto. Dico solo che ho un problema di salute, o che sono allergica, e allora mi lasciano in pace“.

Geniale. Tutti sono pronti a tempestarti di domande, di consigli, di raccomandazioni, se non fai come loro. Ma se tiri in ballo la malattia (vera o presunta, non importa), allora si fanno da parte. Sei lasciato in pace, rispettato. Non è colpa tua: sei malato, hai l’allergia, e che ci vuoi fare.

Per questo sarebbe utile che conoscessimo le nostre origini. Sia che siate credenti, e lo vogliate chiamare peccato originale, sia che non lo siate, il sapere che c’è un difetto, non di fabbricazione, ma nell’ibridazione successiva, ci aiuterebbe ad essere molto più comprensivi verso chi sbaglia, chi non ci arriva, chi non è all’altezza. Criticate un bambino down perchè non impara a leggere e scrivere come i suoi compagni? Criticate un bambino autistico perchè non sa stare in compagnia? No, accettate il fatto che sono malati, che hanno un limite, e in qualche modo sospendiamo il giudizio.

Dovremmo fare lo stesso coi nostri simili. Siamo tutti un po’ difettati, sia per condizionamenti infantili, sia per ereditarietà, ma anche per quella deviazione originale di cui non abbiamo colpa. E quindi, portiamo pazienza.