L’amico Roland mi prende in giro perchè apparentemente sto a dannarmi per provare a cambiare gli altri. Ed ha ragione: non possiamo cambiare nessuno, intorno a noi, nè vicini nè lontani, e ognuno deve fare il proprio, di percorso, diverso da quello di chiunque altro. L’avevo già detto in quest’altro post (“Sorridi: hai già vinto“): non devi cambiare la società, il mondo, e neanche il vicinato o il tuo compagno di viaggio: ognuno deve fare il proprio percorso, unico e personalissimo.

Consoliamoci: se Gesù, che era Gesù, non ha potuto convertire Giuda, chi siamo noi per pretendere di cambiare, o anche soltanto istruire qualcun altro?

Dobbiamo convincerci che ognuno ha i suoi tempi, le sue porte da aprire, le sue chiavi da trovare, e, in qualunque situazione ciascuno si trovi, sta dando il meglio che può, data la sua esperienza, il suo vissuto, le sue ferite e le sue cicatrici.

Come dice Michael Jackson in una delle sue canzoni più belle: se vuoi fare il mondo migliore, comincia da quell’uomo che vedi nello specchio.

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Quindi: Rolando ha ragione.

Ma allora, noi che siamo curiosi, che non ci accontentiamo, che studiamo, che vogliamo approfondire: sbagliamo? A volte sembra di sì, sembra che ci si complichi la vita per niente.

Ad esempio: A e B sono compagni, ma diversi. A, se gli capita qualcosa, vuole capire perchè, perchè proprio in quel momento, perchè in quella parte del corpo, cosa questa cosa gli dice, ecc. B, se ha un mal di pancia, prende del Buscopan e dice ad A: “Visto? Tutto passato!” Se ha la febbre, della Tachipirina, se mal di testa un analgesico.

Possiamo dire che sbaglia? No di certo! Solo, forse si perde l’opportunità di approfondire, e capire qual è quella abitudine sbagliata, quella convinzione fuorviante, quella paura irrazionale che si manifesta con quel mal di pancia, con quel mal di testa. E magari perde una opportunità di crescita spirituale. Ma – ripeto: ad ognuno la sua strada, ogni storia ha un suo perchè.

E a noi piace la nostra.