Come spesso mi capita, mi sono riascoltato, durante le lunghe passeggiate serali, il corso del mio amico Daniele Berti (ne avevo parlato qui, qui e qui) sulla felicità.

Sono sincero: quando l’ho conosciuto, la prima volta, non mi aveva fatto un’ottima impressione, non tanto perchè un po’ eccentrico (casomai quello era un punto a favore) quanto per le sue affermazioni sulla felicità, e sulla possibilità di raggiungerla “applicandosi“, ecc. ecc. Per cui, se la cosa vi sembra pretenziosa, esagerata, presuntuosa, non vi posso criticare: avevo avuto la stessa impressione anch’io.

C’è forse anche un altro aspetto che a qualcuno può dare fastidio (come si evince da alcuni commenti nel post precedente in cui lo avevo intervistato): e cioè il fatto che lui parli di felicità senza citare espressamente Dio. Questo ad alcuni dà fastidio, sia perchè magari educati da una religione di sofferenze nella quale solo la prospettiva ultraterrena promette la redenzione e la fine delle sofferenze, quasi che una vita senza sofferenze non sembri “piena“, ma anche l’idea che ci possa essere un metodo, una strada che non ha, come “porta principale“, il Cristo, sembra blasfemo.

Mentre sul primo punto sono in totale disaccordo, e anzi penso che se non siamo felici come cristiani abbiamo la colpa gravissima di non dare testimonianza della nostra fede, sul secondo sono più possibilista. Lui (Daniele) ci spiega come funzionano alcuni meccanismi della mente conscia ma soprattutto inconscia, come le emozioni e l’imprinting dei prini giorni di vita e dei primi anni abbiano un riverbero in tutta la nostra vita successiva (se non lo capiamo difficilmente ci potremo liberare da alcuni condizionamenti occulti), e, fra l’altro, fa anche un interessante excursus sulla vicenda del peccato originale cone paradigmatico dell’allontanamento dalla felicità, paradigmatico al contrario, nel senso che ci insegna quali sono le cose che si devono fare per avere la felicità, imparando dagli sbagli di Adamo ed Eva. Sono verità scientifiche che possono essere trattate sia a persone di fede che non, e non ci trovo niente di scandaloso ad affrontare l’argomento felicità da un punto di vista puramente scientifico e psicologico.

Perchè adesso ve lo ri-cito? Perchè riascoltandolo, ed approfondendo, ho potuto veramente constatare la mole e precisione del suo lavoro, dove affronta tutti i temi del subconscio, già visti anche da altri autori, ma con una semplicità ed una completezza di trattazione veramente esemplari. Insomma: un prezioso lavoro che consiglio a tutti di comprare (per quello che costa, poche decine di €, non si trova niente di più prezioso), da vedere, ascoltare, meditare e riascoltare per poi mettere in pratica. Ho deciso di mettere fissa la pubblicità qui a destra sul sito, non me ne viene in tasca niente, se non il piacere di avervi fatto un favore, indicandovi un qualcosa che potrà aiutarvi moltissimo a vivere meglio con voi stessi, i vostri vicini e con il mondo.

Grazie Daniele per l’ottimo lavoro!

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