All’università, credo fosse l’esame di analisi matematica, venni a conoscenza del concetto (peraltro abbastanza intuitivo) di propagazione degli errori. Che, più o meno si può anche dire così: se fai uno sbaglio di direzione, o di progettazione, all’inizio di un cammino, o di un progetto, più tardi scopri quell’errore e maggiori saranno i danni accumulati nel frattempo, più lontano sarai dalla mèta che ti eri prefissato. E quando sbatti contro il muro, ti rendi conto che, da qualche parte, hai sbagliato qualcosa, hai preso un bivio (o più bivi) nella direzione sbagliata, e devi tornare indietro e ricominciare.
Con la SLA, la Sindrome Laterale Amiotrofica, stiamo sbattendo contro un muro di granito. Un avvertimento, che peraltro è rinforzato dall’aumento di malattie autoimmuni, neurodegenerative, autismo, ecc. che è forse l’ultima chance per ripensare al nostro modo di vivere, di pensare, di agire in questo mondo. Forse val la pena di ripercorrere alcuni bivi in cui abbiamo preso direzione sbagliate per cercare, in futuro, di non ripetere gli stessi errori.
Premessa sbagliata #1. Per vivere bene bisogna avere di più. Più denaro, più potere, più cibo, più cose. E quindi andiamo a studiare come fare per avere di più. Ad esempio, più raccolti con meno fatica, applichiamo i principi tayloristici dell’industrializzazione anche all’agricoltura, e creiamo le (assolutamente anti-biologiche ed innaturali) coltivazioni monoculture estensive di massa.
Premessa sbagliata #2. La Natura (o Dio) non ha fatto le cose al meglio: noi possiamo fare meglio. E quindi andiamo a modificare geneticamente le piante per resistere, solo alcune, al glifosato contenuto nel Roundup. Dimenticando che la nostra comprensione dei meccanismi di funzionamento della Natura è assolutamente riduzionista, parziale e carente della visione completa.
Premessa sbagliata #3. Noi siamo separati dal resto. E quindi gli animali, le piante, gli stessi microorganismi che stanno all’interno del nostro corpo non hanno niente a che vedere con noi. E quindi chi se ne frega se il glifosato uccide microbi e batteri? Mica uccidono noi! Peccato che quei microbi e batteri producano, all’interno del nostro intestino, le sostanze (amminoacidi) che ci servono per produrre proteine ed elementi essenziali per il nostro funzionamento. A corollario di questo, molti pensano anche di essere separati non soltanto dalla Natura, ma anche dagli altri esseri umani, che magari non fanno parte della loro etnìa, della loro nazione, o della loro famiglia, o del loro clan. E si permettono di immettere sul mercato prodotti nocivi, pensando che tanto non toccherà a loro. Ancora una volta, dimenticando che siamo UNO.
E così, acciecati da queste premesse sbagliate, abbiamo
- creato una agricoltura che non è biologica (ma le alternative ci sono)
- modificato geneticamente alcune colture (anzi, moltissime)
- per renderle resistenti a diserbanti dannosissimi
- i quali diserbanti sono stati dichiarati innocui per l’uomo, pur sapendo che distruggevano batteri e microbi
- (batteri e microbi che producono amminoacidi essenziali per la nostra esistenza)
- rendendoci in tal modo carenti di seratonina, dopamina, zolfo, manfanese, ecc.
- oltre ai principali metalli, essendo il glifosato un potentissimo chelante
- avvelenando il nostro sistema immunitario, neurovegetativo, endocrino, mitocondriale
- il quale sisytema, infiammato, ha cominciato a non trasmettere più i comandi dal cervello ai muscoli
- e questi sono stati i sintomi che hanno portato il mio amico Simone alla morte per SLA, nel giro di 4 anni.
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Quando a Simone dissero che i motoneuroni di tipo 2 non funzionavano più, e lui gli chiese: “Perchè?” ma soprattutto “Cosa si può fare?“, la risposta non arrivò: un imbarazzante silenzio interrotto da qualche “…possibile concausa…. predisposizione genetica… studi in corso… sperimentazione …. “: di fatto: NULLA. Come potevano, anche qualora lo avessero saputo, ripercorrere questa lunga catena di errori, culminati nella punta dell’iceberg della sua malattia?
Non sapevano cosa dire, non potevano che ammettere la loro ignoranza.
Ecco, adesso che sei in Cielo, e che vedi e conosci tutto, Simone, aiutaci a correggere i nostri errori e a costruire un mondo migliore, basato, questa volta, su premesse giuste.
Coma fai a sapere se hai fatto la scelta giusta?
Quando è la più dura ma il il tuo cuore è in pace,
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