votano

Un lettore mi chiede perchè non mi sono espresso in merito al referendum costituzionale. Risposta semplice: non ne ho ancora avuto tempo, e poi, a dire il vero, mi sembra che ci siano già molte voci autorevoli a sostenere le ragioni del NO.

Colgo oggi una duplice occasione, la vittoria di Trump alle presidenziali americane e la ricezione di uno scritto da parte di un amico, Andrea Cavalleri (non suo ma di un suo conoscente, Roberto Lanzilli) per “rompere il silenzio“.

Cosa c’entra la vittoria di Trump col referendum? C’entra, e c’entra anche con la vittoria degli antieuropeisti del Brexit. In entrambi i casi abbiamo visto una sonora sconfitta dei poteri forti, quelli che vogliono un governo mondiale, che vorrebbero impedire a chi non è allineato con le loro politiche di morte, contrarie alla famiglia, contrarie alla Vita, contrarie alla libertà dei popoli, di andare al potere. Ed in entrambi i casi, contro le previsioni (probabilmente falsificate ad arte per condizionare gli elettori) portate avanti dalla stampa falsificatrice (ma ce l’hanno un’anima questi giornalisti? Non si vergognano quando si guardano allo specchio?) hanno dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti: nonostante, come dice qualcuno, “se votare contasse qualcosa non ce lo lascerebbero fare“, votare conta ancora qualcosa (e forse questo è proprio il motivo per cui gli ultimi tre governi non ono stati eletti ma nominati, al di fuori del normale processo democratico in cui il presidennte dela repubblica affida l’incarico di formare il governo al candidato premier della coalizione che ha vinto le elezioni).

Come quando ci hanno fatto votare sul nucleare e sulla privatizzazione dell’acqua: nonostante una campagna a senso unico, in buona parte supportata da quelli che ambiscono a definirsi partiti di sinistra, il risultato elettorale ruppe le uova nel paniere di chi pensava che, controllando i mezzi di informazione, si potesse indurre tutti a votare come volevano loro. Sarà per quello che adesso qualcuno comincia a criticare il suffragio universale? Che si comincia a sentir dire in giro che questa prassi andrebbe abolita? Forse perchè non riuscite a controllarla bene, adesso che con internet e i social media vi abbiamo smascherato, e abbiamo smesso di ascoltare e credere le bugie che su TV e giornali ci raccontate ogni giorno?

Bene, non c’è 2 senza 3: dopo Brexit e Trump, tocca al referendum in Italia. Non ci toglerete un altro pezzo di democrazia, come vorrebbe il vostro Renzi, il vostro maggiordomo che recita il copione che gli avete dato ed ubbidisce ad ogni vostro desiderio.

Tornando al referendum, copio e incollo questo pezzo che mi è stato inviato e che condivido. Ma io sarei molto più sintetico di così: io voterò NO perchè, lungi dall’aumentare la democrazia, con un parlamento di nominati dai partiti, e con l’aumento del numero minimo di firme per le leggi di iniziativa popolare ci sarebbe una diminuzione di democrazia ed un aumento di partitocrazia.

Il vero male del nostro tempo: la partitocrazia, una forma legalizzata di mafia che succhia il sangue dalle vene dei cittadini; il verme solitario che si nutre attraverso il corpo che occupa come ospite indesiderato.

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Riforma costituzionale. Perché NO.

  1. é promossa da un parlamento illegittimo (cfr. sentenza Corte Cost.le nr.1/2014)
  2. sono state violate le norme per l’indizione (entro il 5 luglio e non entro il 13 settembre) e per la data del referendum (entro l’11 settembre e non il 4 dicembre)
  3. non è vero che la Costituzione è sempre la stessa: dal ’47 sono state già cambiate 40 leggi cost.
  4. modifica ben 47 articoli, ma in realtà sono di più perché incidono anche sulla prima parte della costituzione
  5. una riforma – l’art.138 prevede peró la semplice revisione – richiederebbe un largo consenso istituzionale che non c’è.
  6. Si tenga presente che negli ordinamenti dei maggiori paesi europei le camere hanno gli stessi poteri ma funzioni diverse: il senato controlla la Camera dei deputati, ha un ruolo riflessivo e di convergenza (Zagrebelski)
  7. riduce il nr. dei senatori da 315 a 100, ma risparmia solo 20 mil  e non 500 mln, cioè 0,33 euro per cittadino all’anno. Il senato può esaminare ogni disegno di legge.
    Impossibilità per un membro della regione/comune di svolgere compiti da senatore. Es. Art. 81, 5 comma, in 15 gg. approvare il bilancio dello stato
  8. i parlamentari non rappresentano più la nazione a differenza di quanto avviene nei principali stati europei
  9. il governo può imporre alle Camere il calendario dei lavori parlamentari (art.72) e intervenire sulle materie, già ridotte, di competenza regionale
  10. l’abolizione del CNEL, organo di consulenza del parlamento e del governo in materia di economia e del lavoro, non diminuirà i costi, perché i suoi membri prestano l’opera gratuitamente, mentre i costi dei 90 dipendenti e i 20 mln di costi di struttura – per inciso, nell’ultimo bilancio del CNEL i costi indicati sono di 10 mln – rimarranno, salvo ricorrere a consulenze esterne onerose.
  11. l’abolizione delle Province con accentramento a Roma delle loro funzioni non ridurrà i costi dell’1,27% pari a 10 mld sul bilancio dello Stato, ma di 78 mln (i costi effettivi per il funzionamento della macchina amministrativa)  cioè 1,33 € per cittadino. Di contro l’Amministrazione centrale, le Regioni, gli interessi sul debito pubblico, i Comuni  incidono rispettivamente per il 60%, il 20%, l’11% e l’8%.
  12. di converso le prefetture, uffici statali non costituzionali, assumono un potere maggiore, mancando il bilanciamento delle province
  13. in tale quadro si inserisce quanto già approvato con d.leg. del 25/8/16: le Camere di Commercio, enti di rappresentanza delle autonomie locali, passano da 105 a 60, ponendole sotto il controllo del Ministero dello sviluppo economico
  14. non semplifica il procedimento leg.vo. (art. 70). Si prevedono otto diversi iter di approvazione con relativi conflitti.
  15. (70 1 comma) prevede anche la formazione ed l’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea. Cioè per la prima volta la Costituzione dice che non abbiamo più sovranità, perché dobbiamo solo attuare quanto l’Europa stabilisce.
  16. non semplifica, non riduce le leggi. In Italia abbiamo dai160 ai 300 mila atti normativi contro i 3 mila in U.K., 5.500 in Germania e 7 mila in Francia
  17. un partito che ha solo il 20% degli elettori (ed un 25% di voti) con l’Italicum prende 340 deputati su 630
  18. lo stesso partito può eleggere da solo il presidente della Repubblica con 220 voti (dopo 7 scrutini contro i 3 attuali). Violato art. 87, 1comma, perché non rappresenta l’unità della nazione. Si ricorda che il pres. della Repubblica può nominare 5 senatori e alti funzionari dello Stato (es. prefetti), oltre che il pres. del consiglio dei ministri e i ministri (art.92, 2c.)
  19. il parlamento, di fatto lo stesso partito, col pres. della Repubblica nominano i 2/3 della Corte costituzionale e 2/3 del CSM (violato art.104 1 comma, perché manca l’autonomia e l’indipendenza)
  20. gli stessi  nominano il consiglio di amministrazione della RAI
  21. il capo del partito di maggioranza relativa nominerà in tal modo i vertici delle Forze Armate, i responsabili dei servizi segreti, i comandanti della polizia e dei carabinieri etc
  22. di fatto, nella sostanza, si viola l’art.139  venendo meno la rappresentatività dei partiti, degli eletti (sono di più i nominati), vengono meno i corpi intermedi (Province), etc.. Restringe l’azione referendaria, triplicando il nr. degli elettori proponenti (150 mila). Questa non è una Repubblica.
  23. viola  principi costituzionali di separazione dei poteri, bilanciamento tra le istituzioni, pluralismo anche a livello territoriale, sussidiarietà orizzontale e verticale

Il presidente onorario del SM Imposimato per il NO al referendum:

https://www.youtube.com/watch?v=pcRfdkK0ZvY

Travaglio “asfalta” Renzi:

Sintesi del confronto fra Zagrebesky e Renzi sul referendum:

Spostamento dei poteri dalla periferia al centro:

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