Come ben spiegato in questo articolo di controinformazione.info, gli avversari della Clinton sono usciti allo scoperto con uno spettacolare 1-2:
uno, la lettera del capo dell’FBI al congresso, in cui annunciava la riapertura delle indagini sulle mail della Clinton, indiagini che erano state chiuse a luglio in maniera dubbia (la moglie del capo delle indagini aveva ricevuto 650.000 dollari come contributo elettorale…. dalla Clinton foundation!);
due, il dr. Steve Pieczenik, già alto funzionario anti terrorismo del Dipartimento di Stato USA durante le segreterie di Henry Kissinger, Cyrus Vance e James Baker dichiara che no, non è stata un’opera di hackeraggio da parte dei russi a consegnare le informazioni a Wikileaks, ma sono stati loro, lui ed altri alti funzionari ed ex funzionari di stato, e con questa esplicita dichiarazione ne spiega il motivo:
“Stiamo attraversando una grande, importante transizione e detto con franchezza, una seconda rivoluzione americana. Noi non abbiamo armi, non vogliamo uccidere nessuno, non intendiamo fare del male a nessuno. Ma noi, il popolo americano, e quelli di noi che hanno servito come veterani e nel servizio di intelligence come me, impediremo ai Clinton di assumere il potere che non meritano”.
Decisamente in crisi la posizione della donna, ma credo che, pur con tutti i difetti che si potranno attribuire a Trump, possiamo tirare un sospiro di sollievo. Sì perchè se passava il principio, più volte ripetuto, che un cyber attacco sarebbe stato considerato a tutti gli effetti come un attacco militare, con tutte le possibili ed inimmaginabili conseguenze (“quando il presidente dà l’ordine di attacco nucleare, questo deve essere eseguito entro 4 minuti”...), si dava di fatto carta bianca ad un presidente di attaccare, anche nuclearmente, qualunque paese con il pretesto che “aveva osato fare un attacco cibernetico agli Stati Uniti”.
Ma siamo impazziti? Ma chi avrebbe potuto controllare o anche solo mettere in dubbio una affermazione del genere?
A proposito, proprio nel dibattito presidenziale c’era stato uno scontro acceso su questo argomento. La Clinton sosteneva che ben 17 agenzie USA, in parte militari in parte civili, avevano concluso che lo spionaggio sulle sue mail e su quelle del partito democratico (quelle che provavano i brogli per far fuori, nella corsa alla nomination, l’altro candidato, Bernie Sanders) avevano evidenziato che l’attaccco proveniva dai più alti vertici del Cremlino, da Putin stesso.
E alla risposta di Trump: “Ma non è vero, non sai da dove vengano…” lei si inalberava e rispondeva, quasi urlando “I’m not citing myself” (non me le sto inventando queste cose, non sto citando me stessa).
A parte il fatto che se sei beccata a rubare dovresti quantomeno provare a dimostrare che non è vero, prima di dire che chi ti ha smascherato è un nemico, ora, con le dichiarazioni pubbliche emerse ne deriva quantomeno che:
- non era vero che le informazioni erano state hackerate dai russi, tantomeno da Putin, e queste famigerate 17 agenzie di intelligence farebbero meglio a chiedere scusa e a vergognarsi un po’;
- non è possibile utilizzare questa scusa dell’hackeraggio per dichiarare guerra o bombardare chiunque, vista la labilità delle informazioni e delle prove a disposizione; (ricordate la teoria della “difesa preventiva” di Bush?)
- adesso che la fonte è uscita allo scoperto, potresti quantomeno, cara candidata alla presidenza USA, tornare a parlare del quid, dell’oggetto, e rispondere nel merito?
video: quando il presidente dà l’ordine, va eseguito, max 4 minuti:
Credo proprio che se Trump non vincerà le elezioni sarà perchè queste, nella più grande denocrazia del mondo, sono truccate. L’unica alternativa pssibile sarebbe che gli elettori sono scemi, ma, con tale evidenze, mi sembra molto difficile da accettare.
Video: guardate come GODE questa donna della morte di Gheddaffi:
Beh…spontanea ed immediata mi vien la Citazione…
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“…il Potere monta SPETTACOLI di Illusionismo…”
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da il Romanzo ” La Storia ” della Defunta+Morante…