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Avvertenza: il film Sausage Party è una schifezza sotto tutti i punti di vista. Anzi no: la grafica, secondo gli stili dei cartoons inaugurati dalla Pixar, è molto accattivante. Ma tutto finisce lì, e non si può salvare nulla del resto.

Non la storia: insulsa e banale. I cibi di un supermercato, a partire dalle salsicce (falliche) e i panini (androgino-vaginali), sono umanizzati, e credono che essere comprati porti ad una sorta di “paradiso“. Ma i nostri eroi scopriranno la verità, e ingaggeranno una epica battaglia contro gli umani (che loro chiamavano “Dei”) e questa liberazione dall’illusione di essere protetti dagli dei, e che esista una vita migliore, dopo il supermercato, viene finalmente superata con la presa di coscienza. Capito bambini? Non c’è nulla, oltre il qui ed ora, e chi vi dice il contrario vi sta imbrogliando.

Non il contenuto: a più riprese gratuitamente violento e spaventoso, non si capisce come possa essere rtentuto compatibile con un pubblico infantile.

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Non il linguaggio: volgare ed esplicito. Non c’è spazio per il dippio senso, nè fra la salsiccia-fallo che non vede l’ora di penetrare la sua amata panino-vagina (tanto per citarne una), ma neanche per gli altri personaggi (la lavanda vaginale che vuole a tutti i costi assolvere al suo scopo, ad esempio).

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Non per per gli inutili (ai fini della storia) inserti anti-moralistici (“gli dei ci puniscono perchè abbiamo desiderato”) e pro LGBT (la soppressa storia d’amore lesbico fra la panina-vagina e l’altra protagonista femminile, il Taco, o fra i due mediorientali).

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Una boiata pazzesca, per dirla alla Fantozzi. Che però, alla luce del memorandum Jaffe, dell’imposizione della moda LGBT e gender, trova una sua precisa collocazione e finalità. Che è quella di sdoganare certi concetti presso il pubblico minore (anche perchè non si capisce come un film di animazione del genere possa essere altrimenti pensato per un pubblico non bambino).

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la finestra di Overton e la rana bollita funzionano proprio così: far passare le cose un po’ alla volta, in maniera scherzosa, coprendole di buoni intenti, come ben spiegato dall’ottima Elisabetta Frezza in questa sua conferenza. Da guardare dall’inizio alla fine, per riattivare le antenne e bloccare sul nascere quello che ci stanno propinando per uccidere il residuo di spiritualità dei nostri bambini.