tutti ti cercano

Uno dei primo libri del nostro DonPa si intitola appunto così: “Tutti Ti cercano“. Da ogni angolo della Terra, in ogni momento della loro vita, sotto ogni cielo e in ogni ogni loro azione, pensiero, alla fine, Signore, tutti Ti cercano: chi per una strada, chi per un’altra, ma alla fine: tutti Ti cercano, Signore.

Mi è tornato alla mente questo titolo negli ultimi giorni, dove, forse per coincidenza (ma esistono le coincidenze?), una serie di flash ed esperienze mi hanno ricondotto, tutte insieme, ordinatamente, a questo stesso pensiero.

  1. Avevo già parlato del film “Un altro mondo“, dove il regista mette insieme interviste ed esperienze di persone diverse che riportano tutte ad una visione più spirituale e unificante del mondo: non più una separazione fra materia e spirito, ma un tutt’uno, dove nessuno e niente rimane fuori. Un ritornare all’origine dell’Universo vibrante che si risolve solo con l’inclusione dell’Amore come elemento fondante del Tutto, e dal quale il Tutto trae la sua origine.
  2. Ho fatto un week-end di ritiro, la scorsa settimana, in un corso di meditazione (MPA: Meditazione Profonda Autocosciente). La conduttrice, una anziana ed arzilla signora, nonostante profondamente credente, ha sempre mantenuto una posizione distaccata, aperta a tutti, religiosi o meno, credenti o meno ma alla fine i discorsi sempre lì ritornavano: fare silenzio all’interno di noi stessi, eliminare i rumori che ci distraggono, ritornare alla Fonte Unica per riconciliarci con noi stessi e con gli altri.
  3. In questo weekend sono stato due volte al festival dell’Oriente, qui a Padova, per un paio di conferenze, e con l’occasione ho anche assistito qua e là a diverse manifestazioni. fermatomi davanti ad un maestro Yoga che faceva una mini-lezione a dei bambini, sentivo che spiegava come la Fonte di Energia sia inesauribile, e basta chiedere per ottenere, perchè l’energia è sempre lì, e aspetta solo che noi ne chiediamo.
  4. Per radio, sento che parlano di temi spirituali e della vibrazione, e di come il termine “persona” derivi dal latino “per-sona” (non l’avevo mai sentito: ma mi “suona” bene): cioè creato attraverso i suoni; e mi ritorna in mente come la frase evangelica “in principio era il Verbo” si possa anche interpretare non in senso puramente temporale (in principio, come dire all’inizio dei tempi) ma in senso gerarchico, di importanza (in principio come dire “alla base di tutto”) era la vibrazione, il suono, la Parola.

A questo punto mi domando: possiamo permetterci, come molti fanno, di bollare genericamente come “new age” questi movimenti di ricerca di spiritualità che, in fondo in fondo, arrivano alle stesse conclusioni che noi credenti diamo come rivelazione? Se alla fine si crede nell’Amore, si crede nell’unica origine del tutto, che la divisione sia un inganno, non possiamo essere felici che, per una strada o per l’altra, si arrivi tutti allo stesso punto?

Fra i commenti del pezzo sul film Un altro mondo il lettore Pierpaolo sosteneva la unicità della fede cristiana rispetto a queste esperienze di spiritualità. E su questo siamo d’accordo. Ma io credo che se lo Spirito soffia come vuole, e se l’Amore di Dio non vuole perdersi neanche uno dei suoi figli, perchè non può parlare a ciascuno secondo le frequenze e le armonie che gli/le sono più consoni? A qualcuno andrà meglio la Rivelazione fatta tramite l’Incarnazione: lode a Dio! Ma se a qualcun altro Dio vorrà suggerire una via d’Amore tramite altri ragionamenti, altre forme, perchè non essere altrettanto contenti che si possa arrivare alle stesse conclusioni?

Lasciatelo fare, perchè non c’è nessuno che possa fare miracoli nel mio nome e poi parlare male di Me. E chi non è contro di noi è con noi” disse una volta Gesù ai suoi discepoli che volevano aizzarlo contro un tale che, pur non essendo della loro cerchia, faceva prodigi nel nome di Gesù. Non avevano capito niente in quel momento gli apostoli, che ragionavano ancora secondo la mentalità umana della divisione-contrapposizione, e in quell’episodio Gesù ebbe l’opportunità di spiegare l’universalità, o cattolicità, del Suo messaggio.

Oggi ricorre il cinquantesimo anniversario della conclusione del concilio vaticano secondo. Concilio apostata, secondo molti miei amici cattolici, perchè, se fino a quel momento “nulla salus extra ecclesia (non c’è salvezza al di fuori della Chiesa)“, da quel momento in poi non serviva più convertirsi per essere salvi, rendendo in tal modo – secondo loro – invano il sacrificio di Cristo. Ma invano significa che non serve a nulla, forse sarebbe meglio dire non indispensabile.

Ecco, forse questa è la maniera migliore per vederlo: altro che inutile, utilissimo, a tutti quelli che lo accettano, lo riconoscono, lo professano. Ma l’infinito amore di Dio non si accontenta, e si supera sempre, anche in maniera illogica (per le ristrette capacità logiche degli uomini) e riesce a trovare sempre nuove strade, per recuperare anche la centesima pecorella smarrita. E noi dobbiamo fare festa per questo, e non, come il fratello invidioso del figliol prodigo, stare fuori della casa perchè il Padre è stato buono. Il fratello invidioso non aveva capito l’infinito amore del padre, pur standogli a fianco tutti i giorni.

Noi invece sappiamo che il Suo amore infinito opera miracoli e non possiamo che rallegrarci ed esultare per avere come Padre questa sorgente incredibilmente sovrabbondante di Amore e Grazie, talmente grande da non stare nelle nostre ristrette categorie mentali. Grazie, Padre, di amarci così!