L’abbiamo detto più volte: Internet e il web sono una gran cosa, ma se diventano un universo parallelo, in cui mettiamo tutte le nostre energie, dimenticandoci del mondo reale, fanno più danno che altro. I rivoluzionari solo in salotto, i ribelli solo sulla tastiera non servono a niente; anzi, peggio: sono il miglior alleato del sistema, non faranno mai nulla, ma credono di fare la rivoluzione perchè esprimono il loro sdegno con i “mi piace” o condividendo i post di qualcun altro.
Ma noi che non siamo così, sappiamo bene che chi non è disposto a sacrificarsi per ciò in cui crede, o vale poco ciò in cui crede o vale poco lui/lei.
Tutta questa introduzione per invitarvi a partecipare alla raccolta fondi di Massimo Mazzucco: il nostro amato regista (Cancro, Marijuana, 9/11, Robert Kennedy, ecc.) sta chedendo una mano per realizzare il suo documentario sulla Luna. Se crediamo nel valore (immenso) del suo lavoro, non possiamo restare indifferenti: mettiamo mano al portafoglio e facciamo tutti la nostra parte.
Altrimenti poi non potremmo lamentarci che TV e giornali ci mentono: ce lo saremmo meritati!
In un modo o nell’altro, tutti possono aiutare: riporto la frase di Mazzucco:
PS: Riporto qui quello che ho scritto nei commenti: Chi ha pochi soldi non deve sacrificarsi per fare una donazione: invece di farmi piacere, la cosa mi dispiacerebbe ancora di più. Io chiedo che a fare le donazioni siano quelli che (vogliono farlo e che) possono permetterselo, senza che vengano a mancargli i soldi a fine mese. Agli altri chiedo semplicemente di far circolare il mio video il più possibile. Anche questo è un modo di aiutare, specialmente riproponendolo più di una volta, a distanza di qualche giorno. Grazie.
DI persone che stanno facendo la loro parte ce ne sono in giro. Silenti come la notte agiscono, i loro effetti li vedremo a distanza di tempo, non dubitate!
Dalla mia parte posso dirvi soltanto che se volete a titolo di esempio qualche spunto per dimostrare che l’allunaggio dell’Apollo 11 non sia mai realmente avvenuto basta farvi alcune deduzioni logiche, ben sapendo che la logica è nemica della menzogna e amica della realtà.
Se si fanno dei confronti con le missioni del Programma Luna russo e quelle del Programma Apollo statunitense, si notano delle evidenti incongruenze. Per chi sapesse come si svolgono i viaggi interspaziali verso corpi celesti come la Luna, si sfrutta l’accelerazione centripeta per dar slancio alla navicella, e la propulsione dei motori secondo tecnologia anni 60 prevedeva la propulsione ionica (scoperta nel 1959) che sfrutta un principio per cui nello spazio non è possibile darsi la spinta “nuotando” in fluidi come l’atmosfera terrestre che sostiene il volo di velivoli terrestri. Tuttavia la forza di propulsione fa leva sull’accelerazione di ioni, ragion per cui si deve cercare di minimizzare lo sforzo di un motore in condizioni estreme e di dubbia sicurezza visto che ci “sarebbe equipaggio umano a bordo”. Per chi non avesse pratica della fisica dinamica, basta rammentare che la somma vettoriale delle forze gravitazionali agenti sulla navicella si possono smorzare per “la regola del parallelogramma” quivi applicata in contesti tensoriali.
Mi scuso per l’uso di alcuni tecnicismi, ma ci provo a semplificare quanto più possibile.
Infatti le missioni lunari russe erano tutte calcolate di modo tale da mandare velivoli quanto più leggeri possibile capaci di andata e ritorno, pertanto partivano sempre 4 giorni prima della fase luna crescente o luna calante (fasi esatte di allunaggio), per di più in perigeo (decisamente sotto i 400mila km), così da minimizzare la distanza da percorrere e il rischio di fallimento. Soggiornavano poche ore sulla superficie lunare, dopo di che si lanciavano per tornare a Terra evitando di finire fuori dal campo gravitazionale terrestre, ove avrebbe figurato il rischio di venire “risucchiati” dal campo gravitazionale del Sole (segnando così il mai-più-ritorno della navicella alla base, visto che la rotta non si può più correggere una volta usciti fuori da un campo gravitazionale da contrastare). Inoltre il Sole ha una massa non trascurabile per cui è impossibile ignorare la sua forza di attrazione sui corpi che orbitano oltre una certa distanza dalla Terra.
Se volete fare una verifica, consultate il calendario lunare disponibile anche online (leggete lì fase lunare e distanza Luna-Terra). Prendete le date ufficiali dette dal Programma Luna e Programma Apollo.
Vedrete che le missioni russe rispondono tutte alle stesse due fasi lunari, possibilmente quanto più prossime al perigeo. Invece le date delle missioni lunari statunitensi rispondono raramente a tale logica, tant’è che risulterebbe che avrebbero allunato anche in fase di luna nuova (palesemente pericoloso oltre che a forte rischio di non aggrapparsi al campo gravitazionale terrestre, visto che si deve tenere conto anche della II legge di Keplero, per cui la Terra in fase di perielio ha persino una velocità di rivoluzione attorno al Sole maggiore, come denotano le missioni Apollo avutesi nei mesi di dicembre). Per di più non si capisce perchè abbiano ignorato assolutamente le fasi lunari e le distanze Terra-Luna che mutano ogni volta per cui abbiamo perigeo e apogeo in diverse fasi.
E’ evidente che le loro missioni erano di orbitazione attorno all’atmosfera terrestre, per cui è probabile che i lanci avutisi siano stati soltanto missioni di prova per lancio.
Ciò che mi lascia perplesso è come mai le sonde ritrovate dalla sonda SELENE nel 2009 abbiano dichiarato punti di allunaggio dei vari LEM degli anni 60 inizi anni 70 del Programma Apollo esattamente identici a quelli dichiarati dalle coordinate NASA anzitempo, roba che il LEM che si è “sacrificato” staccandosi per lasciar ripartire il modulo sulla Terra avrebbe orbitato attorno alla Luna per un tempo non meglio precisato da 1 a 4 mesi per poi atterrare esattamente sul punto dove aveva precedentemente allunato. Ciò accadendo diverse volte, e guarda caso sempre “in piedi” (anche se per sganciarsi dal modulo stava di traverso per cogliere l’accelerazione centripeta).
Roba che dovremmo chiamare Enrico Fermi e portargli questi dati per dirgli che la sua teoria del calcolo di una funzione di probabilità sul modello Montecarlo è una baggianata di proporzioni epiche. Dirgli che in realtà i suoi calcoli che l’hanno condotto al Premio Nobel sono inesatti… Buon Anima ci perdoni!
Spero di aver contribuito bene, ringrazio e come sempre sto dando la mia parte, anche fuori dallo schermo.
ma fallo sparire questo articolo, che è meglio
e tu sai cosa intendo