Ricevo e volentieri pubblico.

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Grande parlare, soprattuto dalle nostre parti, della vicenda che sta gettando una luce oscura sulla Banca Popolare di Vicenza e i suoi manager: pare che abbiano truffato i clienti, riducendo sul lastrico moltissime famiglie.  Proviamo a dare una doppia lettura, quasi una intervista doppia, alla luce della conoscenza che ha chi conosce i meccanismi di creazione del denaro (aka “signoraggio”), come ad esempio chi frequenta le pagine di questo bel sito.

Versione ufficiale

La banca Popopolare di Vicenza, o Bpopvi, avrebbe truffato migliaia, decine di migliaia di famiglie, piccoli risparmiatori ed imprenditori costringendoli ad acquistare, a prezzi esagerati, azioni della banca stessa in cambio di favori. Indagini in corso sui vertici della banca.

Quello che è successo veramente.

La Bpopvi, come tutti gli istituti di credito, pratica condizioni privilegiate ai propri dipendenti ed azionisti. Anzi, questa pratica è comune più o meno in tutti i settori: se siete dipendendenti della Fiat avete accesso a sconti particolare per acquisto di auto Fiat. Fin qua, niente di irregolare o di illegale. Come si diventa azionisti? Semplice, si comprano delle azioni della banca. Ma se queste azioni non sono quotate in borsa? Qui si aprono due varianti: quando le posso comprare, e a quanto. Mentre per titoli quotati in borsa il prezzo è fatto dal mercato, e si può acquistare quando si vuole, nel caso di Bpopvi si può comprare solo in momenti paticolari e ad un prezzo stabilito dal consiglio di amministrazione che, per così dire “decide” qual è il valore della azione in base a parametri finanziari. Anche qui, finora nulla di illegale o di particolarmente scandaloso.

Ma come funzionava esattamente? All’imprenditore che chiedeva un prestito, o al padre di famiglia che chiedeva un mutuo per comprare casa, veniva detto: il tasso, le condizioni di uscita anticipate, ecc. sono questi, ma, se tu fossi azionista, sarebbero queste altre (ovviamente molto migliori). “e come faccio a comprare – diciamo – quote della Bpopvi per 20.000 €? Io 20.000 € non ce li ho!” “Non c’è problema!” rispondeva il solerte impegato “anzichè prestarti i 100.000 che tu ci hai chiesto, te ne prestiamo 120.000, che problema c’è?

Anche qui, a pensarci bene, non c’è nulla di illegale o scorretto: a meno che i clienti non possano provare di essere stati minacciati con la forza, si è trattato di una normale trattativa commerciale. Ti offro condizioni diverse, tu scegli in base alle tue esigenze. Per questo sono sicuro che l’accanimento è puramente strumentale (le Popolari sono sotto il mirino del PD, che è il partito della grande finanza internazionale, e bisogna fiaccarne la resistenza alle scalate internazionali, come ha fatto Renzi col decreto legge sul voto capitario), ma dal punto di vista giuridico processuale non si riuscirà a provare un bel niente, e tutto questo si risolverà, fra qualche anno, con un bel nulla di fatto.

A questo punto subentrano però le considerazioni che solo alla luce dei meccanismo di creazione del denaro si possono fare. Se

  • il denaro fosse una variabile indipendente;
  • in quantità costante presente nel mercato
  • e non fosse creato a debito dalle banche nel momento in cui viene prestato,

tutti i ragionamenti fatti sopra ci starebbero.

Ma siccome noi sappiamo che non è così, e il denaro viene creato nel momento in cui viene prestato, paradossalmente, la Bpopvi aveva tutto l’interesse che l’indebitamento fosse il maggiore possibile, perchè da quell’indebitamento trae il suo lucro e il suo profitto (senza rischiare nulla, ovviamente! Mica se li tira fuori di tasca sua, quei soldi!). Il sistema premia la costituzione di debiti assurdi perchè solo con quei debiti permette la creazione di denaro e di utili spaventosi a chi quei debiti ha creato, senza rischiare nulla. Sapendo e mettendo in luce questo, il comportamento truffaldino potrebbe essere stigmatizzato e sanzionato: ma questo implicherebbe che la magistratura inquirente mettesse in luce questa verità indicibile, e questo non succederà mai.

I dirigenti della Bpopvi si sono comportati inmaniera deprecabile, scandalosa, schifosa, per aver sfruttato il meccanismo a loro uso e consumo senza nessuna considerazione per i danni alla collettività, soprattuto locale, che hanno creato. E questo è ancora peggio se si considera la natura della banca cosiddetta “Popolare“, rivolta al territorio, che dovrebbe promuovere e del quale dovrebbe avere a cuore gli interessi. Soprattutto quando si sono assegnati stipendi, premi e buone uscite che sono 20, 30, fino a 100 volte lo stipendio medio di un operario della zona, di un loro compaesano, di un loro fratello. E questo è veramente rivoltante.

Ma dal punto di vista legale, stante il meccanismo attuale, non hanno fatto nulla di penalmente rilevante. E’ per questo che il sistema va cambiato.

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