(*) no no, nessuna ironia: Adinolfi non è l’elefante nella stanza, anche se l’allusione sembrerebbe scontata, e credo che lui stesso non se ne tirerebbe indietro, dotato com’è di autoironia).
Nel gergo anglosassone si dice “elefante nella stanza” (elephant in the room) quell’elemento di una discussione, di un dibattito, di una dissertazione che è talmente grosso e ingombrante che non si può non vedere, anche se di solito tutti i partecipanti evitano accuratamente di menzionarlo. Nel caso, attualissimo, dei problemi della Grecia, credo si possa affermare tranquillamente che l’elefante sia il meccanismo di produzione del denaro: emesso, cioè creato dal nulla, a debito, e quindi ogni emissione si porta appresso, appiccicato come una sorta di peccato originale, un interesse da pagare; ma nessuno, nè a livello politico, nè giornalistico, sembra voler menzionare questo aspetto.
Nel caso invece del matrimonio gay, della teoria gender (quella idiozia secondo la quale noi saremmo maschi o femmine non per natura o biologia ma per condizionamento cultirale), esiste un altrettanto ingombrante “elefante nella stanza” che mi meravigliavo non avesse tirato fuori nessuno, e finalmente, la settimana scorsa, con un articolo sul quotidiano (ahimè solo online, ormai, nonostante un coraggioso tentativo di uscire anche nella versione cartacea) La Croce, il politico-giornalista Mario Adinolfi lo ha tirato fuori: si chiama pensione di reversibilità.
Sempre di soldi si tratta, allora? Sì, ma con una motivazione di fondo molto precisa.
Che cos’è infatti che sta alla base della pensione di reversibilità? Si tratta di quel principio che lo stato, cioè la collettività, cioè noi, dal momento che riconosce una identità ed una utilità alla famiglia, si preoccupa di considerarla come un tutt’uno che partecipa e contribuisce alla vita attiva della società, pur nelle diversità dei ruoli e degli incarichi. Per cui una moglie che non abbia lavorato fuori casa non deve venire penalizzata per questo: ha contribuito con la sua parte di impegno dentro le mura domestiche, nell’ambito della famiglia (se possibile, anche molto di più) al prosperare della società tramite l’accudimento, l’educazione, la cura dei figli in un ruolo che le è tutto particolare. Mentre il marito si occupava d’altro, del sostentamento economico: ma proprio perchè si riconosce un valore unitario al nucleo familiare, la moglie non deve venire penalizzata nel caso di perdita prematura del consorte: i contributi versati non vanno persi ma restano, appunto, in famiglia.
Il principio, come già detto, è il riconoscimento di un ruolo fondamentale della famiglia, e della diversità dei ruoli all’interno della stessa che non deve diventare motivo di discriminazione.
A questo punto, con il matrimonio gay e la teoria gender con la perdita dei ruoli naturali o biologici, tutto questo rischia di venire messo in crisi. Se i ruoli sono interscambiabili, chi decide di starsene a casa fa una scelta indiviuale, personale, condivisibile o meno ma per quale motivo sussidiabile? Se non hai voluto andare a lavorare, peggio per te! (Anche perchè, se così non fosse, si aprirebbero scenari paradossali: amici che formalmente si sposano, anche in tarda età, per garantirsi una forma di sostegno reciproco in caso di morte. Padri che “sposano” i figli per garantire loro una rendita a vita. E i limiti sono solo quelli che la fantasia ci impone).
Insomma, come detto anche nel libro Ingannati, tutto questo rientra in un attacco alla famiglia tradizionale. La famiglia, palestra di vita, luogo dove si formano individui consapevoli, maturi, dove è più difficile per il potere penetrare con il condizionamento di massa, costituisce un ostacolo ai piani del potere stesso.
- Per questo va ridicolizzata l’autorità del padre,
- per questo le mamme devono andare a lavorare, abbandonando ad altri l’eduicazione dei figli fin dalla temerissima età;
- per questo i figli devono essere sottratti quanto prima alle cure materne e infilati in istituti dove saranno addestrati ed irrigimentati secondo le logiche – gender per esempio – che fanno comodo al potere.
Una massa di soggetti indifesi e nudi di fronte al grande fratello; programmati come polli in batteria e incapaci di difendersi. Tolta anche la famiglia, le armi di difesa saranno ridotte al lumicino.
Alberto, questo tuo ultimo articolo rivela, ancora una volta che sei un grand’uomo. Chapel! Io concordo con ogni virgola di questo tuo scritto. Unico commento che neppure avrei il diritto di esprimere qui è il modo mite, la forma sommessa educata “comm’il faut” di dire le profonde ad attualissime e drammatiche verità che stai denunciando..
Mi ero ripromesso di abbandonare questo tuo blog. Mi sembraba troppo “curiale” sottomesso e censurato secondo direttive di preti legati al grande potere finanziario-curiale.
Ma io sono cristiano. Io prendo sul serio il messaggio di Cristo, e più che essere legato all’organizzazione cattolica, (molto discutibile ma piena di persone notevolissime), mi sento piuttosto legato alle parole pronunciate dal Cristo che io leggo e rileggo con profondo ed ogni volta nuovo interesse e meraviglia..
In certe circostanze Cristo non fu mite, nè “buono”. Direi anczi che fu violento di fatto o almeno in certe sue espressioni: “razza di vipere! Voi volete seguire l’esempio di vostro padre, il demonio, che fu omicida e menzognero sin dall’inizio!…..”
Sarei stato tentato di usare un linguaggio più forte e talora più efficace cioè di maggiore impacto emozionale stile Jane Fonda quando attaccava le compagnie petrolifere nella sua crociata contro l’inquinamento, o come certi annunci scritti dal grande redattore pubblicitario giapponese Saati a proposito di igiene degli alimenti.
Questo è sicuramente uno stile più confacente col mio spirito.
Ma tu sei in ogni caso più completo e con preparazione più ampia, ed io soltanto un pover’ uomo in lotta contro le forze delle tenebre. Cordiali saluti Alberto!
Con stima. Eliseo
“razza di vipere! Voi volete seguire l’esempio di vostro padre, il demonio, che fu omicida e menzognero sin dall’inizio!…
Sì, questa è una parte che non è stata capita abbastanza…. Come anche “Sepolcri imbiancati”, che sottintende puzzolenti, di una puzza che non si vede perchè nascosta dalla facciata, ma si sente, eccome!
Però, come ho già avuto modo di dire, tranne una piccolissima minoranza, che fa il male sapendo di farlo, la stragrande maggioranza è in buona parte ignorante e inconsapevole, INGANNATA appunto fin dalla più tenera età e indotta a non pensare, a non ragionare.
Grazie dei tuoi commenti!
… loro (gli ingannati) non sono dunque responsabili?
se la risposta sarà positiva dovrai cambiare il titolo in:
“Irresponsabili
Scoprire chi siete e tornate a vivere liberi”
Saluti a tutti
Certo…così come la Vittima che non si ribèlla al Carnéfice…beh…è ancor più colpévole…
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come il Càne che non si liberàsse delle sue Zécche…e la Gàtta delle sue Pulci…hìhìhì…
Ognun di Noi si deve esprimere col Suo personàle Stile…
secundo il Suo Temperamento ed Estro…
sempre tenendo bèn presente che:
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“…i tièpidi sarànno rigettàti e vomitàti…”
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Parola de Signore…di Nostro+Signore…!!!
Toh…una spiritosa novità…quel ” Chapèl ” del Nòstro+Gajàrdo+Elisèo…al pòsto di ” Chapeau “…
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beh…perché non scriver,allora, pure…” Kepì “…hìhìhì…o,mejo ancor…” Kipà “…hàhàhà…!!!
” MATRI.MONIO “…ma mi spiegàte dove càcchio mai stìa la…” MATER “…per appellàrla proprio così…
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l’unione fra due maschi o fra due femmine…ma dài,suvvìa…ora stànno davvero esageràndo…che diàmine…
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trattasi di una palése,manifèsta,volontària Provocazione…ERGO…meritevole della maXima Punizione…!!!
E diciamocelo…con tutta la necessària,brutàl Franchézza…al sol fin di fàr Chiarézza:
fra due ” maschi ” che,a guisa di càni,s’inchiappéttan l’un l’altro…
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fra due ” femmine ” che,a mo’ di càgne,si lèccan l’un l’altra…
ci può èsser sì…” unione “…ma che puzza di lèrcia e ripugnànte…PERVERSIONE…!!!
E pretenderèbbero pure…’sti Pàzzi…hìhìhì…che venisse chiamàto…Matrimònio “…
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distorcèndo così il Significàto intrinseco della Paròla…che stolta Follìa…hàhàhà…!!!
Non a caso l’attàcco è duplice e simultàneo,su àmbo i fronti…hìhìhì…
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e al MATRIMONIO e al PATRIMONIO…tutti e due da metter in crisi e distrugger…
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portàto di Chi se li consèrva bèn bène,entràmbi…eccome se li consèrva…hàhàhà…!!!
Che svista madornale “chapel”, invece di Chapeaux, chiedo scusa. In inglese suonerebbe “cappella” parte dell’architettura della chiesa o di un monastero per lo più dedicata ad un santo. Potrebbe anche essere interpretato in chiave ironica anzichè un’espressione di omaggio Ma non è il caso. Una svista completa..
Ma no,dàì…sta per…” Cappèllo “…ovvero…” Chapeau “…
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ovvero…” Kepì “…hìhìhì…ovvero…” Kipà “…hàhàhà…!!!