Ad esempio: come fa il sergente a dire ai suoi soldati: “fuori tutti dalla trincea, baionette e di corsa contro il nemico!” ??? Semplice: ha il consenso dei suoi uomini. E perchè gli danno il consenso? Per svariati motivi, ad esempio perchè sanno che se diserteranno verranno uccisi dai carabinieri che stanno dietro le linee. E perchè i carabinieri stanno lì, pronti ad uccidere i loro fratelli? Perchè hanno dato il consenso. E perchè hanno dato il consenso? Per la paura, che deriva da cosa? Per svariati motivi, magari perchè pensano, o sanno, che se non ubbidiscono, ne pagheranno le conseguenza.
Senza arrivare a questi estremi (peraltro veri e documentati, si trattava della prima guerra mondiale), anche nella vita di tutti i giorni si evidenzia questa sudditanza psicologica al potere, nella misura in cui non siamo capaci di dare il nostro contributo, metterci del nostro, ma chiniamo il capo di fronte alla burocrazia, espressione più subdola di un potere che vuole continuamente mettere alla prova la nostra sudditanza psicologica, come ho detto qui e qui.
Caso concreto. Durante la fase di raccolta della documentazione di un contratto, durata molti mesi, all’ultimo momento, con moltissime persone movimentate, e fissati gli appuntamenti, arriva l’altolà della banca. Cosa manca? Un certificato di residenza. Ma come? Nella documentazione raccolta e fornita c’è già uno stato di famiglia, emesso dalla stessa autorità comunale che dovrebbe emettere anche il certificato di residenza. e che dice, oltre alla composizione del nucleo familire, anche l’indirizzo di residenza. Ma non si chiama formalmente “Certificato di residenza“; si chiama “Stato di famiglia“!! Immagino l’impiegato, un omino piccolo piccolo, magari anche orgoglioso del suo lavoro in una prestigiosa banca, anzi, istituzione finanziaria, che ha come compito quello di controllare la completezza della documentazione. Nella sua check list c’è scritto “certificato di residenza“, e se non c’è, non dà l’ok. Fine. Valore aggiunto: zero. Pazienza se qualcuno ci rimetterà dei soldi, se qualcuno fallirà, se qualcuno si suiciderà per questo. La regola prima di tutto. Nessuna interpretazione. Nessun valore aggiunto. L’essere umano non conta nulla.
Con gente che ragiona così (e non entro nel merito di come il potere sia riuscito ad educare le persone così indecorosamente sottomesse alla “regola”) non c’è futuro. Il potere, con questa gente, non rischia nulla. Un esercito di pecore disposte ad obbedire, costi quel che costi, fedeli al potere e incapaci di pensare con la propria testa. Come dice Agosti, al termine della canzone del vide sotto, lo schiavo vero è incapace anche di immaginare la propria libertà: quando gli apriranno le porte della cella, lui vorrà restare dentro, tanto si sarà assuefatto a quelle quattro mura in cui si illudeva di essere libero di muoversi.
Una parte sarà sempre schiava, sicuro, Ma non tutti Alberto.
Io conosco uno che ha mandato esplicite lettere firmate con nome e cognome ad un gerente di banca il quale faceva prelievi ingiustificati dal vecchio c/c di un defunto, sottraendo quei valori agli eredi legittimi:
Il mio conoscente gli scrisse queste testuali parole::
“Uno sciacallo della tua categoria che non si vergogna di infilare le mani nelle tasche dei morti, un lurido porco della tua specie presto riceverà una visita a sorpresa; Quando meno te lo aspetti qualcuno verrà a presentarti il conto”
L’uomo diventò docile ragionevole e condiscendente come un agnello, ed il mio conoscente, uno che ha poca voglia di scherzare con questi cialtronacci, era realmente disposto a infillare un proiettile nel deretano del gerente della banca, con un fucile di precisione, da notevole distanza. Questo è il modio corretto di agire con questi escrementi, Alberto, non certo dirigendosi alla “magistratura” da operetta comica o, ancor peggio “perdonandoli”.
🙂
Caro sig. Aberto,
che cosa farà quando scoprirà che tra le sue file ed alla testa del suo esercito marcia il nemico?
Lei dice che siamo un gregge di pecore che ha paura. Viene omessa qui la causa: In che modo l’uomo verrebbe trasformato in una tremula pecorella o in una zombi psicoprogrammato??
Legga il libro di Della Luna “Neuroschiavi”. La popolazione viene letteralmente ipnotizzata e plagiata, cioè dominata con tecniche di persuasione ipnotica o neurologica.
Della Luna descrive incredibili comportamenti di gente colta, addirittura di psichiatri, evidentemente con insufficiente formazione e preparazione professionale, caduti vittime di qualche “maestro o guru indiano, il quale devia le naturali pulsioni e frustrazioni erotiche delle sue vittime e spinge quelli ad un incredibile “risveglio” religioso. Persino li spinge a prostrarsi davanti al proprio Guru convinti che si tratti della incarnazione di Dio, e all’improvviso a balzare in piedi e lanciarsi in un frenetica danza collettiva di vari discepoli con grida e canti di 100 decibel di volume al suono dei tamburi indiani.
Nel capitolo dedicato all’Opus Dei, prego legga quel che descrive Della Luna, sig Alberto,: Gli adepti vengono letteralmente dominati con tecniche di penitenza e sofferenze inaudite come l’obbligo di indossare il cilicio (strumento di tortura) e di autofustigarsi quotidianamente.. Tali vittime verrebbero ridotte allo stato di dementi e fanatici squilibrati senza più capacità propria di intendere e volere. Vi sarebbero persino ospedali e case di cura della Propria Opera di Dio (lontani da osservatori indiscreti) in cui verrbbero ricoverati questi poveri disgraziati ridotti alla completa perdita della ragione e persino spinti al suicidio. Molti di questi zombi, verrebbero poi introdotti negli organi dello Stato, GOVERNO, PARLAMENTO, MAGISTRATURA per poi combinare le belle porcate che stanno combinando alla “guida” del nostro Paese. Che mi dice Alberto, sono cose incredibili o è questa la Verità?
Non voglio affatto incentivare pratiche di minacce o qualsivoglia reazione violenta, lungi da me ogni inneggiamento ad esse, ma purtroppo confermo che molte volte la vigliaccheria di certi speculatori è stata arrestata dalle minacce fisiche.
C’era un sociologo che diceva che il corrotto conosce solo due parole: soldi e morte. Perché stando a tale sociologo di cui non ricordo il nome (veramente esistito, se voleste potreste risparmiarmi una verifica), il corrotto riconosce solo stimoli primordiali: piacere e dolore. Ed è su tali “segnali” che uno deve lavorare per indurlo a modificare i comportamenti.
La verità è che l’inganno del popolo “pecora” nasce dalla pigrizia, dalla debolezza ed infine dalla stupidità. Quest’ultima è la meno determinante, e finalmente se ne sono accorti anche ai dipartimenti di sicurezza americani che il popolo non è così stupido come speravano (al che dovrebbero farsi una domanda circa se stessi)…
Altro esempio: gli USA continuano a mandare truppe sul fronte limitrofo alla Russia per contrastare possibili avanzate (chiamarle possibili aggressioni denota che il bue USA ha grossi problemi di vista per non vedere le proprie gigantesche corna). Ancora una volta gli stelle e strisce pensano di risolvere la cosa con le armi (visto che in altre cose si sono rivelati “schiappe”, facendo fare una figura barbina pure all’FBI), mentre il loro addomesticato popolo non riesce neanche a vedere quanto profondo sia il burrone dove l’amministrazione Obama lo sta spingendo. Mi chiedo quand’è che capiranno che dovrebbero deporre le armi e rinunciare al loro strapotere e arrendersi al naturale flusso degli eventi che porta ad un mondo meno “politicamente monopolizzato” e smetterla di gettare benzina sul fuoco e collaborassero per migliorare l’umanità.
Si vede che negli USA sono convinti di avere la carta militare più forte… Auguri! Sperassero di aver ragione quei soldati che vanno al fronte per quei quattro governanti e quei banchieri che dal loro salotto pensano di giocare a risiko…
Non vorrei che stessero facendo la strategia Sun Tzu, mostrarsi forti quando si è deboli. Anche se in realtà le informazioni che ci arrivano al riguardo sono filtrate dallo stile filoccidentale, per cui ignoriamo quello che la Russia sta veramente facendo.
E vorrei per una volta che i potenti si “mettessero a dieta”, che si facessero curare quella malattia mentale chiamata “brama di potere” e che magari si facessero visitare da un bravo psichiatra per risolvere tutte quelle turbe psichiche mai risolte (così magari la smettono di prendersela col mondo)… E che finalmente capissero che tutta la cattiveria che vedono nel mondo è spesso la proiezione mentale di ciò che hanno nel loro cervello.
Mi immagino già i padri fondatori degli USA che si rivolterebbero dalla tomba a vedere lo scempio dei loro prosecutori. Abraham Lincoln, per quanto politicamente interessato, ha liberato intere genti dalla schiavitù, ha migliorato la società e il mondo fors’anche solo per questo… Oggi loro cosa stanno facendo?
Tutto questo cos’è? Stupidità, pigrizia o debolezza?
Soprattutto pigrizia e debolezza!
Basta prenderne veramente coscienza che la cosa si risolve. Ma di vera coscienza io parlo. E non rispondete “si si” finché non avete provato!
Per rispondere a Ricercatore della Verità, le varie tecniche di manipolazione esistono, e per lo più fanno leva sul narcisismo di colui che le mette in pratica.
Per lo più si scoprono “a istinto”, come direbbe uno del volgo “basta credersela e tutto cambia”. Se poi ci si aggiunge un pizzico di capacità in un qualsivoglia ambito, gli altri si prostreranno ai suoi piedi.
Di fatto la manipolazione funziona in due modi: condizionamento positivo o condizionamento negativo.
Il condizionamento positivo si usa sugli idioti, il condizionamento negativo sugli intelligenti. Di seguito capite.
Molte di esse nascono dall’esperienza di vita (propria o altrui riferita). Altre nascono invece dalla perseveranza. Di fatto il manipolatore non si cura di chi lo ignora, ma si cura di chi lo trova da subito interessante.
Il manipolatore adora gli stupidi che gli fanno “codazzo”, perché essi saranno “il suo esercito”, “il suo palcoscenico”, “il suo popolo”. Il manipolatore regala spesso zuccherini agli stupidi (condizionamento positivo) e dispensa minacce agli intelligenti (condizionamento negativo).
Gli intelligenti di solito ci mettono poco a smascherarlo, perché in fondo il manipolatore è a sua volta “manipolato” (strano ma vero) dai suoi “istinti”, dalle sue “necessità”. In fondo sono umani anche loro. Scoprire i loro talloni d’Achille è come mettersi davanti alla tana del topo col bastone (prima o poi ci passerà).
La manipolazione funziona bene sui soggetti incolti (non c’entra nulla il titolo di studio), sui soggetti “inetti”, sui soggetti insicuri.
Laddove ad esempio qualcuno trovi “difficile” o “faticoso” informarsi, laddove qualcuno preferisca chiedere agli altri come stanno le cose pur avendo la capacità di capire da sé, laddove qualcuno preferisca andare avanti “finché la barca va”, lì si annida la manipolazione.
Un esempio di manipolazione è il virtuale di oggi che limita a X caratteri massimo, perché riduce le capacità di analisi e pensiero delle persone (fatto sia per rendere “più leggibile” il sito persino ai soggetti mentalmente meno allenati e per indurre opinioni lapidarie). Io so bene che per la media scrivo troppo, ma lo faccio con lo scopo che chi legga sia veramente uno che abbia l’umiltà di capire, non uno che semplicemente legge e distorce (anche se mai dire mai…).
Altro è far vedere che certi argomenti vengono trattati, ma in modo ridicolo se si avessero gli occhi di un esperto per saperlo.
Altra tecnica di manipolazione è indurre ad odiare il prossimo per “queste debolezze”…
Quest’ultima funziona per “reclutare nuovi intelligenti al servizio dei potenti”, senza di questa il sistema non arriverebbe all’alba di domani. Obama stesso ammise “finché stavo coi poveri, vivevo al loro fianco, patteggiavo per i poveri e odiavo i ricchi presuntuosi e prepotenti; ma da quando frequento i ricchi, comincio a trovare orripilanti i poveri, pieni di miserie, ipocrisie, cattiverie, falsità. Ti ritrovi a domandarti, ma perché lottare il potere se poi i dominati sono uguali se non peggio dei potenti? Val la pena che lo status quo rimanga intatto, poco importa di chi ci sta a vertice”.
Se non fosse stato riferito a se stesso (quasi certo, visto che era scritto su una biografia di Obama), vale comunque come concetto per dire che tale dinamica esiste.
Quante volte vi sarà capitato di sentire qualcuno andare avanti con le sue teorie idiote, che osanna qualcuno o qualcosa di deplorevole, che continua col suo stile di vita imperterrito di fronte alle vere cose della vita, che si lamenta dei politici e poi ruba in prima persona, che critica i potenti e poi fa il gradasso coi suoi vicini? Ditemi se non vi è mai balzato per la mente un “ma che andassero a fare in culo”!
E quante volte quindi molti che hanno fatto questi pensieri da novelli prometeo si sono trasformati in ipocriti opportunisti?
E’ in fondo una verità (non tutta) quella di Rothschild per cui “penso che questo sistema durerà in eterno: molti non lo capiranno mai e ne saranno sempre sudditi; mentre quei pochi che lo capiranno veramente saranno troppo impegnati a sfruttarlo”.
Anche se può bastare anche un solo uomo per cambiare la partita… Staremo a vedere.
Oggi sono in vena di scrivere, spero sia gradito.
Avete mai notato quanto sia diverso il modo di ragionare tra popoli diversi?
Potremmo prendere questi come esperimenti già svolti per dedurre le cose necessarie al nostro ragionamento. Vi aiuto a cogliere l’analogia: si consideri ogni popolo come una specifica epoca storica della grande storia dell’umanità. Ad esso si associano stili di vita e bisogni diversi. Ogni cosa è calibrata da specifiche eventualità di tipo climatico, politico, ambientale, sociale, economico etc
Dal modo con cui si soddisfano certi bisogni scattano certi comportamenti e certe ritualità, per cui si instaurano diversi meccanismi mentali. Ad esempio, i popoli che vivono a stretto contatto con la natura e vivono di economia di sussistenza sono paradossalmente mediamente/medianamente più colti dei popoli ricchi nelle materie agrarie/naturali. Mentre i popoli ricchi sono più propensi al pensiero astratto e portati alle discussioni filosofiche. Fin qui a intuito ci si arriva. Ma cosa provoca ciò?
Che il povero non particolarmente stimolato tende ad appiattire le proprie potenzialità, diventando talvolta anche stupido ed elementare nella sopravvivenza, mentre il ricco sviluppa un’incapacità di svolgere attività pratiche senza una reiterazione del processo di apprendimento.
Pertanto il ricco tende a sviluppare una “vita virtuale” fatta di bisogni astratti ed effimeri; e siccome i bisogni sono mutevoli ma l’apprendimento lento, allora per sopravvivenza scatta una passività mentale di fronte agli stimoli-guida esterni che velocizzano il processo di assimilazione. Col risultato che il ricco perde flessibilità mentale, rinsaldando schemi mentali e procedure standardizzate per risolvere le problematiche quotidiane.
Il povero di rimando pur più elastico mentalmente presenta una scarsità di stimoli per via delle situazioni che vive così che se non per capacità di pensiero astratto sviluppate in proprio sarà improntato a vivere sul presente, senza chiedersi cosa possa fare per migliorare la propria vita.
Ecco perché diversi fasi dello sviluppo rappresentano diverse fasi della vita di un paese. Queste teorie sono note sin dal secolo scorso e passarono sotto il nome di “teorie della crescita o dello sviluppo”, ognuna interessata a rimarcare l’aspetto secondo loro più importante. Tralasciando le strumentalizzazioni ipocrite di chi ha abusato di tali teorie in ambito accademico, mi dilungo sull’aspetto concreto.
Pertanto come nelle teorie evoluzionistiche, l’anello mancante tra ricco e povero è il “borghese”.
Esso rappresenta uno “snob” nel vero senso latino del termine “sine nobilitate” che cerca di emergere dal volgo che lui stesso “snobba” per via delle sue piccolezze e miserie. Il borghese è stufo di vedere gli altri incapaci di pensare oltre la propria vita “da lui ritenuta insulsa”, vuole vivere nuove esperienze, vedere nuovi orizzonti, scoprire l’apice della società. Sono questi, alimentati da frustrazione, senso di rivalsa, di riscatto che poi dominano il mondo.
Ora posso permettermi di farvi capire la “teoria del ciclo storico”, nota sin dalla “ruota della fortuna” del XIV secolo d.C.
I popoli opulenti presentano caratteri di vizio e inettitudine; i popoli poveri di sottomissione e schiavitù; i popoli borghesi di aggressività e voglia di affermazione.
I popoli opulenti si trasformano in paesi sottomessi, i paesi borghesi in paesi opulenti, i paesi poveri in paesi borghesi. Analogamente alla morra cinese.
Mooolto gradito!
Enrico, lei é sicuramente un uomo di cultura. preparato, ed ha profonda conoscenza di psicologia, sociologia, comportamenti collettivi dei gruppi sociali e delle nazioni. Ed è bene informato e cosciente degli attuali problemi che attanagliano il nostro Paese e conosce i responsabili. La pensa come me Si esprime in un modo pacato, imperturbabile, olimpico.
Io invidio queste sue caratteristiche. E mi domando: come può mantenere la calma osservando il saccheggio che i “poteri forti” stanno facendo delle case e dei beni delle famiglie e delle imprese italiane..E mi domando perchè non tuona, Enrico?, io mi sento venire il sangue alla testa. Mi vien voglia di prendere a pugni i disgraziati che stanno facendo questo con la nostra Nazione. Insomma Enrico, lei è un prete? E se non piange di che pianger suole? E se non si rivolta, di che rivoltarsi suole?
Cari Alberto Medici Eliseo Tecnomold e voi altri,
penso che in questo momento mi muova un fortissimo ardore di informare, di dare agli altri quello che da tempo penso e vedo. Per privacy non posso dire chi io sia, ma di certo non sono un prete. E inoltre mi attribuite un merito non soltanto mio, ma frutto della partecipazione nella mia vita di molte persone, tra cui ci siete anche voi. E rimembro qui il ricordo di tali lieti e prosperi incontri, tanti in verità e tutti utilissimi.
La tentazione di agire d’impulso porta a danneggiare la propria stessa causa, pertanto non diamogliela vinta a coloro che vogliono toglierci l’anima.
Credo fermamente che il potere sia ovunque, che ognuno di noi abbia la forza di muovere le redini della storia, al contrario della visione “piramidale” che coglie solo un aspetto minimale delle reali potenzialità umane. O almeno coglie la realtà dei fatti solamente quando certi meccanismi sono “dormienti”.
Parlare parlare parlare. Non smettere mai di parlare se vuoi che la tua voce sia udita. Non perdete mai la fede nella vostra idea. Come la scienza anche la vita è fatta di fede, una fiducia verso qualcosa da portare avanti, anche sbagliando e cadendo, ma alla fine arrivando verso qualcosa di nuovo e bello. Pensate sempre di dover comunicare non solo con me o altri di qui, ma con altri che udiranno voi parlare, e che “parlare a ruota libera della verità” si può trasformare in bugia.
Avere la calma ripudia il dare meno forza alle proprie posizioni, avere calma ripudia il rinunciare a farsi valere, avere calma ripudia il nascondersi per evitare i mali del mondo.
Ma più che calma vorrei parlare di PERSEVERANZA TENACIA RICONGIUNGIMENTO.
E tale perseveranza tenacia ricongiungimento implicano che inevitabilmente ci si deve muovere per acque turbolente e tempestose, buie e paurose. Abbiate saldo che potrete affrontare difficoltà come ingiustizia, senso di impotenza, inettitudine, che potranno farvi perdere la speranza.
Persino la scienza (quella vera) insegna che per dimostrare bisogna “avere fede”, fosse anche solo banale in tali casi, ma più profondo e significativo se visto nella nostra vita.
Una frase bellissima mi lasciò un uomo conosciuto sul letto di morte in ospedale:
“nella gioia e nel dolore, nella ricchezza e nella povertà, nell’agio e nella disgrazia, nella vita e nella morte, non smetterò mai di cercare la verità, la luce, la bellezza”
Come già ha detto, basta un incontro per cambiare la vita. Ho attraversato una marea di fasi nella mia vita, e da ognuna di esse una volta passate ho voluto “riciclare” qualcosa di buono, anche da quelle cose che mi facevano stare male. Anche dalle mie impulsività, dalla mia caparbietà, dalla mia stupidaggine, ho cercato sempre una giustificazione, o almeno un senso maggiore.
Credo fermamente che nel “mito della caverna” di Platone ci sia uno dei messaggi più belli che uomo abbia mai udito.
L’eros, l’amore, l’energia vitale, le tre forze essenziali dell’universo ci muovono e ci infondono il moto perpetuo del vivere, anche oltre la materia di cui siamo fatti. La prigione di illusioni e menzogne in cui siamo immersi ci chiude nella caverna, con ombre proiettate sulla parete di statuette a ingannarci che siamo sorvegliati da esseri più potenti di quello che in realtà sono. Ma solo con l’ardore si riesce a superare il muro, scoprire che un legno arde al centro della spelonca circondata da statuette; di lì si erge un sentiero buio ascendente verso qualcosa di ignoto. Gli altri prigionieri richiamano l’amico di prigionia a tornare indietro che le guardie sono lì, qualcun altro lo ammonisce che potrebbero arrivare quelli veri. Ma la tenacia, la perseveranza spingono l’uomo a inerpicarsi per quel sentiero angusto e angoscioso, scoprendo che tira un’aria profumata, ma la tenebra lo stringe temeraria. Grazie a tenacia e perseveranza il prigioniero vede i primi bagliori di luce, ad ogni passo è sempre più accecante e intensa, gli occhi lacrimano ma non si arrende, sente che deve camminare ancora. Si sforza di abituarsi a quel bagno di luce mai visto prima, impaurito che potrebbe fargli perdere la vista del mondo precedente a lui noto. Parandosi il viso con la mano finalmente esce alla luce, un sole chiaro e splendente ristora le sue stanche membra, si ritempra di quel calore avvolgente. E così scopre la bellezza, la luce, la verità.
E noi abbiamo il dovere di dare un seguito a questa storia, ritornare nella caverna, nel buio, nell’angusto, e portare gli altri a vedere ciò che abbiamo visto e saputo, ma solo perseveranza tenacia possono realizzare il grande ricongiungimento con la luce, la bellezza, la verità.
Posso per ora darvi solo un cenno, ma qualcosa di buono e di grande sta accadendo nel mondo. Qualcosa sta cambiando in meglio, questo significa che dobbiamo agire più forti di prima. E quando ricerchiamo la verità la luce la bellezza non dobbiamo cercare l’estasi perché essa con la fretta ci porterebbe ad aggrapparci ad un effimero senso di relax (che NON è pace) dal quale scendiamo bruscamente e torniamo più nervosi e stressati di prima, illusi noi e illusi gli altri per colpa di un fraintendimento.
Quando cerchiamo la pace interiore dobbiamo “per gradu regredire ad cotidianum” per gradi rimmergerci nel quotidiano. E questa voi la chiamate “calma”, va pur bene, purché siano sottintese tenacia perseveranza e ricongiungimento.
La più grande tentazione che blocca l’uomo è l’avversione a ricongiungersi, perché avvalsi dal senso di colpa, dal senso del razionale, che porta ad analizzare contare e rinfacciare. Che grande menzogna far credere che con cose finite si possa “comprare” qualcosa di infinito come la nostra “irrazionale subconscia voglia di amare ed essere amati” (non è come nell’analisi matematica dove l’infinito si raggiunge tramite il finito, cosa peraltro neanche vera in teoria se si guarda bene). Quale grande inganno subiamo quando per sensi di colpa, frustrazioni, perversioni materiali pensiamo che non siamo degni di provare quell’irrazionale senso di infinito.
Abbiate fiducia, che nel mondo sta accadendo qualcosa di più grande di ciò che crediamo. Ma a questo punto sta a me a te a voi stessi se cominciare a credere o aspettare di poter “comprare/dimostrare/confutare” la fiducia.
Sta a me a te a voi stessi convincervi che nessun momento sarà mai perfetto per cominciare se non adesso, in questo momento a sperimentare la fiducia sotto la luce della consapevolezza.
Se vuoi scrivere dei pezzi, se i il benvenuto. Io di solito pubblico tutto a condizione che non sia offensivo, irrispettoso, e abbia n qualche valore informativo. Unico editing che faccio, per mio “sfizio” personale è aggiungere qualche grassetto e qualche corsivo qua e là, oltre a mettere (se non c’è) una (o più, se serve) immagini.
Con l’occasione apro anche agli altri: chi vuole pubblicare, è il benvenuto.
PS: con la mia tenacia perseveranza perseguimento non escludo che per amore della verità si possa anche “dover dare uno schiaffo educativo” al prossimo, purché doverosamente con amore
PPS: i problemi che attribuite al senso di ansia sconforto sono normali, anche io mi imbatto in tali demoni, ma solo con tenacia perseveranza avremo ricongiungimento.
A proposito, per tornare a cose concrete, vorrei chiedere alla redazione del sito se avete in programma di scrivere a proposito di TTIP e Grexit. Credo che sia essenziale.
” GREXIT “…
ovvero,a detta del furbesco…” Kreditore***Sovrano “… Vecio*Pigro*Parassita…hàhàhà..Imbroglione impenitente…
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“…catastrofico Destino “…
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beh…consoliamoci…persino ” Lui “,per descriver la Situazione,
si vede costretto a parlar…” Greco ET Latino “…!!!
…e,Ocio,ché…la sì paventàta…” GREXIT “…economica und finanziaria…hàhàhà…
ha a che fàre coll’enigmatico,misterioso,mistico…” KATECHON “…tessalonicese…
ERGO…
…sarà il Fatàl Fulmine…la Fatàl Folgore…la Fatàl Sagitta…
che Sommo***Giove…ALIAS…Gèova****Sovràno…
s’apprèsta a scoccàr sulla sedicènte ” Europa “…hàhàhà…
ostàggio di una pàvida,impotènte,àvida…” Burocràtica—Bànda “…
di degeneràti,corrotti,debosciàti…” rappresentànti “…spudoratissimi…
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PSEUDO…” democràtici “…davvero…” comicissimi “…hìhìhì…!!!
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Sig. Enrico, Lei ha detto cose impressionanti. Cose realmente impressionanti e che suonano in una strana e splendida sintonia col mio spirito. Lei ha premuto un nuovo interruttore della mia mente e dice qualcosa che era latente, come una speranza.
Ha detto che qualcosa di grande sta per accadere. E ha detto che ciascuno di noi ha un poco di potere di influenzare gli eventi della storia del mondo. Possiamo dare una mano a spingere l’Europa ad uscire dalle caverna platonica? Ha inteso Alberto? Non siamo dunque rivoluzionari in poltrona?
Parla di qualcosa che si riferisce al mondo spirituale, agli scritti cristiani: a “Colui che trattiene il male”? È lo Spirito Santo di Iddio Onnipotente?
– Devo tornare alla Casa del Padre – dice Cristo – ma manderò a voi il Consolatore. Ho il sospetto che il Consolatore sia in mezzo a noi e che Lei stia dicendo la Verità Enrico.
Ci sono molti segnali nel mondo che danno a pensare che le cose stiano cambiando verso lo squarcio del velo di Maya che avvolge e soffoca di menzogne le persone.
E’ in corso una specie di silente rivoluzione francese, fidatevi che qualcosa si è smosso anche a livello governativo. Siamo noi che dobbiamo aiutare i governanti ad essere persone rette e in sintonia con l’amore del popolo verso di loro, anche coraggiosi e onesti. Siamo noi con la forza delle idee a cambiare le cose, con la tenacia perseveranza fino al ricongiungimento.
Stiamo anche noi contribuendo a cambiare le cose, vuoi o non vuoi, anche perché pure coloro che guidano il sistema sono persone con una coscienza e dei sentimenti, basta che si smuovano. Questo tocca a noi, al popolo, agli altri… tutti insieme!
Dobbiamo essere tenaci e ostinati verso il raggiungimento della verità, non dobbiamo aspettare un altro che venga a salvarci, gridiamo cosa sappiamo, facciamoci vedere sereni e convinti che smuoveremo le montagne. Sarà la forza della nostra convinzione a smuovere molte persone, con ogni mezzo e in ogni momento.
Sarà che magari non raggiungeremo un mondo perfetto nei prossimi anni o secoli a seguire, ma di certo stiamo dando dei colpi duri alla menzogna, miglioreremo il nostro pianeta, noi nel nostro piccolo, come un domino e gli altri a domino per noi.
Ci sono cose che per ora tengo in serbo e non dico in pubblico, ma fidatevi che sta accadendo qualcosa di inaspettato per l’impero della menzogna. Saremo immersi dalla rivelazione della verità sulle cose del mondo, molti verranno a sapere prima di quanto si creda le cose che sono state abilmente nascoste.
Tenete duro, teniamo duro, tengano duro!
Questo è il momento non di correre, ma di volare! Di darci dentro più forti di prima, aumentare anche di fronte ai successi, aumentare di fronte anche ai fallimenti, non arenarsi mai e poi mai!
Più forti di prima, più perseveranti di prima, più tenaci di prima!
Enrico, Lei di sicuro conosce la 2ª lettera di Paolo ai Tessalonicesi. In quel testo misterioso profetico Paolo dice, secondo quanto io ho capito, che il ritorno di Cristo non è imminente (egli scrive nel primo secolo, no?) ma che prima devono accadere fatti spaventosi: il Kathecon, cioè Colui che trattiene le forze del male: lo Spirito Santo) deve essere tolto di mezzo e si deve manifestare l’uomo iniquo, Satana, seduto sul trono di Dio facendo credere Dio, e volendo essere riconosciuto e adorato come Dio. A questo punto verrà il ritorno di Cristo che eliminerà con un soffio le forze del male, compresa la menzogna da cui siamo soffocati.
Alcuni pensano che si tratti di un mito orientale, ma per me è la Verità. Stiamo vivendo negli ultimi giorni? Che ne pensa Nemo?
Sulla veXata,di più,veXatissima Quaestio dell’enigmatico…” KATECHON “…paolino…
è intervenuto pure illo barbuto Filosofo veneXiano,PBA,640…da leggere e meditare…
( ma più consono sarebbe stato marchiarlo col più evocativo NumeroNome…666 )…
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per dir poi la mia…se non si dovessero inverare a breve,Tutte le Profezie,non fra cent’anni,
bensì in Questa generazione…beh…saranno da gettar nel cesso della Storia,le Scritture…
QVIA…sta venendo a scadenza la Kambiale…ERGO…o adesso o mai più…ALLELVJA…!!!
Enrico, dobbiamo batterci con più forza? e senza usare invettive? Ok!
Gentili governanti del mio Paese, tutto quel che sta accadendo è fondato su di una menzogna, su di un “debito” che non esiste, fabbricato ad arte: FALSO, basato su una scrittura contabile falsa!.
Il Prof Auriti, dell’Università di Teramo, (non lo scemo del villaggio), aveva denunciato la Banca d’Italia per truffa. Seduto di fronte all’allora Governatore della Banca d’I. mi pare Ciampi, gli disse: “Tu, quando emetti moneta la devi registrare in ACCREDITO e non in addebito allo Stato (al popolo italiano). Ciampi rispose: “Lei ha ragione professore, ma SI È SEMPRE FATTO COSÌ”. “Peggio ancora ribattè Il Prof Auriti, si tratta quindi di truffa aggravata e continuata….”.
L’avvocato Marco della Luna, nei suoi mirabili saggi in materia di emissione monetaria viene a dire: “È bastato un trucco di contabilità (cioè scrivere nella colonna degli addebiti i valori numerari che andavano registrati nella colonna degli accrediti, per spingere alla rovina le popolazioni.d’Europa.
Il valore numerario della moneta emessa dal Banco centrale, dev’essere iscritto in accredito allo Stato italiano ed in addebito alla banca centrale. Ma quelli hanno invertito la posizione della scrittura contabile col sistema della Partita Doppia. Sig. Renzi, ella non è ragioniere?
AVRITI…sì,certo…era dalla parte Giusta…Kattolicissimo…diceva la Verità…
e mi meraviglio del perchè non venga,a tutt’oggi,ancora mai menzionato…
CORAM+POPVLO…dal presente Summo+Pontifice+Francisco…CVR…???
Analogamente le banche commerciali praticano lo stesso falso contabile: Infatti: quando dicono di farti un prestito (dicono ma non ti danno altro che uno scritto), quelle annotano nel loro attivo patrimoniale un credito verso colui che ha ricevuto il “prestito” (ma ha ricevuto solo una promessa scritta usata come moneta) e nel lor passivo patrimoniale essi annotano una perdita (come se ti avessero dato monete d’oro). In realtà esse non subiscono alcuna perdita di ricchezza. In alcun modo, dice Marco della Luna, la cessione di una promessa scitta rappresenta una perdita patrimoniale per questi delinq… pardon, “simpatici monelli”. Sig. Renzi, vostra signoria non è ragionere?
Popolo Italiano, SVEGLIA!
Però quando il popolo italiano é obbligato a “pagare i debiti” più gli interessi: una ciliegina sulla torta, anzi un melone sulla torta, il Popolo Italiana PAGA TALI DEBITI FASULLI CON PERDITA della PROPRIA RICCHEZZA, con la perdita dei propri risparmi, del proprio lavoro, della propria casa, e della propria impresa.
– Il cittadino – disse il Prof. Auriti – vede lontano e non vede i propri baffi che ce li ha sotto il naso!
Conosco bene il professore originario di Guardiagrele, a dirla tutta in Abruzzo so di altri professori di livello che hanno denunciato il sistema bancario, a partire da Federico Caffè (nei suoi ultimi anni cominciò a comportarsi strano fino alla sua misteriosa scomparsa, compianta tanto da chi ebbe l’onore di conoscerlo) e Alberto Bagnai (fiorentino che insegna all’università Gabriele D’Annunzio di Pescara).
Ho avuto modo di leggere sul blog di Alberto Bagnai, spiega benissimo ed è chiarissimo, nonché decisamente preparato, a lui devo la comprensione di diversi argomenti in fatto di analisi delle serie storiche. Se volete fateci un salto.
Diversi docenti hanno espresso critiche al sistema bancario la cui condotta ormai appare chiara che sia sottomessa a necessità para-economiche e più politiche di quanto vogliano capire i ragionieri. A chi ha tanto denaro del denaro in sé per sé importa poco o nulla. Ad essi importa quali effetti fa sugli altri per controllarli, è quasi un istinto infantile come del bambino che gioca col cane.
E pensare che il sistema della doppia partita fu inventata da un frate nel medioevo! Che ironia!
Più che sul significato di accredito/addebito e incasso/pagamento (l’una coppia rappresenta le promesse, l’altra coppia i fatti), che alla fine sono chiacchiere, mi concentrerei sul fatto che la moneta viene emessa a debito, creando così la necessità di colmare un fondo che non ha bisogno in realtà di essere rimpinguato. Si crea la convinzione che persino il denaro sia una merce da pagare, quando in realtà la sua creazione dovrebbe sottostare alla gratuità di chi la genera per poi circolare come valore simbolico, imponendo un sistema bancario che nelle fasi primarie emetta richiedendo zero interessi e zero capitale (vale solo la spesa tipografica della banconota).
Ovvio che un sistema del genere si può fare (basterebbe una mano governativa dall’alto che manipola i prezzi o che il popolo stesso voti le sorti economiche del sistema in modo autonomo), ma poi quando il popolo ti viene a chiedere soldi con che scusa gli neghi la somma (se non vuoi assecondarlo)? Devi inventarti un alibi, così puoi dire “è il mercato, ci sono situazioni pregresse, non è colpa mia, è colpa degli altri cittadini disonesti, di un debito non pagato da un altro, io ci ho provato, vedi queste scritture, dicono che io sono a corto”…
So bene che la critica che addurrebbero “gli interessisti” è che l’interesse se viene a crearsi in fondo alla piramide economica per transitività si rifletterà nelle alte sfere, e che un banchiere centrale non può assecondare in eterno le richieste di sempre più denaro verso una direzione per arricchire uno in particolare che sprechi le risorse, o che squilibri l’economia arricchendo sé e impoverendo gli altri, in mancanza di “Robin Hood”.
A parte che nella realtà i banchieri finché loro giova consentono tutto ciò, quindi difendono una fazione che neanche rispetta i loro principi economici. Non a caso esistono le collusioni governo-banche-grandi imprese. Sin dalla notte dei tempi!
Paradossalmente io credo che il tasso d’interesse possa essere utile finché deriva da un plusvalore effettivo e proporzionale alle disponibilità del mercato reale. Quindi se confidiamo nella razionalità degli operatori economici (cosa possibile soprattutto nelle piccole economie dove “si conoscono tutti”) basta “l’extraprezzo” che concordano tra loro per equilibrare le cose, l’interesse di un banchiere che chiede il suo interesse è come il “chilo di troppo” sulla bilancia che la “scardina”. Infatti anche con cifre modeste ma inscritte a interesse i banchieri possono controllare l’economia intera, perché a domino basta tenere sotto controllo il più vulnerabile.
Infatti persino in un mercato razionale non vi è spazio per capire chi debba razionalmente “accollarsi” il costo del denaro, visto che le necessità del mercato si stabiliscono sulla base delle esigenze reali e non monetarie e basta (nemmeno gli speculatori sono interessati ai soldi per i soldi, visto che…)
A dir la verità nemmeno la parte del banchiere sarebbe vincente se di suo non avesse una rete di conoscenze e organizzazioni a suo sostegno. Difatti se per anni si sono fatte le polemiche tra “monetary targeting” e “inflation targeting” sul modo di decidere come pompare nuovi soldi nel sistema da parte della banca centrale è segno che ai banchieri non riusciva lo sperato effetto.
Pertanto controllano l’interesse, perché è più facile controllare gli altri stabilendo con che “pezzetti” passarsi i soldi piuttosto che decidere la somma totale e poi lasciare loro fare (visto che possono cambiare prezzi e comportamenti senza un’esplicito ammonimento).
Controllando l’interesse controlli i prezzi e chi avvantaggiare o svantaggiare. Ma hanno anche bisogno di fidi alleati, perché se i conti non tornano la forza militare può resettare tutto. E se col diritto non si riesce, ecco che inventano nuove tecniche econometriche e matematiche per soddisfare “sempre più piccole sofisticate e marginali esigenze” rispetto a questa grande linea del sistema (ad esempio, come compensare le perdite di mercato dei negozianti di dugongo artico nel deserto del Botswana).
Gli “interessisti” potrebbero ribattere “ma se così facessimo rischieremmo che il mercato ingordo richieda infinite risorse monetarie e creerebbe una crescita da conigli fino ad esaurire le risorse del pianeta” (tipica fobia isterica Malthusiana)… Errore, il mercato a quel punto si riequilibra dal lato dell’offerta, non assecondando i capricci della domanda a produrre di più. In più sarebbe come ammettere che il mercato non sappia autoregolarsi… Ma questo presuppone una sfiducia verso le forze dell’ordine e verso la capacità di giudizio di qualcuno che può avvisare del pericolo. E secondo loro un banchiere si conterrebbe? Macché! Questi ci sguazzano con la crescita smisurata, la crisi serve solo per “tosare la lana” ogni tanto.
” DENARIVS “…£££…€€€…$$$…” MONETA “…hàhàhà…
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“…la più profonda,fra le Cose profonde della Satàna…”
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oggi Monopòlio della diabòlica Satanerìa…PSEUDO…” dèmo***cràtica “…hàhàhà…!!!
Sig Enrico, lei fa una colta disquisizione ed arriva, mi pare, alle stesse conclusioni mie espresse con parole povere:
Il denaro infatti non è merce da pagarsi (con l’interesse), ma un’unitá di misura. E affinchè possa contenere il potere di compra di beni reali deve esser creato da qualcuno che lo produca esclusivamente come corrispettivo di un bene reale (vedi il gasdotto greco, una ferrovia, una rete stradale, ecc). E quando il popolo ti chiede denaro, con che scusa glielo neghi (tu uomo di governo?) Glielo devi negare solo se quello lo userà a scopo di speculazione puramente finanziaria, Ma non glielo puoi negare se quello ti prospetta l’acquisto di un campo per mettersi a produrre prodotti ortofrutticoli (per esempio).
Mi pare che lei osservi il problema dall’alto, dalla posizione del ricco che non conosce le sofferenze, la disperazione di vedersi portar via la casa costruita con decenni di sacrifici., per soddisfare l’aviditá di una classe dominante parassitaria.
Mi pare che lei studi la questione monetaria con fredda razionalità, e non considerando il lato sociale, umano e del diritto classico, (essendo la moneta una fattispecie giuridica), m i sembra che non tenga conto delle inaccettabili conseguenze sulla popolazione di fronte alla prepotenza al sopruso alla totale mancanza di etica e di principi dei ceti ricchi e parassitarii.
Il sistema dev’essere radicalmente riformato, Enrico.
Parlando con alcuni ragazzi ebrei, adolescenti, quelli sanno una cosa per noi del tutto estranea: La pratica dell’interesse è in se una truffa che alla lunga e periodicamente porta a conseguenze insostenibili. Infatti i gruppi ebraici, tra di loro rispettano ancora il vecchio precetto di Mosè contenuto nel Pentateuco: Non prestare ad altri giudei denaro con addizione di interessi.
Pensa che l’interesse sarebbe nato dall’osservazione dei fenomeni di crescita naturali. Se hai presente la famosa costante E, non ti devo altre spiegazioni aritmetiche, altrimenti la mettiamo in toni più prosaici e intuitivi.
Ti riporto un gioco che feci quando avevo 13 anni coi miei amici della piazzetta, “divertendomi” a fare il “padrino”. In palio era una cena al pub della piazzetta, per chi avesse saputo giocare meglio la partita di “risiko economico”. Così lo chiamavamo, a tutti gli effetti una guerra tra amici.
Si fidavano di me per tenere banco dato che ero il più bravo della classe e temevano me come concorrente (a dir la verità credo che avrei pure perso).
Praticamente coi soldi del monopoli davo loro delle chance di “scommesse a fantasia” su di tutto (tipo “5 § che fra 10 minuti passa una bella gnocca davanti al ristorante”), loro decidevano la posta da giocare e secondo banali regole di rilancio (decise col lancio di un dado) si decideva il premio. A ognuno davo loro 100 § iniziali, ognuno poteva decidere come investire sugli altri.
A parte la faciloneria di molti, mi divertì a supportare un mio amico per il quale nutrivo affetto e stima ricambiata dato che gli facevo prendere sempre 9 e 10 a scuola e quando aveva difficoltà gli suggerivo ai compiti in classe. Ad esso diedi alcuni consigli per vincere.
L’obiettivo del gioco era arrivare ad almeno 120 §, altrimenti avevi perso la preselettiva. Se vi fosse stato un solo giocatore con più di 120 §, ovviamente la partita era finita ed il vincitore si beccava il premio vero (la cena offerta da me). Se vi fossero stati due o più giocatori con 120 §, ci sarebbe stato un secondo round. Se avessi visto che la partita fosse durata più di 30 giocate a ciascuno (previste per la durata di tutta la partita) senza che nessuno raggiungesse la quota 120 §, avrei posto un “ALT” e la partita sarebbe finita a priori e lì avrebbe vinto chi aveva comunque la cifra più alta (in caso di parità si faceva testa o croce per selezionare il vincitore).
La cosa assurda è stata osservare che in tavolo avevo messo 500 §, mentre ne richiedevo in teoria per “far star bene tutti” 600 §. Praticamente avevo chiesto un tasso d’interesse del 20% ai miei prestiti.
La cosa che notai fu che i miei amici si scannavano per avere quell’extra, che nessuno si fidava di nessuno, tutti avevano paura o eccitazione. In ogni caso era un gioco adrenalinico. Si palpava netta la sensazione di sfida e competizione che avevo creato.
Come se non bastasse, anche io giocavo, ma per “coprire” i debiti di qualcuno a mia discrezione (per decidere se SI o NO facevo decidere da una moneta), concedevo loro prestiti a chi era in difficoltà. Avrebbero dovuto ridarmi almeno la cifra da loro prestata per andare avanti; era un modo per vedere se avessero capito come rilanciare oppure no. Inoltre facevo decidere dal dado di quanto sarebbe stato l’interesse sul prestito (il giocatore decideva un numero da 1 a 6, si lanciava il dado, se usciva pari o minore non pagava, se maggiore pagava di interesse la cifra uscita dal tiro… ovvio che così tutti avrebbero detto 5 o 6, ma il mio trucco era poi dire che a quel punto avrei lanciato di nuovo la moneta per vedere se la sua scelta potesse farsi rispettare oppure gli altri giocatori gli avrebbero boicottato la scelta… Questo generava paura, per cui di solito sparavano cifre intorno a 3 e 4, per cui minimizzavano il rischio).
Sarebbe stato un pata-crac assurdo se tutti avessero capito il trucco, ma così non fu. E mi tenni per me il meccanismo della martingala.
A proposito, la cena la offrì al mio amico di sempre, manipolai il gioco in favore suo. Lanciavo la monetina in modo scaltro a seconda della mia “ispirazione”…
Con l’ottica di oggi mi sono reso conto che senza volerlo avevo inventato il gioco dei banchieri. Peccato che nella realtà questo non sia un gioco, ma la vita vera.
“…il Debitore diventa Sèrvo e Schiàvo del Creditore…”…
esemplàre Esempio…l’odierna Grecia…poveretta…stitolata dal Debito…
presente trastullo mediatico degli odiosissimi tirannucoli burocratici…
riuscirà a liberarsene solo se recupererà lo Spirto indomito del 1821…
ma c’è da dubitarne…tentennamenti,esitazioni,cedimenti…Terrore del…” GREXIT “…???
Condivido questo testo che dovrebbe…”tagliare la testa al toro”, ma so già che non sarà così…Fa niente.
LA POVERTA’ E’ LA CONDIZIONE NATURALE DELL’UOMO, O ALMENO COSI’ DOVREBBE ESSERE.
PRIMA CHE LA PUBBLICITA’ INIZIASSE A MARCIARE COL PASSO DELL’OCA NELLE NOSTRE TESTE, ERA EVIDENTE A TUTTI CHE L’UOMO SAGGIO NON E’ COLUI CHE HA TUTTO, BENSI’ COLUI CHE A TUTTO PUO’ RINUNCIARE. IN QUESTA RINUNCIA VI E’ LA SOSTANZA DELLA NOSTRA LIBERTA’.
NOI POVERI, MERAVIGLIOSI STRACCIONI! ANCHE QUI NELL’OCCIDENTE DORATO E MORALMENTE MISERABILE, PERCHE’ LA POVERTA’ NON E’ SOLO ECONOMICA E MATERIALE MA SPIRITUALE. ANCHE NOI, CHE ABBIAMO DI TUTTO DI PIU’, IN REALTA’ NON SIAMO CHE POVERI AUTOMI NARCOTIZZATI E IPNOTIZZATI, VESTITI DI NULLA, AL GUINZAGLIO DEI BOTTEGAI GLOBALI CON LE MANI PULITE E LA FACCIA DA GALERA.
E IN QUESTA STRANA DITTATURA, IL CUI AMBASCIATORE E’ TOPOLINO E IL CUI MANTRA SILENZIOSO E SUBLIMINALE E’ PRODUCICONSUMACREPA, LA POVERTA’ DIVENTA IL CRIMINE PIU’ ORRENDO.
LA POVERTA’ E’ LA NOSTRA RICCHEZZA E LA NOSTRA LIBERTA’, UNA IMMANE SFIDA CONTRO I PREPOTENTI DELLA TERRA, UNA TREMENDA TESTIMONIANZA DEL DISASTRO DELL’IDEOLOGIA SENZA VOLTO E SENZA ANIMA. MERITA QUINDI UN GRANDE ELOGIO LA POVERTA’, MOTORE INARRESTABILE DEL RISCATTO DI UN’UMANITA’ SENZA PIU’ DIGNITA’, SENZA PIU’ MISURA, SENZA PIU’ EQUILIBRIO: SENZA PIU’ SCAMPO.
ALLA BANDA DI BRUTI CHE GOVERNANO I NOSTRI DESTINI, CHE CONOSCONO IL PREZZO DI TUTTO E IL VALORE DI NULLA, CONTRAPPONIAMO LA NOBILTA’, LA DIGNITA’, LO SGUARDO FIERO, INVINCIBILE E RIVOLUZIONARIO DELLA STIRPE DEI SENZA RE.
(Tritemius)
Max giustamente condanna l’inseguimento del mito della ricchezza materiale a tutti i costi egli non disprezza la povertà francescana ma disprezza la povertà spirituale. In questo mi trova daccordo.
Infatti l’eccesso di ricchezza materiale va spesso a braccetto con la mala condotta.
Ma io, senza arrivare agli estremi del poverello di Assisi che non possono essere imposti a tutti, desidero una giustizia sociale per la quale la popolazione abbia diritto ad avere almeno un lavoro ed una casa decente per la propria famiglia, l’orto, un albero da frutta, un libro da leggere… con tali legittime aspirazioni, arrivando anche ad un certo grado di benessere materiale SENZA RUBARE AL PROSSIMO, i cittadini non possono essere giudicati male. Seguiamo il salmo n. 1: (come ni ricordo), Ben avventurato l’uomo che non segue il cammino del’iniquità…. egli avrà una vita prospera spiritualmente ed anche materialmente.
Certo…ma bisogna far li Kunti,vedi caso Grecia,con i presenti tirannucoli burocratici,
sedicenti ” demo-cratici “,che si son sostituiti agli Antichi Tiranni ” Aristo+Kratici “…
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sarebbero,tutti quanti,da arrestare e processare,’sti infami impostori…hìhìhì…
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per Continuato ed Aggravato Alto Tradimento,ai danni del Popolo*Sovrano…
Fucilazione alla schiena…oppure…mejo…Impalamento in pubblica Piazza…AMEN…!!!
Nel tentativo di esaminare la questione del “debito” osservandolo da un altro angolo, o tentando di puntargli addosso la luce di un riflettore invito i cari interlocutori ad osservare due casi di “debito”
1° caso:mettiamo che Tizio contragga un debito per acquistare un vigneto. Eglki pensa che in futuro potrà produrre uva da tavola e vini da imbottigliare, e con questo creare ricchezza per la propria famiglia e per la propria città…
2° caso: mettiamo che Caio amante del gioco d’azzardo contragga un debito verso una casa da gioco: un casinò dove egli “INVESTE” la propria ricchezza sei risultati della “Roulette”. Un giorno Caio scopre senza ombra di dubbio che il tavolo della roulette è truccato. Con un sistema di elettro-calamite comandate a distanza, il risultato viene regolarmente controllato a piacere dei direttori del casinò.
Ora, alla luce di questa scoperta io vi domando:
Il DEBITO è sempre sovrano? O anche; Ogni specie di DEBITO deve essere in ogni caso riconosciuto come autentico ed onorato?
Le notizie di TV e giornali (tutti di proprietà dei padroni del casinò) si fanno in quattro ad argomentare in quale modo il debito greco possa essere sistemato, Come Tsipras possa fare per “pagare” il debito greco. Forse chiedendo nuovi prestiti per giocare ancora alla roulette e tentare nuovamente la sorte?
Possibile che a nessuno venga in mente di dire che un debito fasullo deve essere ripudiato, CANCELLATO e che i governi si devono dedicare a riformare radicalmente il sistema e a impiantare i vigneti e non a rovinare le sorti dei popoli d’Europa legandoli alla roulette di un’associazione di Demenzial-delinquenti..
Per potersi permettere di cancellare il debito pubblico che grava, un paese deve essere SOVRANO e POTENTE. Altrimenti scoppiano ritorsioni e vendette da parte dei competitori internazionali.
Ti voglio ricordare che gli stessi USA hanno adottato la definizione di “DEBITO ODIOSO” (leggibile anche su Wikipedia) quando conquistarono l’Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein, perché su di esso gravava un debito colossale di ben più di 200 miliardi di dollari.
La ragione vera di tale “scelta politica” che dimostra l’irrazionale ipocrisia del debito pubblico (pensa ai fessi che invece lo devono pagare altrimenti “sono botte”) è stata che gli USA da creditori dell’Iraq che erano per finanziare l’acquisto di petrolio dal sottosuolo iracheno erano “magicamente” diventati debitori perché avevano presidiato il governo iracheno con un governo-fantoccio made in USA. Si trovavano pertanto a dover diventare debitori e creditori di se stessi. Un perfetto paradosso scomodo persino ai creatori del gioco!
Hanno praticato l’istituto della compensazione (ben nota nel diritto privato), lasciando la differenza a favore del neo-costituito governo iracheno che aveva il compito di garantire propaganda e l’insediamento delle forze statunitensi e rimpiazzare il modello anti-americano che dilagava nel paese (in realtà non è riuscito).
Ma siccome a livello delle alte istituzioni non si può applicare una norma di buon senso come la compensazione, hanno dovuta giustificarla con un alibi politico/diplomatico.
In questi giorni ho potuto assister al film sull’arte musicale e coreografica di Michael Jackson “This is it”.
Quando nacque il fenomeno M Jackson io ero riluttante a prenderlo in consideraziuone, a riconoscrlo quale “artista”. Non mi piaceva. Non era in sintonia col mio punto di vista.
Oggi invece, a distanza di cinque anni dalla sua morte, ho riflettuto sul fenomeno Michael Jackson e soprattutto sull’incredibile seguito oceanico di pubblico giovane che ottenne.
Jackson fu profetico: denunciava la triste realtà dei nostri giorni. Egli denunciava la condizione umana dei giovani, privati di libertà di umanità: Ridotti ad una moltitudine di marionette, di automi che si muovono a scatti o come zombi, avendo perduto le naturali virtù la vivacità, lo spirito critico, la necessaria capacità di ribellarsi al sistema delinquenziale, di distruggerlo e di riconquistare la libertà.
Ragazzi, ritirate tutto quel che avete in banca, e riempite le sedi e le filiali di benzina super..
E così tocca oggi ai Greci,la Fatàl Decisione…
ché così ha decretàto il Fàto…Suprèmo***Sovràno della Humàna+++Historia,
dar fòco alle polveri…con un clamoroso,eloquente,massiccio…” NO “…
rivolto ai prepotènti tirannucoli burocratici…che si son insuperbiti…
mai che menzionino Dio,’sti fessi…pàrlan solo dei loro amatissimi Soldi…£€$…
han ridotto l’Vnivèrso***Tutto alle lor Borse ed alle lor Banke…troppo comodo…
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beh…è davvero ora che il Sommo***Giove li fulmini…AMEN…ALLELVJA…!!!
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I debiti, privati o sovrani che siano, sono l’effetto di una distorsione economica prodotta dall’uso del denaro.
Il denaro aveva lo scopo di semplificare lo scambio di beni e servizi tra persone, poi nel tempo è diventato esso stesso merce di scambio, questa è la devianza, oggi cancro di uomini e nazioni.
Il denaro ha perso la sua funzione originaria lo si brama lo si reclama, ma ha solamente un valore convenzionale che regge fintanto che i sottoscrittori del contratto non scritto accettano che il pezzo di carta stampata ha un certo valore scambiabile con qualcosa, quello si, di reale, 1 kg di pesche, una casa, un tavolo.
Il denaro è carta straccia se crolla il sistema che regge queste convenzioni, possiamo stamparne e darne a tutti ma la quantità di moneta se perde il suo intrinseco valore percepito perde il suo significato.
Se vi offrissero 1 kg di pesche a 500 euro, scatterebbe istintivamente un allerta mentale, quel senso della percezione delle regole che poi è un lavoro culturale silenzioso fatto sui membri di una società per dar loro le misure di tutto ciò che compone la loro vita.
Il denaro nel tempo ha cambiato la sua funzione, si accumula, si combatte per averlo, ha deviato il senso della misura dei valori materiali e morali, in maniera tanto subdola da non destare alcuna allerta.
Di fatto l’umo sta vivendo in una sorta di illusione, crede che più denaro possieda corrisponda al potere di comperare e fare qualunque cosa, molto bene.
Quanto tempo abbiamo a disposizione e perchè viviamo ? qual’è il senso dell’essere vivi, che significa la dinamica vitale ? nascere e stare coscienti un attimo per poi cessare di vivere, ha uno scopo ? possiamo equiparare dei pezzi di carta a cui si è dato un valore oggettivamente superiore al dovuto all senso del vivere ?