I possibili utilizzi della canapa sono praticamente incalcolabili: grazie alle sue molteplici proprietà, questa pianta potrebbe essere molto più sfruttata dal settore tessile e alimentare, dall’industria della carta, dei carburanti, dell’edilizia, delle plastiche e in altri ambiti. Le proteine e le sostanze nutritive presenti nei semi di canapa potrebbero addirittura essere una fonte di cibo essenziale per il nutrimento dell’umanità, tanto che sono in molti a considerare la canapa come reale soluzione al problema della fame nel mondo.
Degni di considerazione, soprattutto negli ultimi anni, i semi di CBD per l’impiego in medicina, dei quali la ricerca ha approfondito proprietà terapeutiche e benefici: con l’utilizzo dei cannabinoidi estratti dalla marijuana, malattie gravi come la sclerosi multipla, l’epilessia o il cancro, ma anche patologie più comuni come la depressione, i disturbi del sonno oppure lo stress potrebbero essere curati in maniera efficace, senza particolari effetti collaterali e a costo contenuto.
La pianta di cannabis, infatti, oltre ad essere estremamente versatile, cresce velocemente, non richiede particolari condizioni climatiche in quanto si adatta con facilità a tutti gli ambienti e le latitudini. La sua coltivazione è semplice, non necessita di particolari tecnologie o di pesticidi, in quanto essa non è generalmente oggetto di attacchi da parte di funghi o batteri.
Sono queste le ragioni per cui la canapa – fin dai tempi più remoti – è stata una delle risorse naturali più preziose per l’umanità. Non soltanto per le sue resistenti fibre tessili, o per le proprietà del suo olio estremamente digeribile, ma anche per le capacità curative che erano ben note fin dai tempi degli egizi, dei greci e dei romani, che usavano la cannabis soprattutto come terapia del dolore (somministrata addirittura nelle partorienti).
Fu lo sviluppo industriale del secolo scorso a segnare il declino di questa risorsa naturale eccezionale: la canapa iniziò a rappresentare una vera e propria minaccia per la nascente industria, che preferiva sfruttare risorse come il petrolio o le materie prime artificiali per conquistare il monopolio dei mercati prima americani e poi mondiali. Per impedire alla canapa di ostacolare gli interessi dei potenti industriali di allora, il proibizionismo fu la soluzione più veloce: nel 1937 la cannabis fu dichiarata illegale negli Stati Uniti con la firma da parte del presidente Roosevelt della legge Marihuana Tax Act, un provvedimento che per ovvi motivi si estese presto a macchia d’olio in quasi tutti i Paesi in via di sviluppo.
La reputazione della cannabis fu distorta da influenti interessi economici che riuscirono a condizionare e manipolare l’ideologia culturale di intere nazioni, fino a raggiungere l’obiettivo prefissato: arrivare a considerare la cannabis come droga pericolosa da demonizzare, proibire, osteggiare.
Eppure, vi sono diverse ricerche scientifiche, la più recente pubblicata dalla rivista Nature, che affermano come alcool e tabacco siano molto più pericolosi della marijuana. Questi studi suggeriscono un approccio differente nei confronti di questa sostanza che, piuttosto di essere proibita, dovrebbe essere legalizzata e regolamentata, al pari di altre sostanze che comportano maggiori rischi per la salute, come alcool e tabacco.
Oggi, anche nel nostro Paese, risulta estremamente difficile sradicare un’ideologia basata su convinzioni create a tavolino e inculcate nella mentalità della gente più di settanta anni fa, anche perchè sono ancora molti gli interessi che vivono sulle spalle del proibizionismo. Tuttavia, la strada verso la legalizzazione sembra un po’ meno ardua, dopo le varie proposte di legge già presentate in parlamento che dimostrano un’apertura almeno da parte di alcuni esponenti politici verso una considerazione diversa di questa importante risorsa.
Ma va là…mi stavo cominciando ad affezionare a questo blog; consideravo già di acquistare un libro (perché l’ altro è esaurito)ma mi siete caduti sulla cannabis!
In che senso?