Il mio amico, vicino di casa Rubens è un runner. Oltre a varie maratone, ha corso la 100km del passatore, e maratone nel deserto, nel Sarawi. Si impegna da anni per una popolazione abbandonata a sè stessa in un deserto che definire inospitale sarebbe un eufemismo. E ha scritto anche un libro su questa sua esperienza.
Ecco cosa scrive oggi sul suo profilo facebook.
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Tra un mese saro’ laggiu’.
In mezzo a loro.
Il nemico.
I mussulmani.
Ne ho lette di tutti i colori. Facebook mette a nudo in maniera disarmante l’idiozia e l‘ottusita’ di molte persone che, in virtu’ di non so quale ipotetica superiorita’ spirituale, discriminano. Indicano.
Giudicano.
E cosi’ tutti i mussulmani sono terroristi e la parola Islam si riempie di significati inventati e dettati solo da becero razzismo.
Io tra un mese saro’ laggiu’, in mezzo a loro.
In questi anni ho pregato il mio dio accanto ai miei amici inginocchiati al tramonto. Mi hanno portato, mano nella mano, nei loro cimiteri. Mi hanno ospitato. Hanno gioito e pianto per me e con me. Come farei io qui nel ricco nordest italico se mi venissero a trovare. Mi hanno arricchito e spesso attraverso loro tocco con mano la nostra ipocrisia di uomini evoluti occidentali. Noi che insindacabilmente a parere nostro non facciamo male a nessuno. Noi che parliamo del nostro dio come se questo non potesse mai avere le palle girate per quello che diciamo o facciamo.
Io non ho slogan da urlare.
Charlie o non Charlie non mi interessa. Quei bastardi incappucciati non hanno dio. Se fosse cosi’ quel dio sarebbe un bastardo come loro.
Ma non e’ cosi’.
Quell’infame che anni fa correva dietro ai ragazzi sull’isola norvegese con un kalashnikov in mano ne uccise un centinaio. Quale dio aveva a confortarlo? Shiva? Gesu’? Buddha?
Io tra un mese saro’ laggiu’, in mezzo a loro.
Algeria, dove,a leggere i nostri giornali, avro’ buone possibilità di farmi tagliare la testa in nome di Allah.
Non andro’ in Mali, li’ la Francia sta radendo al suolo le citta’.
Troppo pericoloso.
Non andro’ in Libia li’ gli inglesi e i francesi hanno polverizzato tutto tranne i giacimenti di gas e petrolio.
Troppo pericoloso.
Io andro’ dai miei amici musulmani Saharawi e, stando ai pregiudizi, rischiero’ di essere rapito e ucciso barbaramente.
Eppure, io che sono un mediocre cristiano, nel deserto e tra gli altoparlanti dei muezzin nei momenti della loro preghiera ritrovo la mia poca spiritualità cristiana. Laggiu’ riesco a discutere di religione senza pregiudizi. Nessun astio nemmeno per me che rappresento quel mondo che, in nome della civiltà’, ha rubato la loro terra.
Tra un mese saro’ laggiù.
Se riusciro’ a tornare nel ricco nordest venite a vedere che luce negli occhi mi avranno donato i miei amici mussulmani.
Lasciamole stare le religioni.
Le miserie sono di noi umani. A Parigi queste miserie si celavano dietro ad un passamontagna, anni fa dietro alle divise che infornavano ebrei.
Chiamiamolo come vogliamo quel tizio lassu’ ma io son certo che in qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi modo venga invocato lui si indignera’ davanti alla violenza. Fisica certamente ma anche verbale, a partire da chi discrimina a prescindere.
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