In memoria di Emilio Del Giudice

Sottotitolo: “Se Dio è creatore di ogni cosa, e in ogni cosa ha lasciato la sua firma, perchè stuporsi se chi studia la natura senza pregiudizi e con mente aperta arriva alle stesse conclusioni?”

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Quando sono uscite sulla stampa le farneticanti affermazioni di Veronesi (“Dopo Auschwiz, il tumore è la prova che Dio non esiste”), mi sono affrettato a scrivere un pezzo dove sostengo esattamente il contrario: proprio perchè grazie ad Hamer abbiamo capito l’essenza delle malattie, e del tumore in particolare, a maggior ragione possiamo riconoscere a Dio (o alla Natura, per chi si ostina a non voler vedere la mano di una Intelligenza Attiva e creatrice) di aver fatto bene tutte le cose.

Mi sono affrettato anche perchè ci tenevo a dare questa “risposta” (presuntuoso!) da un sito cattolico, di amici, molto più popolare di questa “piazzetta” in cui ci ritroviamo noi intimi di “Ingannati”: ho scritto a Guido, marito di Costanza Miriano (“Sposati e sii sottomessa”), proponendogli il pezzo. Lui mi ha risposto, scusandosi, dicendo che aveva già promesso quello spazio ad un teologo (evidentemente molto più autorevole di me, ci mancherebbe… comprendo!). In realtà non so se avrebbero avuto il coraggio di pubblicare la mia tesi che, se da una parte poteva essere in linea con lo spirito del loro sito (“Dio fa bene tutte le cose, ma proprio tutte!“), dall’altra sicuramente avrebbe potuto essere un po’ eccessivo. Anche se il cristiano arriva ad accettare anche il male, specie come elemento di purificazione e di crescita interiore, difficilmente riesce a capovolgere la visione della malattia come di aggressore esterno”cattivo” da combattere.

Pazienza. In compenso mi sono subito intromesso nella lunga lista di commenti in risposta al post, copiando ed incollando il mio pezzo, che qualche curiosità ha suscitato; meglio che niente, spero che qualcuno si sia sentito pungolato e incuriosito da questa teoria così “bizzarra“. In particolare però vorrei citare un paio di commenti che mi hanno colpito, che ritengo indicatori di una mentalità diffusa, ma al contempo profondamente sbagliata e fuorviante.

 “Ma questo non ha niente a che fare col disegno divino, ha a che fare con la biologia e con la nostra capacità di comprenderla”

“non mi piace l’accostamento tra un ragionamento scientificamente (anche) sensato e fondato, con una premessa e una conclusione che hanno fondamento soltanto nel campo della Fede”

La sostanza qui quale é? Va bene Dio, ma la fisica, la biologia, la matematica sono un’altra cosa. Non mescoliamo le cose, sembrano dire alcuni: Dio lasciamolo per la domenica a messa, o se proprio volete, per le preghiere prima di andare a letto: per il resto, c’è la scienza.

Ovvio che sono in totale disaccordo con questa posizione. Dio è non solo Creatore di tutto quanto l’universo, ma si ritrova in ogni cosa, in ogni legge, in ogni foglia, in ogni angolo del Creato che porta, pertanto, la sua firma, inconfondibile a chi sa leggere tra le righe. E se questo è vero, perchè non scorgere anche nelle leggi della fisica, della natura, delle Verità che possono insegnarci al di là del solo aspetto scientifico?

Avevo già scritto, parlando di fusione fredda (ad esempio qui ), come certi principi della fisica contenessero delle verità trascendenti (l’energia liberata dai legami che si sciolgono, tante per dirne una: metafora del potere che si libera quando si tagliano i legami e gli attaccamenti): mi ha fatto tantissimo piacere, quindi, ritornare ad ascoltare il compianto Emilio Del Giudice (già visto qui e qui, ad esempio, su queste pagine) parlare di fisica quantistica, economia, organizzazione sociale, amore. Il tutto senza soluzione di continuità. Le stesse leggi universali, riscoperte da uno scienziato (magari anche ateo, chissà!) che, partendo dall’osservazione fisica, razionale, concreta, arriva a parlare di amore universale come unico sistema possibile. Partendo da una visione di insieme dell’essere vivente, contrapposta a quella molecolare (sovvenzionata e sostenuta dalla farmaceutica, che quelle molecole produce e vende), passando attraverso la fisica quantistica, ai concetti di risonanza, alla necessità di risonanza e sintonia allargate e non esclusive (mi ricorda in parte l’Erich Fromm di “L’arte di amare”: o l’amore è universale, o è una forma mascherata di egoismo) fino alla conclusione finale: solo un sistema basato sull’amore può reggere.

Perchè alla fine, siamo uno (vedi qui e qui). E non c’è sistema che tenga, se si prescinde da questo e si punta sulla divisione, sulla competizione, sul predominio degli uni sugli altri. Non si arriva da nessuna parte.

Solo costruendo l’unione, l’inclusione, l’amore e l’accettazione universale (cattolico non significa forse universale?) si trionfa. Non c’è altra via.

Buon ascolto.