veronesi

Il grande “Oncologo” (virgolette d’obbligo) Veronesi fa parlare in questi giorni per le sue affermazioni:

Veronesi choc: «Dopo Auschwitz, il cancro è la prova che Dio non esiste»

o anche:

“Come puoi credere nella Provvidenza o nell’amore divino quando vedi un bambino invaso da cellule maligne che lo consumano giorno dopo giorno davanti ai tuoi occhi?”

Caro Veronesi, non ha capito niente. E non le cito Zichichi, che sostiene che

Antonino Zichichi a Umberto Veronesi: “Dio esiste e la prova è l’universo”

no, io rispondo proprio restando nello specifico: quello che per lei è la prova della non esistenza di Dio, per me è invece l’esatto contrario: scoprendo quello che il cancro è veramente, mi sono convinto ancora di più della perfezione e completezza del disegno divino.

Eh già, perchè voi scienziati, che a forza di entrare nel dettaglio e nel microscopico vi siete persi di vista l’insieme, vi siete dimenticati che l’uomo non è solo “un grumo di cellule cresciuto“, ma una meravigliosa sintesi di anima, mente e corpo.

E continuate a pensare che il tumore sia un nemico esterno che attacca l’uomo, e in questa personalizzazione di quella che voi chiamate malattia volete dimostrare che l’assenza di aiuto di Dio, quel Dio che prima avevate escluso dal vostro disegno, prova le vostre teorie, e vi auto-confermate nei vostri errori.

Se invece capiste il perfetto disegno divino, capireste che non esiste un aggressore dall’esterno, e che quello che chiamiamo cancro non è altro che uno stadio di un processo Speciale, Biologico e Sensato che la Natura (se non riesce a concepire una Intelligenza Creatrice, ci limiteremo a chiamarla Natura) ha previsto per il nostro bene. A conferma che non esistono cellule impazzite, non esiste un male cattivo, e solo chi si ostina a seguire scienziati privati del bene della fede e dell’apertura di mente continua a temere.

La storia della lotta contro il cancro è una lunga trafila di speranze e successivi fallimenti, come scritto nella recensione del libro “L’imperatore del male“. Ma il più grosso fallimento di tutti lo sta facendo lei, caro Veronesi, che arriva all’estrema conseguenza di negare il Creatore, pur di perseverare nell’errore della propria impostazione scientifica.

Le auguro di avere il coraggio di rimettere in discussione, nel tempo che le rimane, tutta la sua carriera e le fondamenta “scientifiche” sulle quali ha basato i suoi studi, il suo lavoro, e i suoi metodi di cura dei pazienti.

Magari non è facile. Ma io credo anche ai miracoli.