Ritrovo una vecchia conoscenza, dopo molti anni che non ci sentivamo, e mi racconta che adesso lavora con bambini autistici. A me non par vero, e comincio quasi subito a raccontarle della dr.ssa Natasha McBride-Campbell, dei suoi successi… ma questa mi ferma subito: “Per carità, non parlarmi di dieta! Questi bambini soffrono già tanto, e hanno già tanti problemi, anche alimentari e nutrizionali – pensa: alcuni mangiano pocchissimi cibi – che se dobbiamo farli soffrire anche su quel lato lì, togliendogli i pochi cibi che mangiano e imponendogliene degli altri, che vita gli facciamo fare?”
Fosse stato solo qualche anno fa sarei stato più combattivo e insistente: ma credo di avere imparato che, oltre a gettare il seme, molte volte è meglio non andare: si rischia di ottenere l’effetto contrario, e trasformare la conversazione in un dialogo fra sordi. Quindi mi astengo dal continuare. Poi però chatto con l’amico Corrado Penna, quello che mi aveva fatto conoscere la Campbell, e lui mi ha ripreso: avrei dovuto, garbatamente, insistere un po’. Pensate: se vostro figlio si droga, accettereste di fargli soffrire le crisi di astinenza, pur di liberarlo dalla dipendenza? Certamente sì. E allora perchè non siamo disposti ad imporre delle scelte alimentari (ma il discorso si potrebbe estendere anche a molti altri ambiti: dagli orari, al senso del dovere, alle limitazioni al numero di ore in cui possono guardare la TV o fare videogiochi) che momentaneamente li fanno soffrire, in vista di un bene più grande?
Messa così, la risposta appare scontata. Ma…. c’è un ma. Uno dei motivi per cui mi è piaciuta da subito la Natasha è stata la sua grande fiducia nell’equipaggiamento che Madre Natura ci ha dato. Lei ripete spesso che non serve un estraneo, una ricetta, un luminare a dirci quanti grassi animali e quanta vitamina D ci servono: i nostri gusti, i nostri sensi, in una parola il nostro istinto ci devono guidare. Ma se questi ci portano a bere Coca-Cola e mangiare patatine piene di Monosodioglutammato? La risposta è semplice: Madre Natura non conosce l’MSG contenuto nelle patatine o l’Aspartame contenuto nella Coca-Cola: noi siamo quindi ingannati nei nostri gusti dalle alterazioni che l’industria alimentare, al fine di vendere di più, ha introdotto nel cibo industriale. Ma se torniamo a elementi naturali, i nostri sensi, il nostro istinto sono perfettamente in grado indicarci ciò di cui abbiamo o non abbiamo bisogno.
Questo apre un altro grande, enorme, sconfinato dibattito sull’educazione. Giusto assecondare gli istinti, o meglio incanalare ed irrigimentare i nostri cuccioli? Assecondare o no l’istinto? Seguire una filosofia alla “Emilio” di Rousseau, dove il bambino lasciato libero avrebbe scelto naturalmente ciò che fa bene per lui e per la società, o correggere (e a volte mortificare) le inclinazioni innate?
Non ho una risposta conclusiva e certa. A me sembra però che tutte le volte che ci mettiamo al posto della natura (di Dio, in ultima analisi) sbagliamo, ad esempio con il cibo, con gli OGM, con l’inquinamento. In fondo, abbiamo una grande supponenza: diciamo: noi sappiamo fare meglio. “Dio ha fatto così, noi però sappiamo fare meglio.”
E in questa presunzione arrogante, quasi sempre combiniamo grossi danni.
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Video: L’ex attrice e coniglietta di Playboy ed Jenny McCarthy racconta di come ha guarito il figlio autistico con la dieta:
Caro Alberto,
Quelli che chiamiamo istinti potrebbero anche essere tentazioni, consigli fraudolenti del demonio, se guardiamo dal lato spirituale.
Iddio ci lascia il libero arbitrio. Ci da la facoltà di giudicare e di decidere. O no?
Con tale libero arbitrio possiamo scegliere un cammino corretto oppure, se preferiamo, uno sbagliato. Iddio ci lascia la libera scelta, ma allo stesso tempo detta le Sue Norme di condotta.
E di fronte all’alternativa tra assaporare la superba delicatezza e delizioso sapore di una pera matura oppure il piacere di sgranocchiare le patatine industriali Che cosa facciamo?
Alberto dobbiamo approfondire le Scritture, specialmente quelle Cristiane. Tutti, e non solo i preti.
Personalmente credo che sia giusto seguire l’istinto. Il problema nasce quando i nostri sensi sono igannati (il sapore -falso- della coca-cola o delle patatine industriali per esempio), ma una corretta informazione, l’imparare a porci e a porre le giuste domande sicuramente sarebbero d’aiuto.
Se non seguiamo il nostro istinto (corretto dalla conoscenza, dalla corretta informazione…) finisce che seguiamo dettami di altri, facendo in pratica il “loro” gioco. Credo che con la parola “loro” tutti noi abbiamo la nostra immagine di riferimento.
Colpito e affondato. 🙂
Caro Alberto, leggendo le prime frasi del Vangelo di Marco incontriamo la meravigliosa figura di Giovanni Battista, In quel testo, di grande bellezza letteraria e poetica oltre che ricolmo di Spirito Santo, l’Evangelista racconta che Giovanni si alimentave di miele silvestre e di “locuste”. le locuste (traduzione dal latino, dall’inglese, e la molte lingue orientali) non sono le cavallette ma le carrube: frutti di un albero spontaneo in medio oriente che produce appunto le carrube, quelle leguminose color cuoio marrone scuro, contorte, contenenti una fila di semi e polpa giallastra e dolce, usate per alimentazione zootecnica, ma che a me piacevano, quand’ero bambino.
Questo solo per dire che l’alimentazione rigorosamente naturale di Giovanni non può avergli fatto alcun male, anzi direi che dovesse essere molto salutare,
Roussou non zola
Grazie, corretto!