L’abbondanza traboccante del Creato (che spesso ci sfugge)

A volte penso che dovrei smetterla di scrivere su questo blog, specie quando, come adesso, mi ritrovo a ri-scrivere e ri-pubblicare concetti già espressi tante volte. Ma che ci volete fare? Se trovo conferme a quanto già detto in passato, la tentazione di pubblicare è troppo forte… speriamo non sia semplicemente un bias di conferma (cioè l’incapacità di vedere al di fuori delle proprie convinzioni) che mi prende e mi trasforma in uno schizofrenico fissato che, come un vecchio un po’ rimbambito, non sa uscire dai suoi stessi, vecchi schemi.

Il fatto: ad una presentazione di un motore per la cogenerazione (calore più energia elettrica) da legno (cippato per l’esattezza), uno degli astanti (un energy manager del trentino) cita questo dato: dice che la “cacciata” (termine che non conoscevo, ma sta ad indicare la produzione incrementale, cioè il nuovo legname) annua del patrimonio forestale italiano è pari a 187 volte il bisogno energetico nazionale. Cioè, solo quello che è di incremento da un anno all’altro del patrimonio boschivo (che tipicamente viene lasciato lì) basterebbe, dal punto di vista energetico, a coprire oltre 180 volte il fabbisogno energetico totale (trasporti, riscaldamento, energia elettrica, macchine industriali) dell’Italia. E, a pensarci bene, il dato non mi stupisce più di tanto: conoscevo infatti gli studi del professor Dan Nocera (deve essere di origini italiane) del prestigioso MIT (Massachussets Institute of Technology) dove, facendo un confronto fra i vari tipi di energia disponibili su questa terra (petrolio, carbone, solare, eolico, nucleare, ecc.) la proporzione del solare era almeno di 1000 volte superiore a tutte le altre (delle quali, a pensarci bene, il carbone, il petrolio e l’eolico sono dei derivati: sono cioè delle forme di immagazzinamento di energia solare fruibile successivamente). Lo stesso Nocera, nella stessa conferenza, presentava il suo prototipo di catalizzatore per la produzione di idrogeno allo stato gassoso, altro sistema di immagazzinare per un utilizzo successivo l’energia; e quel suo prototipo diventa oggi la cosiddetta foglia artficiale, quindi “copia” la Natura che, a suo modo, immagazzina l’energia del sole tramite la fotosintesi clorofilliana. Insomma, tutto torna: l’energia disponibile erogata dal sole è di gran lunga superiore al fabbisogno complessivo anche di popoli spendaccioni e spreconi come siamo noi: si tratta solo di avere l’intelligenza di prenderla, questa energia, usarla quando serve o immagazinarla per quando non ce n’è più, e addio crisi. Insomma: la Natura, il Creato, sono pieni di risorse, altro che! Come scrivevo nel capitolo sulle scie chimiche: Dio non ha badato a spese, nel prepararci questo meraviglioso mondo.

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Ma allora perchè questa economia della povertà, della crisi continua, dell’incertezza per il domani, della paura del futuro? Dove sbagliamo?

Altro esempio. Sto leggendo il libro della dr.ssa McBride-Campbell, la dieta GAPS (Gut and Psicology Syndrome, sindrome psico-intestinale); appena finito il libro scriverò un pezzo dedicato; per ora accenno al fatto che lei ha curato e guarito il proprio figlio di tre anni dall’autismo con la dieta; e sottolinea che i sistemi che lei propone non richiedono nè esperti nè medici specializzati: fra il libro, le conferenze che si trovano in internet e il suo sito (www.gaps.me) si trova tutto un prontuario di consigli e di indicazioni che chiunque può mettere in pratica senza difficoltà. Inoltre lei sottolinea spesso come la Natura (non dice il Creatore, ma ci sta) sia stata estremamente provvidenziale e ci abbia dotato dei sensi che ci possono (anzi: ci devono) guidare nelle nostre scelte alimentari: non esistono prescrizioni, ricette, dosaggi, solo dobbiamo re-imparare ad ascoltare il nostro istinto, il nostro gusto, il nostro olfatto. Se non ritornerete come bambini… Certo, l’industria alimentare fa di tutto per fuorviarci ed ingannare i nostri sensi (additivi, esaltatori di sapidità, coloranti, ecc.), ma se torniamo ai cibi naturali ed evitiamo quelli industriali ritroveremo, senza medicine nè integratori, quella salute e lucidità ai quali siamo destinati. Anche qui: è così difficile? E perchè allora stiamo ore in fila dai medici, e ci lamentiamo per i costi delle medicine, e dei ticket che aumentano? La salute non costa tanto, se si torna ad uno stile di vita naturale.

Eppure ce lo dimentichiamo. Crediamo di avere bisogno di chissà cosa. Benzina, nucleare, petrolio, medicine, visite, specialisti. Smettiamola di delegare ad altri la nostra vita, la nostra salute, la nostra sicurezza, la nostra felicità: è molto più facile di quello che pensiamo. Come dice Gesù, il Regno dei Cieli è vicino, proprio qui, dietro l’angolo. Non serve una rivoluzione. Basta gettare le reti dall’altro lato della barca.