giuliana crescio

Come già detto (ad esempio qui e qui), i miei genitori sono entusiasti promotori degli scritti della “mistica” (fra virgolette perchè, nonostante l’abbondantissima produzione induca a considerarla tale, lei più probabilmente si sarebbe definita “penna“: un tramite, un canale di passaggio per messaggi dall’aldilà) Giuliana Crescio.

Senza esprimermi a favore o contro (anche se il criterio della bontà dei frutti mi porterebbe istintivamente a darne un giudizio positivo, di autenticità), riporto una breve sintesi  con alcuni episodi veramente interessanti. Per approfondimenti si veda qui: http://www.amicidigiuliana.org/.

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APPUNTI DI LUISA RICHIARDI SULLA CARISMATICA GIULIANA CRESCIO

 

      Giuliana la conobbi un giorno a casa di un’amica.  Ero stata informata di quanto le accadeva, dopo la morte del suo unico figlio Armando, ventunenne, da sua sorella Mary, la quale un giorno mi disse :”Se non accadesse a mia sorella io non ci crederei mai !”

Giuliana era nel dolore più profondo; chiedeva a Dio il perché …Il suo desiderio era …raggiungere il figlio.

Dopo lunga sofferenza incominciò a sentire delle voci che la consolavano, dicendo che suo figlio Armando faceva parte delle schiere di S. Michele Arcangelo, addetto, come tanti altri, ad aiutare l’umanità in terra.

Erano voci di poeti i quali, mantenendo il loro modo di esprimersi, accennando anche a poesie già scritte in terra, la consolavano, assicurandole che suo figlio era vivo più che mai…

Ebbe anche visione di quanto faceva.  Una domenica mattina, dopo aver telefonato ad una amica, pensò : “Chissà cosa farà Armando !”  Immediatamente si trovò sulla ‘500’ con lui, il quale le diceva che il suo compito in quel momento era quello di sventare un omicidio.  Ella mi disse che si trovavano in un viale in una città della Germania, con grandi platani e con vie scorrevoli adiacenti.  “Sai, mamma, hanno passato i cinquant’anni ma sono innamorati; lui è geloso e sta per andare ad ucciderla sul lavoro.”  Giuliana disse : “Oggi è domenica : che lavoro fa ? “ “E’ cassiera in un bar.  Attendimi qui”.   Armando attraversò il viale, dalla parte opposta un uomo veniva di corsa;  lo fermò chiedendogli dove si trovava una via.  L’uomo molto velocemente glielo spiegò, ma Armando gli chiese se poteva ripetere con calma, perché non sapeva il tedesco.   E così l’uomo fece, con più calma, indicandogli da quale parte dovesse andare.   Giuliana dalla macchina guardava la scena e, agendo in quel momento con lo spirito, sentiva ciò che quel tale pensava ”Non è un operaio, sarà uno studente”.  Intanto guardava se era diretto dalla parte giusta, ma con stupore non lo vide più.

Un’altra volta vide Armando accanto al letto di un anziano moribondo, in una regione del Nord Europa.

“Sai- disse alla mamma- dovevo aiutarlo a pentirsi per essersi impossessato di terreni non suoi…”

Poi ancora lo vide in Olanda, suonare il campanello di un appartamento, chiedendo ad un ragazzo se aveva una camera da affittare. Egli rispose di tornare più tardi, ma Armando chiese di poter entrare per riposarsi, poiché aveva sulle spalle uno zaino pesante.   Il ragazzo lo fece entrare, e incominciarono a parlare.  Dopo un po’ lo vide abbracciare Armando dicendo .”Sei venuto dall’Italia per salvarmi…Stavo per uccidermi !”

Quando incominciai a frequentare Giuliana, all’inizio ero perplessa :  venivo da Torino, e non avevo mai sentito parlare di carismi, locuzioni ecc…  Ero un po’ diffidente, anche se i dettati che riceveva, letti da Luigi suo marito, mi davano gioia !

Luigi, generale di Artiglieria alle Caserme di Bracciano, di ottima famiglia umbra, era preoccupato per la moglie, perciò la fece visitare. La risposta fu : “E’ sanissima, ma la scienza non ha spiegazioni in questi casi : se crede in Dio, l’avrà !”

Quando fu stampato il primo libro, “Gocce d’Armonia”, dettato dall’Angelo Astralio, custode di Armando, figlio di Luigi e Giuliana, ecco…fu come se si fosse aperta una finestra nel cielo,  non ebbi più dubbi : era una cosa grande, permessa da Dio, per aiutare l’umanità smarrita, nel buio di questi tempi.

Dal 1975 gli Angeli ebbero il permesso da Dio di dettare a Giuliana i loro nomi. A centinaia vennero a dettare, facendo felice chi li riceveva. Ci spiegarono che, essendo loro puri spiriti, non avevano volto; perciò, volendo, noi possiamo immaginare le loro fattezze a nostro piacimento : il colore degli occhi, dei capelli, la forma del viso, ecc. ….Così li troveremo, come li abbiamo desiderati !

In quel tempo, essendomi convinta che la cosa era grande, dissi a Gesù :  ”Vorrei mandare avanti queste cose, permesse da Te, dettate dal Cielo.  Tu sai il mio carattere, i miei limiti.  Adoperami, se vuoi, ma aiutami !”     Passò una settimana, e ricevetti una prima lettera da una ragazza che desiderava sapere il nome del suo Angelo Custode.   Aveva avuto l’indirizzo da una mia amica, suora di Santa Chiara in un convento di clausura.    Continuai a ricevere lettere per anni, fino alla morte di Giuliana.  Non mi chiedevo come avessero avuto il mio indirizzo; mi recavo da Giuliana, e attraverso lei, ad uno ad uno, venivano gli Angeli a dettare il loro nome. Per alcuni casi veniva Gesù o la Grande Madre, spesso Santi e Angeli a mandare parole di consiglio o di conforto.   Io poi scrivevo spiegando il carisma di Giuliana e mandando libri, affinché si rendessero conto di questa grande cosa.   Non accettavo denaro, ma consigliavo di ringraziare Dio, facendo del bene ai bisognosi della loro parrocchia.

Un giorno Giuliana mi disse : “Sei solo tu a mandare aventi queste cose !” . Rimasi stupita “..ma..quelli che vengono da te?”  chiesi.  Rispose “Vengono per chiedere Parole, o per curiosità, ma per il resto hanno timore di esporsi…”.   Continuai a frequentarla circa una volta al mese, data la distanza che ci separava, (dovevo attraversare tutta Roma).   Mi raccomandavo che non ci fossero altre persone : non potevo e non volevo perdere tempo in chiacchiere o argomenti insulsi che ci avrebbero allontanato dal contatto col Cielo.

Dovevo rispondere a molte persone che aspettavano conforto, e soprattutto dovevo stare con lei per assorbire la sua saggezza, la sua calma che mi trasmetteva serenità.

Quando tornavo a casa mi sembrava di volare, passando sul lungotevere ringraziavo S.Michele Arcangelo che dall’alto del Castel S.Angelo sembrava mi sorridesse… Ho sempre visto Giuliana serena, nonostante il suo grande dolore sempre vivo :  infatti, pur sentendo la voce di Armando e la sua presenza, non riusciva ad avere conforto.

Gesù le aveva detto : “Ti ho provata col dolore per renderti degna di ricevere queste cose…Dopo, te lo renderò !”   A volte le dicevo : “Come vorrei avere la tua calma !”   Mi rispondeva : “Non sono calma, sono pigra, non mi va di arrabbiarmi !”    Aveva delle battute simpatiche, penso che di carattere avesse preso dal padre, il quale era molto amico dell’attore comico Gilberto Govi.  Anch’egli era genovese, e molte battute spiritose delle sue scene erano state da lui suggerite.

Guardavo la sua mano quando scriveva;  riceveva cose meravigliose, senza errori, velocemente, anche al buio.   Un giorno presi la sua mano, la baciai sul palmo, ma lei cercò di ritirarla. Le dissi : “ Non bacio la tua mano, ma ciò che attraverso lei viene dettato !”

La gioia più grande era poter stare qualche giorno con Luigi e Giuliana.  Nell’aprile del 1986 andammo con loro in Terra Santa, assieme anche a mia sorella Franca di Torino e ai miei cugini Marina e Valerio di Rimini. In quei giorni ogni sera venivano a dettare Gesù o la Grande Madre, spiegando cose che erano avvenute nei luoghi in cui eravamo.   Essendo arrivati dalla Giordania, il primo giorno andammo a visitare il Monte Nebo, dove Mosè arrivò col popolo ebraico, liberato dalla schiavitù dell’Egitto, dopo quarant’anni di deserto, dando modo di morire alla generazione che aveva trasgredito la legge di Dio, adorando idoli costruiti durante l’assenza di Mosè.

Sul monte vidi Giuliana parlare con Luigi suo marito; mi avvicinai pensando che qualcosa era accaduto…Ella mi disse di aver visto un grande Angelo sul sentiero vicino a noi, col braccio teso e l’indice puntato verso la collina di fronte, dove si trova la tomba di Mosè, intatta, tanto cercata dagli ebrei !

Le dissi di parlarne al frate che ci guidava;  ella rispose :”Non è ancora l’ora di trovarla.”

Sono passati ventun’anni dal 2 aprile 1986.  Io credo che verrà trovata quando il popolo ebraico riconoscerà Gesù nel Messia tanto atteso !

Quando andammo sul Monte Tabor, dove Gesù, con Pietro, Giovanni e Giacomo si recò, trasfigurandosi ai loro occhi mentre parlava con Elia e Mosè, Gesù indicò a Giuliana il punto esatto, dove c’era una grande agave prima di arrivare alla chiesa.  Un altro giorno ci trovavamo sulla riva del lago, di fianco alla chiesa del Primato di Pietro.   I miei cugini entrarono a piedi nudi nell’acqua, io rimasi sulla riva e vidi i pesci venire a frotte verso di noi, mentre molti gabbiani che volavano sulle nostre teste sembrava ci facessero festa !

Nel frattempo, Giuliana vedeva Gesù scendere dalla scala di pietra, di fianco alla chiesa !

Ogni anno andavamo per una settimana dai miei cugini di Villa Verucchio, vicino a Rimini, dove hanno un famoso ristorante. Per loro e per noi era una gioia stare insieme.  Giuliana si stupiva per i numerosi messaggi che venivano dal Cielo in quei giorni : da Gesù, dalla Vergine Madre, dagli Angeli, dai Santi, dai Poeti, dalle mamme, dai papà !  Venne pure il mio papà ; ne fui molto commossa e felice.

Essendo in Romagna e vicino a S. Mauro, andammo a visitare la casa del Pascoli, e la tenuta dove suo padre era fattore. Egli la sera ci raccontò i suoi ricordi…quando una notte dormì nella soffitta sopra la chiesetta della tenuta, e fu svegliato da leggeri tintinnii, suonati dagli Angeli, (così egli pensò.)  Molte meravigliose poesie mandò il Pascoli, inneggiando alla sua Romagna.

 

Un pomeriggio verso sera siamo andati a S. Marino. Il tempo era grigio, l’aria era fresca…Ci sedemmo al bar della piazza e stavamo bevendo il tè per scaldarci.  Io guardavo le nubi spostarsi velocemente sul sole, schermandolo tanto da poterlo fissare; nel sole vidi un volto di uomo che mi sorrideva…  fui stupita, così dissi a Giuliana di guardare il sole, ed essa : “ C’è Trilussa ! Datemi un foglio..”, e si mise a scrivere.

 

Eravamo stupiti e felici, pur essendo una cosa straordinaria, ci sembrava normale…Ma, parlando di Trilussa, è bene ricordare Padre Gabriele Roschini, Servo di Maria, addetto a seguire casi come : Maria Valtorta, Teresa Musco, e anche Giuliana !  Egli era diventato amico di Luigi e Giuliana : quando ella riceveva messaggi importanti, si recava da loro per leggerli.

La sera del 26 febbraio del 1976 era da loro;  ricordava che il suo amico Trilussa gli aveva promesso che avrebbe scritto per lui una poesia sulla B.V. Addolorata, ma morì improvvisamente, e non ebbe il tempo di scriverla, perciò il Roschini era rammaricato… Alle due di notte Giuliana viene svegliata da Trilussa…

 

Dettate da Trilussa  :      27 febbraio 1976   –  ore 2.00

 

Io t’avevo promesso ‘na  poesia

bella, sulla Madonna der dolore 1

Ma nun l’ho fatto apposta :

E’ er tempo che m’è stato traditore !…

Io so’ venuto su tutto de botto

e ho lassati in tera li pensieri !

Mo’ ne approfitto : sto sopra, tu sei sotto…

Ma co’ ‘sto telefono un po’ strano

te  fo la poesia qui ner salotto !

Mo’ te la manno giù con una stella.

Io l’ho vista Maria : è tanto bella !…

 

“L’ Addolorata”

 

Tu piagni sempre, sei l’Addolorata,

prima de tutto per quel tuo dolore

sotto la Croce. Qual più grande amore

d’una madre pel fijo suo che more ?

Tu Grande Madre der nostro Redentore

sei Madre a tutti noi,

e piagni ancora, tu, tu guardi er monno

e quel che t’addolora

è de vede’ dell’ommini nei cuori.

Piagni tutti i tuoi figli, li peggiori

Tu che sei Madre ar nostro Redentore !…

Tu Mamma Santa hai lacrime d’argento

se vengono giù dall’occhi belli !

Piagni pe’ tutti l’ommini, li peggiori !

E quanno er pianto tuo se cambia, tutto

se fa soriso : l’occhi brillarelli

come stelline ner tu’ dolce viso.

Tu scordi er pianto ner tu’ Paradiso

indove  guardi l’ommini, i migliori !

Ce guardi tutti, Santa Mamma bella,

tutti ci avvolgi ner tu’ manto azzurro !

quanno se pensa ar tu’ pianto de dolore

ce se sente più boni, ma è l’amore

che sentimo pe’ te, noi fijarelli

tutti i tuoi fiji, Mamma der dolore !…

Mamma che piagni là, là tra le stelle

e le lacrime tue diventan fiori.

 Trilussa

 

   Luigi, come un fratello maggiore, mi aiutò a capire tante cose sulla religione.  Egli, dopo la morte di Armando, seguendo ciò che capitava a Giuliana, decise di studiare teologia, per capire meglio e per parlare con autorità vaticane che li frequentavano.   Fu di grande sostegno alla moglie; ricopiava a macchina i messaggi ricevuti, facendo anche stampare alcuni libri. Andavano da amici comuni che, avendo capito essere cosa grande, si interessavano di ciò che riceveva Giuliana. A volte ella era restia, si sentiva guardata, scrutata come cosa rara… ma capiva l’importanza di certi incontri, perciò seguiva Luigi.

Furono ricevuti in Vaticano.  Intorno ad un grande tavolo c’erano Prelati, Vescovi e Cardinali ;  in mezzo al tavolo una lettera sigillata con ceralacca.

 

Le dissero che dentro alla busta c’erano domande di alta teologia, dirette a S. Agostino.  Rispose che non dipendeva da lei…Dopo un po’ chiese a Luigi il libro-blocco, e si mise a scrivere velocemente.   Poi, come sempre faceva, diede il libro da leggere al marito : erano le risposte di S. Agostino ad ogni quesito !

Aprirono la busta; alcuni constatarono stupiti…e altri, nonostante tutto, increduli…a secondo della loro fede !

Un giorno Giuliana disse a Luigi :  “C’è un tale che dice di essere Paolo della Croce”  e Luigi, che mai ne aveva sentito parlare, suggerì : “Forse sarà S. Giovanni della Croce”  “No, dice che si chiama Paolo Danei, il fondatore dell’ordine dei Passionisti. La Casa Madre e la Chiesa è intitolata a due grandi martiri romani : Giovanni, e Paolo,  si trova sul Monte Celio.   Egli vorrebbe dettare una serie di messaggi, (essendo il 250° anniversario della fondazione dell’ordine), da portare alla sua Casa, dove ci farà incontrare un suo figlio, al quale dobbiamo consegnarli, raccomandando di confrontarli con i suoi antichi scritti”.   E così fecero.  Dopo aver ricevuto una serie di messaggi, andarono al Monte Celio, incontrarono Padre Carmelo Naselli, grande predicatore, gli raccontarono ogni cosa consegnandogli i messaggi del Santo.  Passati un po’ di giorni, il Padre li cercò e volle sapere molte cose, rendendosi conto del grande carisma di Giuliana.

Organizzarono degli incontri spirituali nella Casa Madre, ai quali partecipavano molte persone, una volta al mese; dopo la S. Messa Luigi leggeva alcuni messaggi.

I Passionisti fecero stampare il libro, intitolato “S. Paolo della Croce ritorna !” Fu presto esaurita la stampa, e, quando mi recai da Padre Naselli per comprarne altre copie, egli mi disse : “Non possiamo più farlo ristampare. Poi, prendendomi la mano, accorato mi disse :”Parlate voi, che siete fuori dalla Chiesa !”

Anche presso i Passionisti ebbero un incontro attorno ad un tavolo : venne S. Paolo e dettò un messaggio per i suoi figli. Molti rimasero colpiti…altri, indifferenti…

  1. Paolo della Croce mandò molti messaggi anche personali. Ci affezionammo a Lui, tanto che Flavia e mio figlio Roberto decisero di sposarsi nella sua chiesa. Il loro matrimonio fu protetto, ebbero quattro figli. Quando nacque Gianpaolo, il secondo figlio, ci furono complicazioni. Egli li confortò dicendo che era sotto la sua protezione, e così fu : presto si riprese ed ora è già laureato…

Un importante messaggio venne alla presenza delle mie nuore, ci colpì particolarmente, perché stavamo parlando dei mariti, e…l’argomento non era molto a loro favore.  Rimanemmo di stucco…tutto ciò che ha detto è vero, ne convengo : questa bella scrollata ci voleva, per farci meditare !…

 

Marina di S. Nicola (alla mia casa del mare)  –  5 giugno 1979  ore 22,05

 

“Voi spose siete il perno delle famiglie, a voi il dovere dalla sopportazione, così della pazienza, dell’indulgenza, della comprensione. Il matrimonio non è un arrivo, ma una partenza. Mai adagiarsi, ogni giorno salire un gradino nella scala della santità, poiché è anche una vocazione.  Cercate di esaltare nel vostro compagno i pregi, vedere con occhi indulgenti i difetti, e…cercate con infinita dolcezza di correggerli.   Lo so, care spose, non è facile. E specialmente in questi vostri tempi in cui tutto si vuole facile, ma il Sacramento del Matrimonio comporta sacrificio e anche gioia, ma come dianzi vi ho detto : dipende da voi spose nella massima parte rendere le cose, anche le più difficili, facili.   Può occorrer tempo, lacrime financo (ma nascoste), pazienza.

Chiedete a Dio Sommo Bene l’aiuto per l’anima del vostro sposo.  Talvolta egli giunge a casa stanco e preoccupato e allora desidera trovare in casa quella pace che durante il giorno non ha avuta.   Se trova allora la sposa imbronciata che si lamenta di avere avuto una giornata pesante, tutta la pace che si attendeva svanisce, inizia il cattivo umore che si trasmette e…addio pace.    E allora parole non buone, musi, malumore, pianti :  NO, care spose, siate forti, accogliete i vostri cari col sorriso, non lamentatevi, il vostro sposo sarà così lieto che vivrà ore di pace e di amore con voi,  Tenete duro !   Non un solo giorno per prova, tutti i giorni ! E’ difficile ?  Nulla è facile in terra : siete per essere provati;  non sprecate mai le ore che possono essere serene !   Mai musi, mai bambinate,  calma, sorriso…Sembra tutto così semplice, dipende dalla vostra volontà farlo semplice.  Siate anche un poco eroiche, sopportate i malumori, gli urli talvolta, in silenzio.   Si smonteranno col vostro silenzio.  Mordetevi la lingua !  Io vi ho dato una piccola lezione, le stesse parole dicevo alle spose del mio tempo e ottenevo buoni esiti : con voi sarà certamente l’istessa cosa.   Ve lo auguro di cuore con la mia benedizione nel nome del Signore nostro Dio, sommo bene.

Paolo Danei        “

 

Un giorno dissi a Giuliana che avevo una sorella, morta a 23 anni dopo 10 anni di infermità, per sclerosi a placche, malattia di cui allora non si sentiva parlare, perciò era stata curata per altre cose…Infine, dopo 15 giorni alle Molinette di Torino per accertamenti, capirono, e così spiegarono a mia mamma che per quella malattia non c’erano cure adatte…  Io avevo 7 anni meno di lei, e le ero molto affezionata;  la pettinavo, le curavo le unghie, cercavo di farla ridere…Lei era rassegnata, a volte mi accorgevo che le scendevano le lacrime… In silenzio soffriva, e, rassegnata, offriva tutto a Dio per la salvezza della gioventù !  Questo venimmo a sapere dal nostro parroco, dopo la sua morte !

Giuliana un giorno mi disse : “ C’è una certa Nettina…”  “Sì – dissi io – è mia sorella Anna, che noi chiamavamo Nettina !”

  24  aprile  1978

“Cara Luisa, sono venuta col permesso di Nostro Signore a dirti che vi sono sempre stata vicino, vicino a tutti voi da quando, ed è stato subito, sono arrivata in Cielo !  Com’è bella la mia vita, come sono state preziose per  me le sofferenze cambiate in grandi gioie !  Come vi voglio bene !

Mi avete sempre ricordata !  Vedi, Luisa, che sono venuta a dirti che la vita non finisce,  perché è dell’anima, e dopo ci rivedremo.  Bacia tutti per me e pensami come sono : molto felice !

Tua  Nettina“

 

Anche mia sorella Franca di Torino, morta a 70 anni, dopo aver mandato avanti le cose che riceveva Giuliana per 10 anni, venne pochi giorni dopo la sua morte, a dirci :

 

  18  maggio  1987

“  Tutto quello che vedo e vivo è talmente bello che non è possibile dirlo !  E’ proprio tutto vero. Quello che ci dicevano, quello che vi dicono !  Questa armonia che ora vivo anch’io è come gli Angeli la descrivono come possono, ma nella realtà è molto di più.  E allora vorrei dire a tutti  di vivere nella Carità e nell’Amore, per ottenere dopo questa felicità.    Certamente qui è tutto bellissimo, nessuno vorrebbe tornare in terra; se torniamo, invisibili, è per guardarvi.  E Nettina è felice di essere con me e con tutti noi.

La riunione di una famiglia è sempre bellissima… Grazie, Giuliana e Luigi, per quello che siete stati per me.  Vi abbraccio tutti con la mia felice anima.

La Immi sorride anche a voi !

Franca                              “

 

Franca venne ancora a dirci, nei suoi 13 messaggi meravigliosi, ciò che vedeva e godeva nel Regno di Dio !

La vita in terra è una prova, un esame continuo e, secondo come ci saremo comportati, avremo o meno da godere nella vera vita !… Vale la pena subire e offrire i dolori che sono doni di Dio, anche se umanamente è difficile !…

                                                   Gesù  –  8 maggio  1974

 

“ Il vostro pensiero va ai  Miei tempi terreni, e vi chiedete cose di Me  !  Non cose dello Spirito, ma, poiché mi amate, tutto di Me vi interessa.

La Mia tunica rossa, cadente in pieghe armoniose, tessuta da Mia Madre, ruvida e morbida nello stesso tempo, il Mio Calice e il Velo di Miriam, sono ancora intatti, in una  cassa di ferro, che è nascosta sottoterra in Nazareth !

Lì devono restare, e saranno trovati quando dalla Mia terra partirà l’amore dei popoli che Mi hanno sempre combattuto, quando essi crederanno in Me !

Tutto è per un Mio disegno, un disegno sempre tracciato per tutto ciò che è e che deve essere della Trinità.

Non vi dico quando, non vi dico come, ma un giorno gli Ebrei Mi riconosceranno Cristo Re.  “

 

Tomba di S. Pietro –      S. Agostino   –   5 aprile 1974

 

“  Pietro Simone, il pescatore di anime !

Egli è qui con il suo luminoso spirito nel nostro Cielo, ma il suo corpo è celato, intatto, vestito di ogni paramento, sotto un giardino romano, ove sono le catacombe semite.

Non già in S. Pietro, come erratamente si ritiene, ma in quella villa sulla antica Nomentana.   Pietro Simone vive nella Luce di Dio, l’umile e grande pescatore di anime.

Dorme, tuttavia intatto nella sua maestosa bellezza, sotto quel giardino romano“

Maria  Valtorta        –      20 maggio 1974

 

“ Ti sono amica e ti confermo ciò che io dissi a Ferri, ecco : S. Pietro giace intatto e maestoso nel giardino di Villa Torlonia, vicino ad alcuni ruderi, ma per adesso non  si dovrà ancora trovare : adesso no, ma presto sì.

Dillo al mio amico Ferri.“

 

NotaLorenzo Ferri, famoso scultore e pittore, amico di Maria Valtorta e di Giuliana Buttini Crescio, la quale, dopo la morte del figlio Armando, ventunenne, ebbe da Dio il carisma delle “locuzioni”, ricevendo per 33 anni messaggi da 425 personaggi. Maria Valtorta conferma ciò che disse S. Agostino : “ La vera tomba di S. Pietro si trova intatta nel giardino di Villa Torlonia sulla Nomentana, dove si trovano le catacombe ebraiche del III° secolo.

 

Papa Pio X°   – Giuseppe Sarto   (n. 9 ago 1903  + 20 ago 1914  )

Monsignor Cesario D’Amato, Vescovo di Sebaste di Cilicia,  Abate Bendettino in S. Paolo Fuori  Le Mura, ha detto a Giuliana che, alla ricognizione del 29 giugno 1951, essendo l’urna troppo stretta, il corpo di Pio X° fu tagliato ai fianchi per farcelo entrare.  Scaturì sangue vivo che venne asciugato da alcune suore presenti…

Dice Papa Pio X° che non hanno capito…il sangue significò l’inizio di altro sangue che verrà versato dagli ultimi Martiri… il suo è il primo !

 

Papa Pio X°    –      8 ago 1975

 

“  Eh, son mi, el Papa dela tradission !

Quel mio sangue vivo, come vivo, come vivo sono io, è sgorgato per un significato che non g’han capìo, e io ve lo rivelo adesso a voi che capite.  Il sangue significò quell’altro sangue che sgorgherà per purificare la Chiesa.  Purificare ! Questo fu un segno che purtroppo nessuno ha potuto conoscere.

La tradizione !   E questo sangue che purificherà le mia Chiesa sarà quello dei Martiri della Chiesa, perché l’unica vera Chiesa  regni ancora sulla terra, con i riti intatti e con la fede viva come il mio sangue    Così io ve digo la verità :  un piccolo segreto che non dovrebbe essere segreto.

Sarebbe giusto esaltare la Verità ;  verrà esaltata, il tempo è vicino, relativamente all’eternità, ma vicino.   Cominciano a fiorire le spighe.  Il sole presto brillerà.

Pio X°                         “

 

  1. Girolamo –   (libro 52 – 6 messaggi – 1987)

 

Giuliana mi disse che, quando fu costruita la Chiesa di S. Girolamo sul Lungotevere, accanto a quella di S. Rocco, i frati erano andati a chiedere a quelli della Basilica di S. Maria Maggiore il corpo del Santo, per metterlo nella chiesa a lui dedicata, ma due frati avevano cambiato posto alla cassa, perciò questa non era mai stata trovata…  Un giorno Giuliana ricevette la visita di un Prelato del Vaticano, il quale le chiese se, per mezzo suo, potevano venire a conoscenza del luogo in cui si trovava la tomba di S. Girolamo, poiché sapevano che in essa si trovavano scritti del Santo.

Il Santo mandò un messaggio dicendo precisamente il cunicolo e il numero dove si trovava la sua cassa, facendole anche fare un disegno del coperchio, rotto nell’angolo in alto a destra.

La trovarono, ma …tutto fu messo sotto silenzio !…

Giuliana compilò a mano sotto dettatura 92 libri, dal 1970 al 2003, ricevendo 8.358 messaggi, compilando 38.461 pagine, dettate da 425 personaggi.  Gesù mandò 2.451 messaggi, dicendo che i Suoi volumi dovevano essere 12, come i Suoi Apostoli.

Consigliai a Elena di fare l’indice su ogni libro, raggruppando poi tutto su una rubrica in ordine alfabetico, per sapere esattamente ciò che aveva ricevuto, chi aveva dettato, e quanti messaggi aveva mandato ogni personaggio.    Elena mi rispose che non sapeva farlo;  allora io dissi : “Lo faccio io ! “  Senza pensare al grande e difficile lavoro che non avevo mai fatto… Eppure mi sentivo sicura di farcela…Come sempre mi affidai all’aiuto dall’Alto, e allora tutto fu facile, tanto da stupirmi !    Ora, grazie a Dio, tutto è chiaro e pronto per la stampa.

Poco tempo fa Elena, nipote di Giuliana, mi disse : “ Tu, che hai frequentato molto la zia, dovresti scrivere ciò che di lei ricordi, per farla conoscere meglio ! “

Rimasi incerta, stupita… Io, scrivere ?   Non ho studi, non ho indole, ho fatto solo le commerciali…

Parlo di 65 anni fa, quando mi sono impiegata.  (Allora si poteva fare, anche senza studi adeguati, come sono richiesti ora).  Fui impiegata per 15 anni;  rimasi a casa quando ebbi il primo figlio…poi nacque il secondo.  Nel 1966 la Direzione Generale della SIP di Torino fu trasferita a Roma.  Mio marito ne faceva parte, perciò ci stabilimmo con i figli nella capitale.

Le prime conoscenze furono le famiglie dei colleghi, perciò si stabilì tra noi mogli una simpatica amicizia. In particolar modo legai con Meri, la quale mi raccontò del dolore che sua sorella Giuliana, col marito Luigi, stava passando, per la perdita dell’unico figlio Armando ventunenne.