Papa-Luciani

Nell’ultima edizione del libro (2014) ho aggiunto un capitolo sull’attacco alla famiglia. Mi è sembrato doveroso denunciare questo ennesimo ingannno perchè, sotto le mentite spoglie di altri “valori” (la tolleranza per il diverso, il gender, ecc.) o di altri “pericoli” (la sovrapopolazione mondiale, la crisi, la mancanza di risorse per tutti), si sta cercando in tutti i modi di distruggere questa cellula, nucleo fondamentale per la società. E perchè si starebbe facendo questo? Perchè la famiglia, prima “comunità“, permette un maggior grado di impermeabilità ai condizionamenti dall’esterno, e deve essere pertanto fatta fuori per avere individui singoli, indifesi ed impauriti più facilmente controllabili e manipolabili.

Esiste però anche un’altra arma potentissima, a difesa dell’individuo, che si sta cercando (e non da ieri) di disinnescare: la componente spirituale, trascendente, eterna di ciascuno di noi. Il motivo è abbastanza semplice: chi ha un tale potentissimo “gancio” può elevarsi al di sopra delle umane miserie, guardare dall’alto i piccoli, ripetitivi problemi quotidiani ed osservare tutto da una prospettiva diversa. Come dice Igor Sibaldi nel video che linko sotto, se uno scopre questa parte, certe cose (sottinteso: quelle che ci propone la pubblicità) non gli interessano più, in certi posti non ci va più: diventa sovversivo, destabilizzante, fuori controllo.

Forse anche una certa maniera di proporre Dio e la religione sono stati – paradossalmente – strumentalizzati a questi fini. Con un sapiente mix di:

  • presentazione di Dio come Giudice, quello cioè che fa rispettare le regole, nell’ottica di Fromm (“L’arte di Amare“) più padre (=amore condizionato) che madre (=amore incondizionato), e
  • inoculamento di senso di colpa nell’individuo,

si è contribuito a distogliere le persone dalla ricerca di un rapporto più diretto, costante, intimo e quotidiano col trascendente, con lo Spirito, con l’Eterno. Ecco perchè a volte fuggiamo da questa ricerca interiore, da questo sviluppo proprio perchè abbiamo paura di sentirci giudicati, e di dover cambiare qualcosa, per non aggravare il nostro senso di inadeguatezza.

E quando Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani, disse “Dio è Padre e Madre“, oltre a riprendere nozioni apprese dal suo compagno di seminario don Guido Bortoluzzi, forse diede fastidio a chi preferisce che la religione rimanga instrumentum regni: un sistema per tenere – lo ripeto: paradossalmente – la gente lontana dalla propria dimensione eterna e trascendente.

E forse quello che poteva conseguire, da un Papa che riportasse la gente a Dio, era davvero troppo, per i loro piani.