Dall’amico Andrea Cavalleri ricevo e volentieri publico.
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I nomi con cui si chiamano le cose sono importanti, perché determinano la visione che abbiamo di quella realtà di cui si parla. Lo spiega la Bibbia, fonte di sconfinata sapienza, fin dalle sue prime pagine: Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. (Gen 2, 19)
E su questo punto, l’importanza del linguaggio, pare che al giorno d’oggi siano d’accordo tutti, buoni e (soprattutto) cattivi. Se la scuola del cristianesimo ha insegnato la franchezza (parresia) e il sì sì – no no, l’altra scuola, quella del padre della menzogna, ha compiuto a sua volta grandi progressi.
Voglio citare un testo, di cui si può dire tutto tranne che sia cristiano, che oltre un secolo fa ha sintetizzato programmaticamente, in modo veramente efficace, questa battaglia delle parole: Ricorreremo alle più intricate e complicate espressioni […] nella eventualità che fossimo costretti a pronunciare decisioni che potessero sembrare eccessivamente audaci, oppure ingiuste. Perché sarà sommamente importante esprimere queste decisioni in guisa così efficace, che si presentino alle genti come la massima manifestazione di moralità, equità e giustizia.
(Protocolli dei Savi di Sion Cap. VIII)
Prescindendo completamente da chi abbia scritto queste frasi e dal retaggio dietrologico che l’opera citata trascina con sé, è tuttavia interessante notare come il mondo moderno, soprattutto nella sua componente laicista, abbia seguito a puntino questi consigli.
È un dato di fatto che, nella comunicazione di massa della nostra realtà contemporanea l’arte oratoria abbia raggiunto virtuosismi inauditi. Vi è una figura retorica in particolare, che conosce oggi il suo periodo di massimo splendore, ed è l’eufemismo.
Per eufemismo si intende la descrizione di una cosa brutta in forme attenuate, ovvero un giudizio negativo in termini mitigati e perciò più accettabile dagli interlocutori.
Ad esempio di una ragazza si dice che è “bruttina” per non dire che è un mostro orrendo che frantuma gli specchi, oppure di un uomo si dice che è un “sempliciotto” per intendere che è un imbecille fatto e finito.
Ora alcuni eufemismi in voga al giorno d’oggi, sia per l’arditezza concettuale sia per lo spericolato equilibrismo espressivo, desterebbero la più sincera ammirazione dei grandi retori classici, quali Lisia o Demostene.
Ad esempio il massacro di creature innocenti e indifese, strappando le membra dal loro corpo mentre sono ancora vive, deciso da coloro che massimamente dovrebbero amarle e difenderle (le madri dei bimbi non ancora nati) viene chiamato diritto di scelta. Naturalmente al bambino non viene offerto nessun tipo di scelta, ma anche qui il problema è stato superato grazie alle parole.
Si è scoperto che parlando di bambino le madri avevano una reazione emotiva, mentre parlando di feto no. Cosicché è stato sufficiente parlare di diritto di scelta riguardo al feto per sviare l’attenzione dal fatto autentico, cioè l’efferato infanticidio.
Altro termine interessantissimo è quello dei valori della laicità, che a quanto pare si riducono alla possibilità di praticare il divorzio (distruggere le famiglie) l’aborto (distruggere vite umane) l’eutanasia (distruggere vite umane) la manipolazione di embrioni (distruggere vite umane)… Insomma questa cupio dissolvi, questa tanatofilia patologica viene chiamata valore: una bella fantasia in verità!
Oppure le stragi di innocenti capitati per caso sotto una bomba vengono dette danni collaterali: ammesso pure che fosse lecito cercare di ammazzare un presunto terrorista con un missile, se 100 sono i morti civili, sarebbe più corretto chiamare effetto collaterale la morte dell’unico “terrorista”.
Ma è ora di venire all’ultima e, a mio parere, più brillante e progredita forma di eufemismo, che segna un passo avanti nelle conquiste retoriche del ventunesimo secolo: la fecondazione eterologa.
Se si guarda ai fatti la cosa è semplicissima: tua moglie ha avuto un figlio con un altro, perciò sei cornuto. Anzi, considerando che per avere un figlio occorrono sovente deliberati e reiterati tentativi, non sei solo cornuto, ma stracornuto e ipercornuto, come un cervo, una renna o un alce reale.
Neppure tua madre smentirebbe questa tua tara, come quel tale che tornando da un anno di lavoro in America trova la moglie con un bambino nero. “Ma stai tranquillo, è tuo”, gli dice la moglie, “solo che è stato allattato da una balia di colore e così è diventato un negretto”. Perplesso l’uomo telefona alla madre che gli conferma: “Sì, è tutto vero. Infatti anche tu quando eri piccolo sei stato allattato con latte di mucca e ora hai le corna”.
Se si considera che una fecondazione artificiale richiede in media tre tentativi, a 5.000 € l’uno per avere successo, abbiamo un marito che spende 15.000 € per diventare cornuto, un caso molto particolare di cornuto e mazziato.
Perché il poveretto deve spendere tutti quei soldi per acquisire un paio di corna, quando potrebbe averle gratis grazie ad alcuni quarti d’ora che la moglie impegnerebbe piacevolmente al posto dei complessi e disagevoli trattamenti medicali attualmente necessari?
Ma proprio qui si palesa l’innovazione retorica: l’eufemismo che passa dal piano delle parole a quello dei fatti. Perché non si tratta semplicemente di chiamare l’adulterio fecondazione eterologa, ma di nasconderlo dietro a una complessa procedura-paravento a base di siringhe e di provette.
(Ma se il punto è di contraffarlo sotto veste scientifica, non costava meno adibire un dottore in guanti e mascherina a introdurre il membro del donatore nell’aspirante genitore?).
Tuttavia occorre dire onestamente qualcosa in più riguardo alla situazione.
Che una coppia infeconda, sotto la pressione della situazione anche dolorosa che sta vivendo, possa credere alla soluzione di una fecondazione cornuta è possibile.
Ma è possibile che ci credano seriamente dei parlamentari non coinvolti direttamente in questi problemi e dotati, come dovrebbero, di un minimo di cultura e lungimiranza?
Personalmente credo di no, non credo che questa legge (che calpesta l’esito referendario, secondo una prassi italica ripetutamente applicata) sia fatta per “risolvere” il problema di una piccola minoranza di coppie infertili (perché sia chiaro che le coppie infeconde sono una minoranza, quelle che vogliono spendere 15.000 € per una gravidanza una minoranza della prima minoranza, e quelle di questo sottoinsieme che possono avere una gravidanza grazie a un gamete altrui, un’ulteriore minoranza della seconda minoranza).
Credo che il vero significato di queste manovre, non democratiche, sia finalizzato a separare sempre più la nascita degli esseri umani dalla famiglia. Perché la famiglia è una società d’amore il cui frutto è la vita. E amore e vita sono una fonte di identità, una forza capace e desiderosa di costruirsi una propria realtà e che reclama la libertà per farlo.
Mentre l’individuo senza radici, prodotto anonimo di un progetto di ingegneria sociale, è il prototipo perfetto dell’uomo controllabile e subordinabile, dell’ingranaggio di un meccanismo totalitario.
Nel romanzo“ Il mondo nuovo” di Huxley, pubblicato nel 1932 in un impeto di chiaroveggenza (o di malcelata brama, dato che l’autore bazzicava i più alti circoli mondialisti massonici) si narra di uno Stato Mondiale che ha per motto “Comunità, Identità, Stabilità”. Per ottenere questi scopi, la nascita e l’educazione dei figli è assunta in carico direttamente dall’organizzazione governativa.
I bambini nascono tutti da una provetta e non esistono famiglie.
Cosa significhino Comunità e Stabilità in questo contesto è evidente. Ma cosa significhi Identità può restare incomprensibile a chi non ha letto il libro.
In effetti, nel “Mondo nuovo” le persone vengono programmate, con una manipolazione genetica fin dalla provetta e dall’incubatrice e con una sorta di condizionamento pavloviano nei primi anni di vita; molti sono limitati nello sviluppo intellettuale (vengono prodotte delle grandi quantità di sottosviluppati e semi deficienti, da adibirsi ai lavori ripetitivi e logoranti) e suddivisi rigidamente in caste che adempiranno a precisi compiti professionali e sociali.
Quindi identità significa semplicemente adempimento volontario del compito che è stato assegnato all’individuo a sua insaputa e per cui è stato programmato. Il Direttore degli Incubatori lo esprime chiaramente nel primo capitolo: E questo è il segreto della felicità e della virtù: amare ciò che si deve amare. Ogni condizionatura mira a ciò: fare in modo che la gente ami la sua inevitabile destinazione sociale.
Un tempo esistevano delle realtà molto tristi chiamate famiglia, sentimenti e persino libertà: così si esprime il Governatore Mustafà Mond nel secondo capitolo, parlando a un gruppo di studenti e suscitando il loro orrore. E spiega al suo uditorio: “I nostri antichi erano talmente stupidi e corti di vista, che quando vennero i primi riformatori e si offersero di salvarli da quelle orribili emozioni, non vollero avere nulla a che fare con essi. L’insegnamento durante il sonno fu severamente proibito […] Il Parlamento, se sapete cos’era, approvò una legge contro di esso. Abbiamo ancora gli atti dei discorsi intorno alla libertà del soggetto […] La libertà di essere uno zipolo rotondo in un buco quadrato.”
La metafora eloquente uno zipolo rotondo in un buco quadro esprime molto bene tutte le difficoltà esistenziali nel trovare la propria vocazione, nello stabilire le proprie relazioni, nell’inserirsi nella società, nel temperare il proprio carattere e nel forgiare le proprie competenze. Quelle difficoltà che rendono la vita a tratti così difficile, ma anche così interessante.
Ma gli Illuminati Filantropi che già oggi governano, vogliono spianarci la strada e toglierci le difficoltà (offrirci una strada larga e spaziosa, direbbe il Vangelo). Per “il nostro bene” vogliono garantirci qualunque diritto, soddisfare ogni nostro desiderio. E poiché non è materialmente possibile garantire tutti i diritti e soddisfare tutti i desideri, hanno da tempo iniziato a programmare e delimitare le nostre aspirazioni, in modo che reclameremo solo quei diritti e quei desideri che Essi hanno già deciso di concederci e dai quali, ovviamente, è rigorosamente esclusa la rivendicazione alla libertà.
Corro troppo? È un volo pindarico esageratamente ardito? Giudichi il lettore.
Per concludere, intanto, torniamo alla strategia dei piccoli passi. E il piccolo passo del governo è stato quello di approntarci (a spese dei contribuenti) l’ingravidamento adulterino o fecondazione eterologa che dir si voglia.
Il nostro piccolo passo sarà quello di dare un giudizio su questo provvedimento.
Come chiameremo un ente che fa da intermediario per un processo di riproduzione sessuale extraconiugale a pagamento? Lo chiamiamo Stato… (lenone, pappone, ruffiano)??
Cari lettori, è triste ammettere che non farò mai carriera, perché mi manca la capacità essenziale per ottenere il consenso tramite espressioni politicamente corrette e a larga accettazione: non riesco proprio a trovare l’eufemismo!
Grande Cavalleri!
Non usi gli eufemismi, per carità. Quando troppo spinti mostrano quel che sono: solo inganni, menzogne.
Dica pane al pane e vino al vino,come nel seguente esempio:
L’amministrazione pubblica italiota è rappresentata da un vil razzaccia di babbei incompetenti, criminali e ruffiani (al servizio di menti diaboliche), come dice con gran precisione il caro VVV!
Fecondazione eterologa…..ante litteram 😀
https://www.youtube.com/watch?v=BKW0jSJF1W4
(NICOLARDI – E.A.MARIO)
Io nun capisco, ê vvote, che succede…
e chello ca se vede,
nun se crede! nun se crede!
E’ nato nu criaturo niro, niro…
e ‘a mamma ‘o chiamma Giro,
sissignore, ‘o chiamma Giro…
Séh! gira e vota, séh…
Séh! vota e gira, séh…
Ca tu ‘o chiamme Ciccio o ‘Ntuono,
ca tu ‘o chiamme Peppe o Giro,
chillo, o fatto, è niro, niro,
niro, niro comm’a che !…
‘O contano ‘e ccummare chist’affare:
“Sti fatte nun só’ rare,
se ne contano a migliara !
A ‘e vvote basta sulo na guardata,
e ‘a femmena è restata,
sott”a botta, ‘mpressiunata…”
Séh! na guardata, séh…
Séh! na ‘mpressione, séh…
Va’ truvanno mo chi è stato
ch’ha cugliuto buono ‘o tiro:
chillo, ‘o fatto, è niro, niro,
niro, niro comm’a che !…
Ha ditto ‘o parulano: “Embè parlammo,
pecché, si raggiunammo,
chistu fatto nce ‘o spiegammo !
Addó’ pastíne ‘o ggrano, ‘o ggrano cresce…
riesce o nun riesce,
sempe è grano chello ch’esce !”
Mé’, dillo a mamma, mé’…
Mé’, dillo pure a me…
Ca tu ‘o chiamme Ciccio o ‘Ntuono,
ca tu ‘o chiamme Peppe o Giro,
chillo…’o ninno, è niro, niro,
niro, niro comm’a che !…
Per i non napoletani, significato e storia del testo e della canzone
http://it.wikipedia.org/wiki/Tammurriata_nera#Significato_del_testo
Buon ascolto 🙂
https://www.youtube.com/watch?v=iAhnoPFJ6KA
E’ un discorso talmente vero che i non pensanti, i non utilizzatori del proprio cervello, faticano a capire.
Infarciti di mezze verità vagano sperduti dietro a pensieri di altri, pensando che l’aver studiato sia garanzia del sapere, gonfi di sé stessi tanto da non saper vedere il “re nudo”.
Ho fatto lo stesso esempio ad una persona che si professa ateo che però crede in un Dio creato dalla nostra mente.
Io devo ancora capire come sia possibile credere in un Dio che non si crede esista… però può essere che la limitata sia io, non si sa mai… O_o
Comunque sia ho portato lo stesso identico esempio. Sostenevo che per mettere dietro ad un paravento le tanto temute corna, la società tutta deve sostenere i costi della fecondazione assistita.
Dico io, ma se secondo loro Dio non esiste mica c’è bisogno della fedeltà, senza Dio tutto gli è permesso.
Oppure è solo una questione di “proprietà” all’interno della coppia?
Perché a guardare con occhi sinceri, quel figlio è realmente frutto di uno solo dei due componenti della coppia .
Ma si sa l’Uomo è molto bravo ad usare l’argomento che più gli aggrada a seconda delle situazioni che si presentano.
Non sarebbe certo la prima “civiltà” della Storia,
ad aver dato avvìo alla propria auto-distruzione,
per un eccessivo ricorso alla…”Magìa…Nera”…
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a cominciar da quella concernente il Denaro…!!!
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