bastiglia

14 Luglio: festa nazionale in Francia, a ricordo di un evento simbolo della rivolta popolare contro il potere tirannico: la presa della prigione della Bastiglia, da parte di un popolo inferocito e stufo delle oppressioni. Per liberare chi?

Come spesso faccio nei momenti di svago, quando non ho voglia di affrontare letture impegnative, mi gusto, aprendo le pagine a caso, gli interessantissimi scritti di Messori: “Pensare la storia“. Oggi  mi imbatto, guarda caso, in un gustoso pezzettino sulla presa della Bastiglia, e scopro che:

  • i detenuti liberati furono solo sette, e nessuno di questi per motivi politici:
    • 4 erano falsari;
    • due malati di mente (che poi furono re-internati);
    • uno era un perverso (probabilmente pedofilo) che era stato incarcerato su richiesta della sua stessa famiglia;
  • le guardie a difesa della fortezza erano ex militari invalidi, non più adatti all’utilizzo in guerra, che furono uccisi nonostante:
  • il comandante avesse cercato di trattare con gli insorti (addirittura invitandoli a pranzo all’interno), e avesse concordato una resa a condizione che non ci fosse stato spargimento di sangue; anche lui fu ucciso e decapitato e la sua testa portata in trionfo per la città;
  • Ai 954 “eroi” (o autoproclamatosi tali, perchè nessuna verifica formale venne fatta, fidandosi delle “autocertificazioni”) fu concesso un vitalizio statale (la tentazione dello stipendio fisso, meglio se a vita e senza fare niente, c’era anche allora!).

Osservazioni spicce:

  1. La storia la scrivono i vincitori: lo sapevamo già, ma qui ne abbiamo un’ulteriore conferma, se un episodio del genere, tutto sommato molto disonorevole per i suoi protagonisti, è diventato addirittura il simbolo di una rivoluzione e festa nazionale per il paese dove questa è avvenuta;
  2. Come ha scritto benissimo Solange Manfredi, “nelle rivoluzioni violente gli psicopatici prendono il potere“; eh già, perchè in assenza di regole, dove vale solo la legge della giungla (come avviene ad esempio nelle rivoluzioni violente) l’incapacità di provare com-passione, caratteristica degli psicopatici, aumenta le probabilità per questi di andare dritti alla mèta e raggiungere i propri obiettivi senza essere “intralciati” dalle sofferenze create agli altri;
  3. L’ottimo Messori, così bravo a scavare nelle pieghe delle versioni ufficiali per trovare la verità nascosta, non potrebbe impegnarsi un po’ anche per i fatti dei nostri giorni, dall’11 Settembre in poi? Sarebbe un bel contributo alla rivelazione della verità.