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Come molti, iscritti e non al M5S, simpatizzanti di un qualcosa che sembrava avere la potenzialità di capovolgere la stantìa situazione politica italiana, ci sono rimasto un po’ male nel vedere i risultati delle recenti elezioni europee. Non avevo partecipato al coro dei delusi dalla inefficacia delle azioni dei parlamentari grillini in parlamento: sappiamo bene che le cose non si cambiano dall’oggi al domani, e vedevo comunque, negli interventi dei vari Sibilia, Di Battista, e molti altri che ho anche ripreso in queste pagine una ondata di assoluta novità nel desolante panorama politico italiano.

Ho resistito anche ad una tentazione di sconforto dopo il risultato delle europee: più che di sconfitta del M5S si poteva parlare di trionfo del PD, cosa inspiegabile se si conosce un po’ di storia e di politica italiana; normale se si apprezza il potere di manipolazione da parte dei mass media.

Non avevo neanche dato troppo peso al video di Grillo che commentava il risultato elettorale, una oggettiva delusione, se non una vera e propria sconfitta: tutto sommato si limitava a prendere la cosa sportivamente, con il cambio di una lettera, da quel #vinciamoNoi a #vinciamoPoi, l’assunzione del Maalox (a conferma, come ha ben sottolineato l’amica Paola in questo pezzo, della correlazione fra il “sentito” o “percepito” e i sintomi biologici, casomai a qualcuno fosse sfuggito), la battuta verso Casaleggio (fuori campo) e tutto finisce lì. Nessuna discussione, nessuna rivisitazione della strategia politica, nessuna analisi della strategia di comunicazione, nessun rimpasto: no, queste sono cose vecchie, sono cose da partiti, noi siamo il nuovo, siamo il non-partito: comanda il padre-padrone. E se fosse invece che quello era in realtà il risultato voluto?

Ma la vera goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la recente mail con la richiesta di valutazione sulle proposte di legge:

Questa settimana sul sistema operativo del Movimento 5 Stelle
sono state inserite due nuove proposte di leggi parlamentari dal titolo: 

  • “Modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 recante disposizioni di razionalizzazione della dirigenza pubblica “,
  • “Insegnamento costituzione nelle scuole”,
  • “Servizio di uso condiviso delle autovetture private”,
  • “Disposizioni concernenti lo svolgimento dei servizi ausiliari e di pulizia presso le scuole” e
  • “Modifiche all’articolo 2752 del codice civile in materia di crediti per tributi diretti dello Stato”

Ora, so bene che criticare dall’esterno è molto più facile che operare, quotidianamente, con una macchina diabolica come quella parlamentare, ma mi domando (e domando a voi):

  • ma sono queste le priorità dell’Italia?
  • sono questi i problemi che attanagliano l’economia in una morsa invincibile?
  • Sono queste le motivazioni che spingono gli imprenditori al suicidio, le aziende a chiudere, e costringono i giovani alla disoccupazione e ad emigrare?
  • O non è forse la mancanza di sovranità monetaria, che ci costringe a chiedere in prestito il denaro che ci serve per far girare l’economia?
  • O non è forse la mancanza di sovranità territoriale, che ci costringe ad accettare operazioni di inquinamento programmato nei nostri cieli, protette dal segreto militare?
  • O non è forse la mancanza di sovranità politica, che ci costringe ad accettare le decisione prese da un Troika (BCE, FMI e commissione europea) che si nasconde dietro la foglia di fico di un parlamento eletto che in realtà non ha alcun potere?

Senza nulla togliere alla bravura, al coraggio e alla preparazione di molti eletti nelle fila del M5S, mi sembra quasi che questo movimento abbia raggiunto in realtà il suo scopo, quello per cui, a pensar male, potrebbe essere stato fondato: un polo di attrazione del dissenso, una sorta di recinto in cui confinare gli arrabbiati, abbastanza forte e visibile da dare l’illusione di poter contare qualcosa ma in realtà non sufficientemente forte da poter governare da solo, limitato al 20-25% e  slegato da ogni altra formazione e quindi impossibilitato ad essere efficace nel panorama della politica italiana.

Non per questo inutile però, anzi: uno “sfogatoio” utile a dare, per l’ennesima volta, l’illusione di democrazia e di possibilità di alternanza che, in realtà, rimane solo sulla carta.

Missione compiuta, anzi, visti i “patrocinì” di oltre atlantico (o oltre mediterraneo?) del “patron” Sassoon, mission accomplished.