suona la chitarra!!

In spiaggia con amici, una conoscente coetanea mi comunica tutta contenta che ha preso una chitarra, e mi chiede se posso darle qualche lezione: vuole imparare anche lei a suonare. Sarei tentato di dire che non credo che ci riuscirà, che non ho mai visto nessuno in assoluto che impara a suonare uno strumento in età adulta, almeno per quello che riguarda la mia esperienza personale. Ma cerco di evitare di fare questa gaffe che inibirebbe sicuramente la mia amica, e cerco di mettergliela in positivo: “Sì dài! Così sarai la prima persona che conosco che impara a suonare uno strumento da adulta!”. Delusione evidente, sono proprio maldestro e probabilmente ho contribuito al fallimento di un sogno, ancora prima di cominciare.

Ma perchè certe cose non riescono proprio agli adulti? Perchè cerete cose si imparano soltanto da bambini, al punto che, si dice, passata una certa età “è troppo tardi?” Forse che i bambini sono più docili? Forse che hanno una predisposizione ad imparare cose nuove che agli adulti manca? E per quale motivo dovrebbe essere così?

Non ho una risposta definitiva e certa. Ma se penso alla  prima differenza che mi viene in mente, fra l’atteggiamento fanciullesco e quello adulto, sta nella spontaneità e immediatezza. Un bambino crea meno castelli, si proietta meno nel futuro di un adulto, vive il qui ed ora molto più di un adulto che, viceversa, dà molto più spazio alla sua mente fantasiosa, e vive un po’ nel passato (il ricordo di quello che è stato e che è passato, il rimpianto per quello che si è perso o che non si è potuto fare) e nel futuro (l’attesa del fine settimana, delle vacanze, della promozione, della pensione, ecc.). E tutto questo cosa ha a che vedere con la capacità di imparare a suonare uno strumento?

Forse il bambino si pone meno domande, si crea meno problemi. Fa quello che deve, senza troppe aspettative, senza costruirsi il castello, senza proiettarsi in un futuro che ancora non c’è: vive l’istante. L’adulto, al contrario, crea castelli di aspettative che, alle prime difficoltà, vengono puntualmente deluse. Non gustandosi l’attimo, ma facendo le cose solo in funzione di qualcosa che dovrà avvenire, ma che non c’è ancora, è più soggetto a delusioni (che sono sempre figlie di aspettative) e quindi più incline all’abbandono di una strada intrappresa.

mente

Forse dovremmo imparare a gustare l’attimo. Come diceva Baglioni, la vita è adesso, e se non gustiamo il qui ed ora, potremmo non avere nulla da gustare dopo.